POSTE DELLA LAPPONIA

Il Pd scrive a Stellantis ma non trova l'indirizzo. E chiedere a Lo Russo?

Letterina di Natale dei dem torinesi preoccupati dalle crisi dell'indotto. Il segretario Mazzù è però assalito dalla sconforto: "Dove sei? Non sappiamo se esisti…". Il dilemma è dove mandare la missiva: Amsterdam, Londra, Parigi?

Cara Stellantis, ti scrivo così mi distraggo un po’. Manda una “letterina di Natale” ai vertici del gruppo automobilistico il Pd di Torino ma non trova l’indirizzo. Il segretario Marcello Mazzù è sconfortato, come quei bimbi quando scoprono la verità su Babbo Natale: “Dove sei? Non sappiamo se esisti…”, si dispera. “Vogliamo lo stesso scriverti che il Pd c'è ed è a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici. Ci dispiace che tu non voglia essere qui con noi a Torino, e che tu abbia l’intenzione di andare all’estero, ma sappi che noi continueremo a lottare e a non rassegnarci al fatto che Torino perda la sua vocazione manifatturiera”. Parole affilate come lame, impegni precisi e stringenti. Ad armare la penna dei democratici subalpini è la preoccupazione per le sorti di Lear Corporation, di TE Connectivity e di “molte altre aziende in crisi”, oltre 600 lavoratori per i quali non saranno certo feste serene. “L’altro giorno come Partito Democratico, eravamo a Collegno alla fiaccolata di Solidarietà a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici – prosegue Mazzù –. C’era tanta sofferenza e tanta rabbia tra i manifestanti, ma anche tanta voglia e determinazione a non rinunciare al lavoro e ai propri diritti”.

Resta sempre il problema dove recapitare la letterina: ad Amsterdam, dove ha il domicilio legale, presso la sede fiscale di Londra o a Parigi, all’attenzione del Ceo Carlos Tavares? Magari non ci hanno pensato, ma la soluzione ce l’hanno in casa, anzi nel partito. Potrebbero chiedere l’indirizzo al sindaco Stefano Lo Russo, sicuramente nella sua agenda c’è il recapito giusto, a giudicare dai rapporti più che cordiali che lo legano al rampollo della casata, il nipote dell’Avvocato John Elkann. L’alternativa è quella di andare alla messa del 25 in Duomo e chiedere al vescovo Roberto Repole. È un uomo di Chiesa e persona perbene, a differenza nostra mai li manderebbe a farsi a benedire.

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