POLTRONE & POLITICA

Fuori dai giochi della Compagnia, Saracco in corsa per il Centro Ai

Lo Russo non ha fatto il nome del rettore del Politecnico per la fondazione San Paolo. "Piuttosto si taglia i sinquidetti", dicono dal suo entourage. Ma per il pirotecnico professore è pronta un'ottima sinecura: la guida dell'istituto per l'intelligenza artificiale

Mentre si fa sempre più stretto il cammino verso la presidenza della Compagnia di San Paolo con la concreta ipotesi di concludersi con la porta corso Vittorio Emanuele irrimediabilmente sbarrata, per Guido Saracco pare spalancarsene un’altra, non meno prestigiosa e dal futuro quasi tutto da scrivere. Il quasi ex rettore del Politecnico, secondo più fonti autorevoli, sarebbe destinato ad assumere la guida del Centro nazionale per l’Intelligenza Artificiale, per il quale è stata recentemente confermata la sede a Torino da parte del ministro Adolfo Urso. Il titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy, un mese, fa scelse proprio il l’Ateneo di corso Duca degli Abruzzi e l’inaugurazione del suo anno accademico non solo per fugare ogni dubbio sulla collocazione del Centro, ma anche per affermare con decisione il ruolo di questa istituzione il cui percorso era stato fino ad allora non poco travagliato. 

“Abbiamo finalmente definito lo statuto che permetterà di attivarlo subito – aveva spiegato Urso – dando impulso all’attività di Torino e alla sua capacità di guidare un processo di trasformazione che non deve intimorirci”. Le ragioni per alimentare più di un timore, in effetti, non erano mancate, tanto da far adombrare il rischio che anche quella sulll’Intelligenza Artificiale potesse diventare l’ennesima promessa tradita. Nata nel 2020 l’idea del Centro anziché svilupparsi pareva ridimensionarsi e così fu con il Governo di Mario Draghi che la ridusse a polo applicato solo aautomotive e aerospazio. La svolta arriva con l’esecutivo di Giorgia Meloni e con l’accelerazione che porterà l’istituzione non più limitata al settore automobilistico, ma come previsto dallo statuto, aperta agli altri temi. I rapporti politici di Saracco sono piuttosto trasversali e, sarà forse un caso oppure no, proprio ieri il suo nome è comparso tra i partecipanti agli Stati generali del Lavoro indetti da Fratelli d’Italia con tutto il suo stato maggiore (ministri, tra cui Urso, e assessori con in testa Elena Chiorino della Regione Piemonte)

ll progetto, fatto non da poco, conta già su un finanziamento di 20 milioni l’anno, mentre per la sede sono in ballo l’area Tne a Mirafiori e quella della Cittadella dell’Aerospazio in corso Marche. Nell’accelerazione impressa non può che essere compresa anche la scelta della figura cui attribuirne la guida. E, pur ancora senza alcuna ufficialità, quella sul quasi ex rettore pare prossima a compiersi. Del resto a Saracco, non mancano certo titoli e cursus accademico, in più è stato tra coloro che hanno lavorato all’idea e alla sua realizzazione dell’istituzione, attesa dal mondo imprenditoriale non meno che da quello scientifico, oltre naturalmente da Regione e Comune.

E proprio a Palazzo di Città bisogna guardare ancora una volta, per trovare traccia della deviazione di percorso “imposta” a Saracco. Che il “Magnifico” puntasse alla presidenza della Compagnia di San Paolo non è affatto un mistero, così come perfidamente non è rimasto un segreto nelle mura del municipio quella che in quegli ambienti viene definita l’“autocandidatura” del rettore proposta al sindaco, titolare per prassi dell’indicazione di colui che dovrà succedere a Francesco Profumo al vertice della fondazione di corso Vittorio Emanuele. Non esaurita la dose di curaro, sempre da ambienti assai vicini a Stefano Lo Russo viene raccontato che piuttosto di aderire alla richiesta di Saracco, sostenendolo nella scalata alla Compagnia, il primo cittadino avrebbe, come si dice edulcorando la metafora, sacrificato i suoi gioielli di famiglia. Pur meno tesi di un tempo, quello che precedette le elezioni comunali per le quali spuntò l’ipotesi del rettore, i rapporti tra i due non sono quel che si dice un idillio e questo dev’essere risultato ulteriormente più chiaro a Saracco dopo l’incontro con il professore del suo Politecnico, pro tempore alla guida della città.

E così, se quello che per un po’ è parso poter essere un duello tra Saracco e l’economista Giorgio Barba Navaretti, torinese trapiantato a Milano ma con solidissimi legami (soprattutto con la famiglia Agnelli-Elkann) con i nomi che contano dell’establishment economico subalpino, ora vede uscire di scena il primo, lasciando spazio al nome che sarebbe nel cuore di Lo Russo, ovvero l’ex rettore del Politecnico, Marco Gilli, oggi addetto scientifico dell’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti. Per colui che sei anni fa ne raccolse il testimone accademico la strada verso la Compagnia si presenta ormai come un vicolo chiuso, larga e tutta in discesa quella che potrebbe condurlo a guidare il Centro nazionale per l’Intelligenza Artificiale.

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