GRANA PADANA

Su Salvini sale il gelo del Nord: "Prima del ponte i nostri temi"

Crescono malcontento e preoccupazione per la linea del segretario. Trascurate le istanze nordiste, mentre continua l'assalto di Fratelli d'Italia. Intervista a Giordano, esponente di punta del Carroccio in Piemonte: "FdI ci lancia siluri, concentriamoci sulle nostre battaglie"

“Oltre il ponte c’è il Nord”. Quella che parrebbe un’indicazione geografica, il realtà è un chiaro richiamo ad aggiustare la rotta politica della Lega rivolta a Matteo Salvini. La concentrazione, pressoché totale, del ministro delle Infrastrutture sulla grande opera destinata a unire la Sicilia con il Continente rischia di allontanare fette sempre più cospicue di elettorato dal suo partito in cui cresce la sensazione, o consapevolezza, di veder svanire i temi identitari e fondativi. 

Nell’esortazione a non lasciare al Nord il partito nel guado, nel nome del ponte di Messina, che arriva da uno degli esponenti di spicco del leghismo piemontese, qual è l’ex sindaco di Novara, già assessore regionale e oggi a capo del partito nella sua provincia, Massimo Giordano non è certo una voce fuori dal coro. Forse una delle poche con la forza di dire le cose come stanno. Anche nel burrascoso rapporto che da un po’ di giorni il partito di Salvini vive con quello di Giorgia Meloni, tra galoppate in avanti nel prospettare pesi nella futura giunta del Piemonte o ingaggiare battaglie tra alleati per la guida di alcuni Comuni. 

Partiamo proprio da qui, Giordano. Come vanno le cose con i Fratelli d’Italia? E non dica d’amore e d’accordo, perché il primo a non crederci sarebbe proprio lei.   
“Inutile negarlo, a Oleggio hanno lanciato un siluro al nostro sindaco, Andrea Baldassini che vogliamo ricandidare”. 

Altro che siluro, hanno definito il vostro sindaco “il primo problema da risolvere”. Lei ha risposto che se vogliono la guerra, voi preparate l’artiglieria. Siamo alla tregue armata? 
“Ci siamo incazzati, adesso cerchiamo di riassorbire e trovare un’intesa. Governiamo insieme in un sacco di enti locali, non si può agire in questo modo. Sono fiducioso, ci stiamo parlando…”.

Intanto Fratelli d’Italia già mette i segnaposto sul tavolo della prossima giunta regionale. Aspettata di vedere cosa di lasciano?
“Io dico che prima di prenotare posti, conviene aspettare i risultati”.

Intanto quelli che sono arrivati dal Trentino dicono che il governatore uscente, il leghista Maurizio Fugatti ha rivinto alla grande, ma lo ha fatto soprattutto con la sua lista che se ha contenuto lo sfondamento di FdI, ha visto anche un pesante calo di voti del suo partito. Cosa c’è che non va nella Lega?
“C’è che gran parte del nostro elettorale vede un’identità un po’ annacquata, mentre andrebbe decisamente consolidata”.

Ha smesso di soffiare il vento del Nord?
“No quello soffia eccome e si sente qui al Nord. Il fatto è che sentiamo anche la mancanza di un’identità più forte che ci permetterebbe di recuperare gran parte dell’elettorato”.

Frase usurata, ma sempre valida: tornare alla fondamenta della Lega? 
“Le rispondo senza esitazione: assolutamente sì. Meno tasse, meno Stato, vicinanza ai piccoli imprenditori, pragmatismo delle amministrazioni, lotta agli sprechi sono i temi che devono tornare a contraddistinguere l’azione politica del partito”.

Persi dietro alla rincorsa, sulla strada nazionalista, di Giorgia Meloni?
“In realtà Salvini questa identità credo ce l’abbia dentro, ma va rinvigorita. Noi queste istanze le percepiamo forti”.

E lui?
“Speriamo che questa voce forte arrivi e sia ascoltata”.

Meno ponte, più Nord?
“Effettivamente il ponte non porta consensi al Nord, ma io capisco anche che un Sud infrastrutturato meglio e che funziona di più aiuta tutti. Però oltre al ponte ci vuole più Nord. Qui il grande valore dei nostri amministratori locali ha bisogno di una politica nordista più incisiva. Gli consentirebbe di lavorare ancora meglio e potrebbero essere ancor più da traino”.

Tra un po’ di mesi si voterà in Piemonte, l’accoglimento o meno di queste istanze nordiste peseranno molto sul risultato della Lega, anche rispetto alla possibile e probabile conquista di una parte dell’elettorato da parte di FdI?
“Senza dubbio. Sono una necessità sempre più impellente anche in vista della tornata elettorale. Non c’è più tempo da perdere”. 

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