RISIKO FINANZIARIO

Una poltrona in Piazzetta (Cuccia) Palenzona punta su Mediobanca

Il nome del numero uno di Fondazione Crt circola come possibile presidente di garanzia del salotto della finanza. L'impasse in vista dell'assemblea di ottobre. Delfin (Del Vecchio) chiede discontinuità e la testa di Pagliaro. Sullo sfondo la questione Generali

Un’altra poltrona, su cui accomodare le generose terga, per Fabrizio Palenzona? Parrebbe di sì. A pochi mesi dall’insediamento alla presidenza della Fondazione Crt, seguito a una serrata battaglia contro il suo ex sodale Giovanni Quaglia al quale mai ha perdonato lo schierarsi con Caltagirone nella corsa mancata alle GeneraliFurbizio torna in pista (in verità, nella sua lunga carriera di collezionista di incarichi, mai ne è uscito) per una corsa che definire un Gran Premio della finanza è poco. 

Il suo nome, insieme a quello dell’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli, spunta come quello del possibile e probabile presidente di Mediobanca. I travagli di Piazzetta Cuccia durano ormai da tempo e una soluzione – quella di una presidenza di garanzia – appare sempre più necessaria e imminente. 

Come riferiscono fonti di ambienti finanziari interpellate da Adnkronos quella di un presidente di garanzia, sarebbe una strada di fatto obbligata dopo che è saltato l'accordo tra Mediobanca e Delfin, la cassaforte degli eredi di Leonardo Del Vecchio detentrice del 19,8%, su una lista unica da presentare per il rinnovo del nuovo consiglio di amministrazione. Respinta l'offerta di quattro consiglieri nella lista dell'istituto, di cui uno destinato a Francesco Gaetano Caltagirone, Delfin tiene il punto sulla richiesta di discontinuità, ottenibile con un nuovo presidente al posto di Renato Pagliaro. Dopo settimane di confronti e trattative senza arrivare a una soluzione, lo scenario di una conta all’assemblea del prossimo 28 ottobre è realistico e, per questo, si lavora a una via d’uscita la meno traumatica possibile. Da qui, il saltar fuori del nome di Palenzona, che Mediobanca conosce bene non foss’altro per essere stato nel cda dal 2001 al 2003 e, nuovamente, dal 2005 al 2007. Big Fabrizio incrocia le questioni di Piazzetta Cuccia, anche recentemente e proprio quando è alle viste il rinnovo della presidenza di Crt. 

Il camionista di Tortona è in viaggio in auto verso Lourdes quando una telefonata lo illumina sulle mosse di Quaglia nella partita sulle Generale. Il volto di Furbizio si oscura al sentire dell’appoggio del suo ormai ex amico a Caltagirone in funzione anti Mediobanca e contro Philippe Donnet. Da lì Quaglia è finito nel mirino di Furbizio, fino a finire impallinato nel suo tentativo di ottenere la riconferma alla guida della cassaforte i via XX Settembre, fallito al pari della scalata di Caltagirone al gruppo assicurativo del Leone. Lo stesso colosso assicurativo per cui l’Ivass ha dato il via libera a Delfin, di salire oltre il 10% in Generali, con possibilità di arrivare fino al 20, riaprendo la partita per il controllo della società triestina, ma con Palenzona al posto di Quaglia.

Partita complessa quella di Mediobanca, intrecciata con Generali, in cui è coinvolta quasi tutta l’alta finanza italiana dove il banchiere piemontese ha estesi e consolidati rapporti. Sarebbe stato lui ad apparecchiare il tavolo in cui nell’estate del 2021 s’attovagliarono Caltagirone e il ceo di Mediobanca Alberto Nagel per evitare lo scontro. L’incontro non ebbe l’effetto desiderato ma confermò la centralità di Palenzona. Un ruolo che oggi torna come possibile soluzione all’impasse di Piazzetta Cuccia, con l’ingresso da padrone di casa nel salotto della finanza senza chiudersi alle spalle la porta della cassaforte piemontese. Nel caso in cui l’ipotesi si tramuti in realtà è assai difficile immaginare, pur a fronte di possibili questioni di compatibilità, Palenzona che molla la guida della fondazione. La sua lunga storia di politico passato presto alla finanza, è un film a titolo capovolto: due (anzi molte di più) poltrone per uno. Lui.

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