DISCORDIA ISTITUZIONALE

Cirio-Lo Russo, duello in Rsa

Sulle nuove modalità di erogazione dell'assegno di accompagnamento scricchiola per la prima volta la concordia istituzionale. Il sindaco si lamenta: "Così i Comuni ci rimettono 30 milioni". Ribatte l'assessore Marrone: "Rispettiamo una legge nazionale"

Sull'indennità di accompagnamento per la residenzialità scricchiola la concordia istituzionale tra Comune di Torino e Regione Piemonte. Non è piaciuta ad Alberto Cirio e al suo assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone la lettera con la quale il sindaco di Torino e i colleghi dei sette comuni capoluogo (metà dei quali sono di centrodestra) chiedono al governatore di trovare quei 30 milioni che al momento gravano sui loro bilanci. Per Marrone, infatti, “Lo Russo ha fatto una ricostruzione assolutamente falsa” della vicenda.

Oggi i Comuni incassano le indennità di accompagnamento Inps di chi usufruisce di servizi come il ricovero nelle Rsa e l’assistenza domiciliare come “compartecipazione” al costo della prestazione, ma non potrebbero e Marrone fa risalire questo cambio di regolamentazione al governo di Enrico Letta, intervenuto sulla materia direttamente con un Dpcm, nel 2013. In questi dieci anni “tutti gli enti gestori dei servizi socio-assistenziali (comunali) l’hanno ignorata, e la Regione che deve fare il regolamento di cornice se n’è lavata le mani”.

Gli anni passavano e la legge restava inapplicata finché “le associazioni dei disabili hanno fatto ricorso al Tar e poi al Consiglio di stato. Poi sono arrivate le sentenze che hanno imposto agli enti gestori di smettere di incamerare le indennità di accompagnamento rispetto agli anziani e disabili che andavano in Rsa” spiega l’assessore.

Quando il non autosufficiente va nella Rsa (o usufruisce di servizi domiciliari), il Comune paga la sua quota con l’indennità di accompagnamento dell’Inps, trattenendola tutta o in buona parte. Ma con l’entrata in funzione della legge Letta questo non potrà più accadere e ai sindaci mancherà una parte di quei fondi. I costi aggiuntivi, ha paventato Lo Russo, finiranno nella spesa corrente dei singoli Comuni se qualcuno (e qui il sindaco tira in ballo la Regione) non trova una soluzione. “Il paradosso è che questi non sono soldi che la Regione deve dare, sono soldi che i Comuni prendevano dalle famiglie”, ribalta l’argomento Marrone, “sono indennità di accompagnamento che l’Inps dà alle famiglie in virtù della non autosufficienza”.

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Al momento la situazione è stata tamponata con un provvedimento regionale che rinvia l’applicazione della “norma Letta” all’anno prossimo, ma non basterà prendere tempo. A differenza di quanto prospettava Lo Russo però, la soluzione per Marrone dovrà essere “di compromesso. Non è che tutte le esigenze di una persona che va in una Rsa siano soddisfatte dalla struttura”.

Secondo l’assessore è giusto che almeno una parte dell’indennità Inps resti al non autosufficiente. “Negli ultimi anni le norme sulla non autosufficienza vanno verso la personalizzazione del progetto di assistenza. In questo contesto è giusto valutare caso per caso”, per esempio lasciando più reddito nel caso si tratti di persone più vitali e quindi con più bisogni, meno nel caso di allettati. In tutti i casi, “la soluzione è normativa. Non può essere dove trovare i 30 milioni”. Lo stesso concetto, ora più sintetico, Marrone lo ha spiegato nella risposta, scritta a quattro mani col governatore Cirio, agli otto sindaci dei capoluoghi piemontesi, che si sono lagnati delle maggiori spese a loro carico: “Non esiste nessuna intenzione da parte di questa amministrazione di voler far ricadere ulteriori spese sui vostri bilanci” ma “esiste una normativa da rispettare”.

 E la situazione legale al momento non è il massimo. L'avvocatura ha spiegato alla Regione che è inutile insistere: qualsiasi modificazione della situazione attuale tramite legge regionale è destinata a soccombere. Del problema va investito il Parlamento, ed è il motivo per cui il 20 novembre, all'incontro coi sindaci convocato al Grattacielo della Regione, sono stati invitati anche i piemontesi eletti a Roma.

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