POLITICA & SANITÀ

Azienda Zero e Città della Salute. 
FdI: due poltrone (tutte) per uno 

I Fratelli decisi a impone il manager La Valle per la Super Asl, lasciandogli pure la guida della più grande azienda ospedaliera (dove è stato necessario l'arrivo di un commissario ad acta). Lega in difficoltà. Da destra avviso di sfratto a Picco. Cirio prende tempo

Più che un assalto alla diligenza sanitaria diretta verso una serie di nomine importanti, quello di Fratelli d’Italia pare addirittura l’assedio di Fort Apache. Nell’azione delle prime file regionali del partito di Giorgia Meloni non c’è neppure più quel velo di ipocrisia che solitamente maschera la realtà delle richieste tra alleati. 

(Quasi) tutto e subito, potrebbe essere il motto facilmente mutabile in diktat di FdI in vista ravvicinata della scadenza degli incarichi alle direzioni generali di Città della Salute di Torino, dell’Asl To3, dell’Asl Città di Torino e soprattutto dell’Azienda Sanitaria Zero. Proprio su quest’ultima si gioca una partita in cui il partito di Giorgia Meloni ha già fatto capire di essere lui quello che dà le carte e intasca la posta. Sovvertendo uno schema che pareva consolidato e che tale certamente era nei propositi della Lega, ma anche dello stesso presidente della Regione. La forza politica che ormai si muove a dispetto dei seggi ma col peso dell’ormai indiscussa leadership data dal quadro nazionale e dalla prospettiva regionale manda senza troppe formalità l’avviso urgente di sfratto al commissario della Super Asl, Carlo Picco. Con una postilla altrettanto chiara: non sarà lui, passando dal ruolo di commissario e quello di direttore generale, a mantenere la guida della struttura che, di fatto, egli ha creato su mandato dell’assessore Luigi Icardi e con il convinto viatico di Alberto Cirio

A capo dell’Azienda Zero, rimpolpata di competenze tra cui tutto il governo dell’Emergenza 118, FdI è deciso a piazzare Giovanni La Valle, il manager rapidamente passato dall’essere presenza fissa agli eventi della Lega e in particolare dell’assessore Fabrizio Ricca, a punta di diamante della dirigenza sanitaria per un altro assessore, quello al Welfare con prospettiva e ambizioni per la Sanità nella futura giunta, il meloniano Maurizio Marrone. Per l’attuale direttore della più grande azienda ospedaliera del Piemonte, dove la Regione è stata costretta a nominare un commissario al fine di uscire da un grave e imbarazzante impasse e gestire la complessa operazione dell’appalto per la realizzazione del Parco della Salute, Marrone non vuole solo, si fa per dire, la Super Asl. Nei propositi dei Fratelli, di fatto annunciati sia pure ancora non formalmente agli alleati e al governatore, per La Valle c’è un doppio incarico: andare al posto di Picco, con la riconferma alla direzione delle Molinette. 

Uno scenario a dir poco inedito, giacché non si trarrebbe di commissariamento protempore, come appunto nel caso di Picco che oggi guida sia l’Asl Città di Torino sia l’Azienda Zero, ma due direzioni generali con una (la Super Asl) di fatto sovraordinata all’altra e con l’eventualità non remota di dover in qualche modo controllare, verificare o surrogare l’operato di tutte le aziende, compresa Città della Salute. Superpoteri quelli che FdI intende affidare a La Valle che, pur con alcune differenze, sono gli stessi che oggi rischiano di costare cari proprio a Picco, l’uomo forte della Lega nella Sanità piemontese e non solo, con quest’ultima caratteristica che certo non gli giova nella resa dei conti anticipata rispetto al voto intrapresa dal partito egemone del centrodestra. 

Le redini della più grande Asl torinese, quelle dell’Azienda Zero e pure la poltrona nel board della Compagnia di San Paolo designato dalla Regione, offrono facilmente il destro a chi da destra sussurra sempre più udibilmente di una bulimia di incarichi da parte del manager, il quale non può certo far troppo conto su una difesa forte da parte di una Lega certamente assai più debole rispetto all’alleato fraterno di nome, meno di fatto. E, comunque, pur a fronte di una situazione oggettivamente anomala, pur se in parte dettata dalla necessità di costituire e avviare la Super Asl, il cambio di passo che intende attuare FdI è quella di un raddoppio di incarichi per l’attuale numero uno della Città della Salute, con esperienze pregresse al San Martino di Genova come direttore sanitario e prima con lo stesso ruolo all’Asl To4. Lì, in quel ruolo alcuni anni fa, bandì un concorso per primario al quale partecipò, vincendolo. Nulla di illegittimo, ma l’allora assessore regionale Antonio Saitta lo invitò caldamente a dimettersi e lui imboccò la strada per Genova. Poi il ritorno in Piemonte, il bando da direttore, la selezione con il passaggio dinanzi alla commissione i valutazione di cui faceva parte Beatrice Borghese, la quale di li a poco, nella primavera del 2021, verrà chiamata da La Valle come direttore amministrativo a Città della Salute.

Passano due anni, Mario Minola va in pensione e serve sostituirlo quale direttore regionale della Sanità. Arriverà dall’Istituto di Candiolo Antonino Sottile, molto stimato da Icardi e non di meno da Cirio. I Fratelli cercano in ogni modo di far sedere su quella poltrona La Valle, trovando resistenza ma non demordendo e ottenendo che il mandato di Sottile sia posto a verifica di metà mandato, ovvero quando ci sarà la nuova giunta il nuovo assessore. Una sorta di contropartita per avere, di lì a non molto, l’Azienda Zero che nel frattempo ha incamerato molte competenze della direzione regionale.

Si verso l’ultimo scampolo di legislatura, Icardi sa e pare non se ne dispiaccia affatto che non sarà più lui il titolare della Sanità, il fianco destro della maggioranza si muove già come azionista di ampia maggioranza della coalizione, La Lega ha tutti i suoi problemi nel lavorare a mitigare il suo ridimensionamento al voto e nella Super Asl Picco vive giorni non facili. Le nuove nomine sono attese a dicembre, ma i meloniani premono, tanto che avevano chiesto di discuterne in una giunta politica già la prossima settimana. Cirio ha spiegato che delle nomine se ne parlerà a fine anno, spostando solo un po’ più avanti l’attuazione di un piano ben chiaro nel partito della Meloni. Per nulla disposto a lasciare qualcosa, anzi pronto a raddoppiare le poltrone per il manager prezzemolino negli eventi della Lega e poi avvinto come l’edera alla fiamma.

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