PASSATO & PRESENTE

Salvini lascia Botteghe Oscure, troppo cara l'eredità del Pci

Si era insediato qualche anno fa nel sacrario del partito comunista, lanciando il guanto di sfida alla sinistra: "I valori di Berlinguer sono stati raccolti dalla Lega". Ma oggi tra la pigione troppo onerosa e le sconfitte romane ripiega su sedi più decentrate

Addio a Botteghe Oscure. Matteo Salvini ha chiuso il grande portone alle sue spalle, riconsegnando le chiavi dello stabile, al 54 della storica via del centro di Roma dove una volta erano di casa Togliatti e Berlinguer. Lì, il leader degli ex lumbard aveva voluto la nuova sede nazionale della “Lega per Salvini premier”, nel cuore della Capitale, tre anni fa. Ora, a quanto apprende l’Adnkronos il dietrofront, il trasloco da quelle stanze scelte per lanciarsi alla conquista di Roma, a partire dalle sfide (fallite ben due volte) per il Campidoglio.

Quello che colpì tutti fu l’arrivo dei leghisti nell’ex Bottegone del partito comunista italiano. Salvini stesso non nascose la sua soddisfazione per questa rivincita della storia, uno smacco alla sinistra. “I valori di una certa sinistra che fu, quella di Berlinguer” i valori del “lavoro, degli artigiani, sono stati raccolti dalla Lega, se il Pd chiude Botteghe oscure, e la Lega riapre io sono contento, è un bel segnale”, disse nei giorni dell’ingresso il leader leghista, nel luglio del 2020. Motivi legati ai costi, mai ufficializzati ma intorno a 5mila euro di canone mensile per oltre 500 metri quadrati, ma soprattutto collegati all’agibilità del posto – mancanza di parcheggi auto, di servizi e limitazioni della Ztl – hanno spinto oggi il partito, ora al governo con la romana Giorgia Meloni, a non rinnovare il contratto di affitto.

La sede, dove un tempo trovò posto pure la “Bestia” di Luca Morisi, l’agguerrita (e trucida) macchina di propaganda sui social, è stata dismessa, il partito oggi si riunisce in altre spazi più decentrati o in luoghi affittati alla bisogna, per esempio all’interno di alberghi, come successo per il congresso regionali dello scorso settembre che ha visto i leghisti convergere all’Ergife, antica location socialista (e democristiana). Restano pochi gli incontri di rilievo al Bottegone leghista: lì Salvini aveva incontrato Marine Le Pen, nel settembre del 2018 quando ancora il passaggio alla Lega degli uffici dell’Ugl, il sindacato vicino al Carroccio, non era stato formalizzato, lì, da padrone di casa Salvini aveva tenuto il primo federale “romano” nell'estate del 2020. Poi pochi incontri tra i dirigenti regionali, fino all’addio di oggi.

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