POLITICA & GIUSTIZIA

Smog, ora tocca a Cirio (e Marnati). Indagine sulle misure della Regione

Dopo Chiamparino, Fassino e Appendino la Procura di Torino apre un secondo filone ed estende gli accertamenti fino al 2023. L'accusa: inquinamento ambientale in forma colposa. Arpa incaricata di ricostruire l'andamento della qualità dell'aria

Un secondo fascicolo di indagine sullo smog a Torino è stato aperto dalla procura. Gli accertamenti riguardano il periodo 2020-2023. Il primo procedimento era sfociato, lo scorso ottobre, nella richiesta di aprire un processo in tribunale a carico dell’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino, degli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino e di altri amministratori per il reato di inquinamento ambientale in forma colposa. Alla sbarra anche i loro assessori all'Ambiente dell'epoca (Alberto Valmaggia, Enzo Lavolta, Stefania Giannuzzi e Alberto Unia). Il nuovo filone riguarda, per il momento, il governatore Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, i cui nomi erano stati stralciati dal fascicolo precedente. La procura ha incaricato l’Arpa (agenzia regionale per la protezione ambientale) di ricostruire, attraverso i dati raccolti giorno per giorno nel corso degli anni, l’andamento della qualità dell’aria in città nel periodo preso in esame.

L’inchiesta avviata dal pm Gianfranco Colace e l’aggiunto Vincenzo Pacileo è partita da un esposto del comitato Torino Respira, ma dopo una richiesta di archiviazione per scadenza dei termini, cui proprio il comitato si era opposto, le indagini sono proseguite. Sono state assegnate tre consulenze: una epidemiologica per capire la correlazione tra aumento della mortalità e smog, una chimica per far luce sulla diversa pericolosità degli inquinanti e una urbanistico-amministrativa necessaria a chiarire cosa avrebbero potuto fare di più i politici per contrastare il fenomeno. La Procura vuole accertare l’esistenza di una correlazione diretta non solo tra l’inquinamento atmosferico e la crescita dei morti in Piemonte e a Torino, ma anche con l’adeguatezza (o meno) delle misure amministrative adottate da Comune e Regione.

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