ECONOMIA DOMESTICA

Per le pmi un 2024 "durissimo": calano produzione e fatturato

Gli indicatori sono tutti in contrazione e gli imprenditori vedono nero. Resta la volontà di investire. Negativa la fiducia del manifatturiero: -17,6% nella mobilità e -23,3% nell'industria. Cellino (Api): "Occorrono stabilità e lavoro di squadra"

Il 2024 per le piccole e medie imprese di Torino sarà un anno durissimo. Dopo un 2023 negativo soprattutto nella seconda parte, l’indagine dell’Ufficio Studi dell’Api rivela un quadro nerissimo anche per quest’anno, almeno nei primi sei mesi. Sono in calo produzione (-12%), ordini (-8,7%) e fatturato (-10,3%). Le imprese della mobilità, che rappresentano il 54,5% del campione, sono molto pessimiste. Il grado di fiducia del manifatturiero risulta negativo: -17,6% nella mobilità e -23,3% nell’industria. Il livello di fiducia cresce solo nelle imprese dei servizi (+42,3%).

Per il primo semestre è previsto un nuovo aumento della quota di imprese che ritiene di dover ricorrere alla cassa integrazione (16%), in crescita del 4,8%. Se nel secondo semestre 2023 i livelli occupazionali hanno tenuto segnando un saldo ancora positivo, pari al +4,1%, le previsioni sono negative con un saldo atteso pari a -1,7%. Prevede assunzioni per il prossimo semestre il 41% delle imprese contro il 45,7%.

Crescono, invece, gli investimenti, previsti dal 38,2% delle imprese (32,5%): riguardano l’acquisto di nuovi impianti e macchinari, il rafforzamento delle competenze del personale occupato, attività di ricerca e transizione digitale.

“Si tratta delle conseguenze di una condizione interna al Paese e di quanto sta accadendo nel mondo. Le incertezze dei mercati e delle politiche, l’andamento dei costi dell'energia e delle materie prime, e in particolare il costo del denaro generano una sostanziale impossibilità a effettuare previsioni anche nel medio termine e rendono ancora più difficile lo sviluppo o la sostenibilità stessa delle pmi in un momento in cui liquidità e redditività sono in sofferenza” commenta il presidente dell’Api, Fabrizio Cellino. “L’unica strada percorribile – aggiunge – è quella dell’innovazione e delle alleanze ma anche delle riforme. Le imprese non chiedono sussidi ma condizioni accettabili per investire e fare programmi di sviluppo e crescita, per creare ricchezza e occupazione. Non vogliamo rinunciare alla nostra missione: alcuni dati come quelli relativi agli investimenti riportano la volontà di andare avanti”.

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