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Torino capitale della Cultura, ma Lo Russo taglia i fondi

Il sindaco candida il capoluogo piemontese per il 2033 però intanto riduce i contributi a enti e fondazioni. Tra spesa corrente e investimenti la previsione per il 2024 è di una sforbiciata da 1,7 milioni. Salta il finanziamento al progetto Tap del Teatro Stabile

Torino capitale europea della Cultura nel 2033? Mancano dieci anni e il sindaco Stefano Lo Russo prepara la candidatura con una bella sforbiciata, proprio agli stanziamenti per le attività di fondazioni e associazioni culturali. Tra spesa corrente e investimenti, infatti, lo scorso anno il Comune aveva stanziato 23,3 milioni, mentre nel preventivo 2024 la previsione è di spenderne 21,6. Quasi due milioni in meno che si riflettono in buona parte sugli investimenti (da 1,7 milioni a 600mila euro) ma anche sulla cosiddetta spesa corrente e cioè sui fondi per gli enti del settore.

Alcuni stanziamenti sono addirittura scomparsi come i 415mila euro che fino all’anno scorso Palazzo Civico aveva destinato a Torino Arti Performative, progetto gestito dalla Fondazione Teatro Stabile e destinato a tutti quei soggetti attivi nel campo del teatro, della danza e del circo contemporaneo. Nella sua relazione, durante la Quinta Commissione, l’assessora Rosanna Purchia snocciola obiettivi e successi ottenuti fino a questo momento. Primo fra tutti proprio Torino capitale della Cultura, ma anche Città del libro. E infine il “risorgimento” della Galleria di arte moderna. Tutte cose da fare con meno soldi dell’anno scorso pur in un momenti di espansione degli stanziamenti da parte del Comune grazie alle entrate straordinarie garantite dal Patto per Torino, firmato nel 2022 dall’allora premier Mario Draghi.

Tra gli enti che subiscono una sforbiciata c’è anche la Fondazione per la Cultura che passa da 1,754 milioni a 1,690 milioni (-64mila euro). Confermati invece i 150mila euro versati per i corsi di formazione musicale presso il Centro interculturale di corso Taranto. Perde 100mila euro anche il Polo del Novecento che torna a 300mila euro dopo aver goduto di un “contributo straordinario” nell’anno in corso per le celebrazioni dell’80° anniversario della Resistenza. Confermato, infine, il taglio da 250mila euro sul contributo al Museo Egizio che era già stato applicato lo scorso anno quando era passato da 600 a 350 mila euro. Purchia nega i tagli, i dati dicono altro e cioè che nel 2022 il Comune erogava contributi al sistema culturale per 19,07 milioni, che quest’anno sono stati ridotti a 18,93 e che l’anno prossimo scenderanno ulteriormente a 18,35. Questo per quanto riguarda la spesa corrente.

Protesta l’opposizione che con Pino Iannò (Pensiero Libero) si chiede “perché a fronte di un aumento di molte voci di spesa, proprio la cultura subisca una contrazione”. Sarcastico il capogruppo del Movimento 5 stelle Andrea Russi secondo il quale il sindaco Lo Russo “forse vuole candidare Torino a capitale dei tagli alla Cultura”.

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