GIUSTIZIA

Palavela 6 anni dopo: archiviato. Un'altra indagine finita nel nulla

Partita nel 2017 dal pm Colace l'inchiesta ha coinvolto oltre al "re dei concerti" Muttoni, il direttore di Parcolimpico, dirigenti del Comune, un ex assessore. Varie le ipotesi di reato, dalla turbativa d'asta a tentata estorsione a peculato - DOCUMENTO

Un’altra inchiesta della procura di Torino si conclude con un nulla di fatto. Il gip Luca Del Colle ha definitivamente archiviato l’indagine iniziata nel 2017 dal pm Gianfranco Colace e della sezione di polizia giudiziaria dei Carabinieri coordinata dal Tenente Colonnello Luigi Isacchini, nella quale sono rimasti indagati per oltre 6 anni, Giulio Muttoni, patron della Set Up Live, suo figlio Giuseppe, il direttore generale di Parcolimpico Daniele Donati, l’ex capo di gabinetto della sindaca Chiara Appendino, Paolo Giordana, l’ex assessore Francesca Leon, i dirigenti del Comune di Torino Paolo Lubbia e Massimo Giusio, l’allora vicedirettore generale di Palazzo civico Giuseppe Ferrari, il titolare di una società di sicurezza Giuseppe Giusto e il poliziotto Giuseppe Guarnieri, all’epoca in servizio al Commissariato di Torino San Secondo.

L’indagine, da quello che si legge dall’archiviazione, nasce a fine marzo 2017, a seguito di alcune annotazioni di polizia giudiziaria scaturite da informazioni giunte da una fonte confidenziale rimasta anonima e da Antonio Cavallo, investigatore privato, titolare della Tci Investigazioni, nonché presidente regionale della Federpol. Da tali sommarie informazioni sarebbe emerso un tentativo di estorsione da parte di Donati (unitamente a un noto pregiudicato per reati contro la persona e il patrimonio Antonio Masotina e a Lorenzo La Rosa, socio di Set Up) ai danni della Palavela Srl, società riconducibile a Giulio Muttoni, che sarebbe stata costretta ad affidare i servizi di sicurezza alla società di Giusto, ma gestita da Masotina, a sua volta “collegata” a Set Up. «A dire della fonte confidenziale i pregiudicati Masotina e La Rosa erano legati da circa un ventennio, essendo costoro una sorta di “braccio armato” della SetUp/Muttoni». Certamente su una cosa la fonte era male informata: La Rosa non era e non è un pregiudicato. Cavallo, rincarando la dose, arriva a supporre di essere stato estromesso dalla gestione della sicurezza degli eventi, a favore di Giusto, “longa manus” di Muttoni, depositando alla Pg, a riprova della sua tesi, anche delle registrazioni da lui eseguite con vari interlocutori. Le intercettazioni disposte a seguito di queste notizie (3 faldoni) tra cui anche quelle su Muttoni, già intercettato nella cosiddetta “Bigliettopoli” per 24mila volte, non portavano a nulla.

Anche la sospetta turbativa d’asta per l’aggiudicazione della manifestazione Piemonte Ice, si conclude con un nulla di fatto. Stessa sorte per il tentato peculato addebitato a Giordana, Ferrari e Lubbia relativo ad un possibile affidamento pilotato da parte di Urban Lab. Idem per il reato di turbativa d’asta in relazione all’affidamento dei servizi di sicurezza per il Capodanno 2017.

Leggi qui l'atto di archiviazione

Nonostante ciò, il pm Colace, convinto della fondatezza delle accuse, a dicembre 2020 dispose perquisizioni a tappeto, senza che a quanto pare vi fosse un ritorno investigativo. Infatti il Procuratore Generale nel motivare l’archiviazione citava testualmente: «Da tale momento non si procedeva ad ulteriore attività istruttoria né dalla P.G. delegata alle indagini né direttamente da parte del P.M. ed in particolare non si procedeva agli interrogatori degli indagati (se non per Guarnieri)». Tutto lasciato lì, a bagnomaria, indagati compresi.

Tutto tace, fino al 9 maggio di quest’anno quando l’avvocato Fabrizio Siggia, difensore di Muttoni, richiede reiterate spiegazioni al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Torino, lamentando l’inerzia investigativa del dottor Colace. Il Pg Francesco Saluzzo il 15 settembre risponde dichiarando di aver provveduto ad avocare a sé il procedimento, anche a seguito di due diversi solleciti fatti al pubblico ministero cui lo stesso non avrebbe dato riscontro. Saluzzo ha comunque inviato gli atti al Csm per valutare eventuali provvedimenti disciplinari.

Insomma, alla fine della fiera, anche questa indagine, l’ennesima su Muttoni e le società di sicurezza collegate, si chiude nel nulla, lasciando però la sensazione che per molti anni, almeno a partire dal 2014, vi sia stata una “particolare attenzione” nei confronti delle sue attività imprenditoriali.

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