CULTURA A NOI!

Non più rossa la cultura è Marrone.
Ora la destra arruola Culicchia
 

A novembre "Radici", festival letterario promosso dalla Regione Piemonte e in particolare dall'assessore di Fratelli d'Italia. Identità e popolo le parole d'ordine di una kermesse che nasce "nel segno del pluralismo". Attacco all'egemonia culturale? Esageroma nen

Quando la cultura vira a destra. Radici. Identità. Popolo. Sono le parole d’ordine del festival letterario che si svolgerà dall’1 al 5 novembre a Torino, organizzato dal Circolo dei Lettori, diretto da Giuseppe Culicchia. E Radici – che fu pure il titolo di uno dei più apprezzati album di Francesco Guccini, quello che contiene La locomotiva ma anche Piccola città – è il titolo della kermesse voluta e finanziata dalla Regione Piemonte, attraverso l’assessorato all’Emigrazione di Maurizio Marrone, tra gli esponenti più identitari di Fratelli d’Italia.  

“Finalmente Torino vedrà svolgersi un festival culturale dedicato alle radici, all’identità, al retaggio linguistico e culturale trasmessoci da chi ci ha preceduto” dichiara Marrone. Attaco all’odiosa egemonia culturale della sinistra? “Macché, solo un’iniziativa nel segno del pluralismo e del superamento di ogni steccato ideologico” si schermisce l’assessore che, in verità, se si profilasse una battaglia a colpi di idee (e persino di ideologie) non farebbe mancare la sua proverbiale verve.

Si tratta del secondo festival culturale sostenuto dalla Regione, sullo slancio di Marrone che – sfruttando ogni piega delle sue deleghe – ha saputo ritagliarsi spazi d’azione ben al di là delle sue competenze (Politiche sociali e Semplificazione, innanzitutto). Con ispirazione pirandelliana, il festival chiama artisti e scrittori a interrogarsi su una nessuna e centomila identità: l’identità individuale e l’identità dei popoli, l’identità di una comunità e quella di una nazione. Concetti superati da una concezione universalistica, cosmopolita e internazionalista adottata dalla sinistra nelle sue molteplici forme e successive trasformazioni. Identità contro ibridazione? “Piccola città, bastardo posto” cantava il maestro di Pavana nella sua versione più crepuscolare, mentre oggi “abbiamo una società che il consumismo ha omologato in stili di vita e modelli culturali, come denunciò per primo Pier Paolo Pasolini già negli anni Sessanta del Novecento” spiega Marrone.

“Leggere e leggeremo!” e così, libro e moschetto il meloniano perfetto, ora finalmente oltre ai numi tutelari può contare su una agguerrita falange. Dal ministro alle Cerimonie Gennaro Sangiuliano, prezzoliniano e crociano, dantista della domenica e pugnace difensore dell’identità, alla giovane star tv Francesco Giubilei che con la sua casa editrice e la Fondazione Tatarella di cui è presidente, è il braccio armato della Compagnia (dell’Anello, of course, mannaggia ‘sta perfida Albione). Cercano spazi e culture e, in fondo, cercano soprattutto loro stessi. E così in questa riedizione raffazzonata del duello tra strapaese e stracittà l’unica identità a emergere è la solita, quella dell’arcitaliano malapartiano. Chiedere a Giordano Bruno Guerri. Invocano lo spirito di Leo Longanesi e si ritrovano circondati di tanti Guido Keller, il famoso eroe del pitale, il futurista che lanciò la sua pipì sopra il Parlamento. O, peggio, a spellarsi per un Roberto Vannacci.

Tra gli ospiti internazionali del festival, il regista due volte Palma d’oro a Cannes Emir Kusturica, lo scrittore tedesco Ingo Shulze e il musicista e scrittore argentino di origine piemontese Javier Chiabrando. Discendente di una delle tante famiglie piemontesi che hanno varcato le Alpi e attraversato l’Atlantico in cerca di fortuna oltreoceano, secondo un percorso che ora vede, secondo la rotta opposta, una migrazione di ritorno per sfuggire dalla crisi economica che infuria in tanti paesi dell’America Latina. Tra identità perdute e radici ritrovate.

Classe 1965, Culicchia sarà al timone della kermesse in programma poco più di un mese dopo un altro festival intitolato “Giovani Adulti”, diretto dal giornalista della Verità Francesco Borgonovo  che si pone l’obiettivo di coinvolgere, con un’anima pop, i giovani delle periferie cittadine. L’autore di Tutti giù per terra era già stato tra i nomi circolati per la guida del Salone del libro, sponsorizzato proprio da Marrone il quale ne ha sempre apprezzato il coraggio, dimostrato anche con Brucia la città. Culicchia è stato tra gli scrittori di maggior successo anche se forse non il più talentuoso usciti dalla nidiata di Pier Vittorio Tondelli, autore generazionale, tra i primi a sdoganare l’omosessualità. Pubblicava periodicamente antologie di giovani scrittori o aspiranti tali, tra i quali c’era anche l'allora giovane libraio Culicchia, appunto. Da sempre inserito nel sistema culturale dell'establishment torinese, gli va riconosciuto il merito di averne pure fustigato vezzi e tic. Piccola città...

print_icon