FINANZA & POTERI

"Basta professori in Compagnia", fronda industriale pro Porchietto

I presidenti di Unione e Api comunicano a Lo Russo i propri desiderata per la fondazione San Paolo. Poche chance per l'ex parlamentare berlusconiana, spunta anche il nome di Dal Poz. E in Camera di commercio monta il malumore. Oggi Gallina dal sindaco

Basta con i professori, serve un esponente dell’impresa. Questa, a quanto riferiscono insider di Palazzo Civico, il messaggio recapitato al sindaco di Torino dal numero uno dell’Unione industriali Giorgio Marsiaj e dal presidente di Api Fabrizio Cellino. La partita, neanche a dirlo, è quella che riguarda il nuovo vertice della Compagnia di San Paolo. I due si sarebbero presentati al piano nobile di Palazzo Civico con una richiesta ben chiara: chiudere la stagione degli economisti e dei rettori del Politecnico per aprire quella, ai loro occhi più pragmatica, di un uomo o donna d’impresa.

La sortita avrebbe indispettito non poco i vertici delle altre categorie datoriali: commercianti e artigiani su tutti. Non sfugge, infatti, l’irritualità della procedura scelta dalla coppia industriale. Api e Unione industriali non hanno, infatti, alcun titolo per proporre nomi o indicare candidature, poiché è semmai il sistema camerale, in cui tutte le categorie sono rappresentate, che secondo lo statuto della fondazione di corso Vittorio Emanuele deve esprime le rose per i componenti del Consiglio generale. Incuranti di questo, invece, i due avrebbero addirittura indicato dei nomi: il primo è quello di Claudia Porchietto che è sì donna di impresa – in passato è stata al vertice proprio dell’organizzazione oggi presieduta da Cellino – ma soprattutto è un esponente politico a tutto tondo, ex parlamentare di Forza Italia e prima ancora assessore regionale della giunta di Roberto Cota, che l’aveva premiata con le deleghe al Lavoro dopo la candidatura alla presidenza della Provincia di Torino, nel 2009. Insomma, sono quindici anni che Porchietto è a tutti gli effetti una delle più autorevoli personalità del centrodestra subalpino.

Un’appartenenza non solo rinnegata, ma neanche abbandonata dopo la mancata rielezione, cosa che rende difficile il suo passaggio nei ranghi della fondazione non foss’altro per l’aperta contrarietà dell'Acri (la potente associazioni che racchiude le fondazioni bancarie). C’è poi un problema tutto politico visto che la golden share sulla nomina del successore di Francesco Profumo è nelle mani di Stefano Lo Russo: per quanto possa essere di ampie vedute e refrattario a logiche di mera spartizione partitica è assai improbabile che il sindaco Pd possa proporre una figura che fino a pochi mesi fa sedeva sui banchi parlamentari tra le fila dei berlusconiani. Come minimo se lo mangiano vivo..

L’altro nome che i due avrebbero in serbo è quello di Alberto Dal Poz, già presidente dell’Amma e uno dei tanti vice di Marsiaj: ipotesi che sembra volta in particolare a sistemare equilibri all’interno di via Vela, dove pure si va al rinnovo delle cariche, piuttosto che a garantire una guida solida alla Compagnia. Anche su Dal Poz, tuttavia, ci sarebbero delle controindicazioni, a partire dai rapporti che la sua azienda avrebbe con la banca di cui la fondazione di corso Vittorio è primo socio istituzionale. Oggi a bussare alla porta del sindaco è il presidente della Camera di Commercio, Dario Gallina. Nei prossimi giorni tirerà le somme del suo giro di ricognizione con il governatore Alberto Cirio. I giochi sono ormai alla stretta finale.

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