VERSO IL VOTO

Aria di sbaracco in Piemonte, centrodestra in un lago di guai

Inizio d'anno in Consiglio regionale, maggioranza e opposizione hanno ormai la testa alle elezioni. C'è chi preme per le ultime "attenzioni ai territori", ma la legge sul nuovo parco dei 5 laghi nel Canavese salta. Tensioni tra Lega e FdI, Allasia corteggia Zambaia

Aria da ultimi giorni in Consiglio regionale, quando è ancora presto per fare le valigie ma nella testa è già finita. Vale per le storie d’amore e per le vacanze, vale anche per lo scranno a Palazzo Lascaris. E pure per la maggioranza di centrodestra, che si squaglia sull’unica legge di giornata.

La seduta comincia comoda, verso le 11, quando l’argomento principale sembra il pranzo. Ma qualcosa è cambiato. L’alleanza Pd 5-Stelle, che ha tenuto banco l’intero autunno, è più lontana che mai, e ha stancato un po’ tutti. Se prima era d’obbligo dire scherzando “abbiamo fatto l’accordo”, ora la battuta ha stufato sia grillini che democratici. Lungo i corridoi si aggirano pensosi il segretario piemontese del Pd Domenico Rossi e la coordinatrice regionale del Movimento Sarah Disabato, in attesa di un’idea o anche solo di una telefonata.

Tra i banchi della maggioranza e quelli dell’opposizione il pensiero è a quel che sarà. C’è chi da mesi non si fa più vedere, come il leghista di Novara Riccardo Lanzo, che da quando ha rotto con Massimo Giordano e ha capito che non sarebbe più stato ricandidato ha tirato in anticipo i remi in barca dedicandosi alla florida attività di avvocato. C’è chi sbaracca e chi ci crede ancora. Sono 22 i consiglieri in quota Lega, al prossimo giro saranno se va bene circa la metà, mentre in Fratelli d’Italia veleggiano tutti verso una più che probabile riconferma. Il più teso è il meloniano Davide Nicco, messo a guardia del fortino e attento che nessun zompa fosso dell’ultimo momento si presenti sull’uscio per un posto in lista: è lui il peggior nemico di Claudio Leone che da mesi aspetta notizie da FdI, ma ormai è quasi rassegnato: non ne ha avute finora e non ne avrà.

In questo scenario la pausa pranzo assume un ruolo centrale nella giornata del consigliere. Il presidente d’aula Stefano Allasia e il cinquestelle Ivano Martinetti sono indecisi su dove mangiare (“carne stavolta”). Scelgono il sushi, invece, la leghista Sara Zambaia, Disabato e l’uomo del presidente Cirio a Palazzo Lascaris, Davide Balena, l’autoproclamato Mr Wolf (“risolvo problemi”) della maggioranza. Verso le quattro, prima di andarsene, dirà profetico: “Ora possono cominciare a fare casino”.

Il pomeriggio di un giorno da Cane (Andrea, leghista attivo nel Canavese) intanto è già cominciato. Ore 14, sta per iniziare il question time, che anticipa la seduta pomeridiana, e l’aula è semideserta. Mentre il resto dei consiglieri si riempie la pancia, Cane è protagonista di un battibecco serrato con l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, che è anche suo compagno di partito. Chiede risorse (chissà per cosa), ma Icardi scuote la testa: “Ho una carenza pazzesca di medici, cosa faccio, chiudo i reparti qua?”. “Preferisco un no che un ni”, gli risponde Cane, schiena dritta. “Digli che siamo in difficoltà” la chiude l’assessore.

È solo la prima tappa del suo calvario: sarà sempre Cane a mettere la faccia sul piatto forte (si fa per dire) della giornata, il provvedimento per istituire sopra Ivrea il Parco dei cinque laghi (o “delle sette pozzanghere”, sfottono in maggioranza). Anche se il centrodestra l’ha approvato sia in giunta che in commissione, ora gli alleati si sfilano. Forza Italia se ne va in massa (Balena compreso), Fratelli d’Italia non partecipa al voto ma si gode lo spettacolo e anche tra i leghisti le defezioni si sprecano, a cominciare da quella dell’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa, presente in aula. “Ma allora perché lo avete votato in commissione?”, si lamentano con gli alleati. La risposta non arriva. Il capogruppo di Fdi Paolo Bongioanni alza le spalle sornione: “Ne abbiamo già tanti di parchi, sono contro la parchizzazione del Piemonte”. In molti nel Carroccio ammettono che un provvedimento del genere, inviso alla Coldiretti, “non si può portare in aula a sei mesi dal voto. Ci facciamo del male da soli”. Le urne incombono e stare fermi è il modo migliore per evitare passi falsi.

Tra i "fratelli" il clima è apparentemente sereno. Se l'assessore Chiorino si è scrollata di dosso la tensione per il caso Pozzolo-Delmastro (quest'ultimo è a lei vicinissimo) prendendosela con l’Edisu guidata dal leghista Alessandro Sciretti per via dei ritardi nell’erogazione delle borse di studio universitarie, gli altri stanno senza pensieri. Carlo Riva Vercellotti resta in aula ma non schiaccia alcun pulsante e si dedica alle pubbliche relazioni.

Così quando si votano gli articoli di legge il numero legale manca due volte, ogni volta seguito da una sospensione dei lavori di mezz’ora. Alle macchinette del caffè, Allasia ricorda a Zambaia i problemi veri: "Quando cominciamo a fare campagna elettorale?”. Cane invece crede ancora nel parco, e si è impratichito nelle battute sugli animali: “Giochiamo al gatto e il topo”. Gli va male: quando il numero legale manca per la terza volta chiederà al presidente Allasia di proseguire la votazione sull’articolato ma invece verrà votata, su invito dei democratici, la chiusura della seduta che passa con 16 voti a favore e 13 contrari. Il gatto si è mangiato il topo.

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