TERTIUM DATUR

Calenda si fa il suo Terzo Polo.
E in Piemonte vira su Cirio

Consumata la rottura con Renzi resuscita il vecchio progetto in formato mignon con Rosato e Bonetti. Alle Europee "ci rivolgeremo ai partiti dell’Alde-Renew, ma non a Italia Viva". Alle regionali il sostegno al governatore uscente se toglie l'ostacolo Magliano

Mentre Matteo Renzi fa il “Centro”, Carlo Calenda si fa il suo Terzo Polo. Quel progetto di federazione o partito unico – su questa differenza, oltre che per motivi caratteriali si è consumata la rottura tra i due promessi sposi – “chiuso da maggio”, come spiega l’ex ministro, viene resuscitato in formato mignon dal leader di Azione, oggi all’assemblea nazionale del suo partito. “Con Italia viva non prende forma, non ha preso forma per scelta di Renzi, che io rispetto. Lo fara con tantissime persone che da Italia Viva vogliono proseguire questo lavoro”. Calenda conferma che indietro non si torna. “Non andremo alle Europee con Italia Viva, ci rivolgeremo agli altri partiti e movimenti che militano all’interno dell’Alde-Renew, che è la formazione dei liberali e democratici europei”.

E se per la scadenza europea la situazione è ormai definita, per le regionali Azione si muove a macchia di leopardo, in alcuni casi entrando nel campo larghissimo e ingoiando il rospo dei 5 Stelle, in altri virando su candidati moderati o civici con il centrodestra. Come in Piemonte, dove spinto dal suo fiduciario e vicesegretario nazionale Enrico Costa, è a un passo dal formalizzare il sostegno alla ricandidatura di Alberto Cirio. In tal senso si sarebbe espresso lo stesso Calenda in un recente incontro con i parlamenti e i vertici del partito. Il governatore però dovrà al più presto affrontare il veto sulla presenza nella sua lista personale di Silvio Magliano, consigliere dei Moderati, formazione il cui fondatore e dominus incontrastato, Mimmo Portas, sta lavorando al Centro renziano. Se a ciò si aggiungono ruggini passate (e mai superate), è comprensibile che Costa non intenda contribuire (“manco con un voto”) all’elezione di un esponente che potrebbe “il giorno dopo” piantare a Palazzo Lascaris la bandierina renziana. D’altro canto a Cirio la presenza dei Moderati fa comodo per rappresentare lo sfondamento nel centrosinistra (di cui sono stati per quasi 15 anni in coalizione) della sua candidatura, ma non può venir meno ai vincoli di amicizia e lealtà verso Costa (e ai suoi voti nel Cuneese).

Intanto i due galletti del Terzo Po(l)lo sono alle prese con il destino dei gruppi parlamentari. “Lo so che questo argomento è molto appassionante perché va di moda, perché se ne è parlato molto. Ma non me ne importa niente. Per me i gruppi parlamentari sono già sciolti, il rapporto politico con Italia Viva è sciolto, ma non è sciolta l’esigenza che si costruisca una forza che sia una forza tranquilla, pragmatica, radicalmente riformatrice, che superi gli steccati della seconda repubblica”.

Ora riapre il cantiere che, come molti di questi tempi, deve restringere il suo perimetro. “Oggi riparte ufficialmente il lavoro del Terzo Polo, riparte con Elena Bonetti, Ettore Rosato e tanti altri che incontreremo qui”. Azione sta “rifacendo i congressi per la seconda volta e si misura in una classe dirigente di 900 amministratori, alcuni vengono dal Pd, altri dalle liste civiche e altri ancora dal centrodestra. Ma questo è un posto dove le persone possono stare insieme: può stare insieme la Carfagna con Richetti, posso stare insieme io con Enrico Costa, anche se veniamo da storie politiche diverse, perché l’unico vero obiettivo che abbiamo oggi è chiudere la stagione del bipolarismo che ha distrutto il Paese”.

print_icon