VERSO IL VOTO

Calenda scambia Cirio per Gobetti
ma per dire sì serve ancora tempo

Lo sanno anche i sassi (e pure Giuntoli) che la decisione è già stata presa: In Piemonte Azione sosterrà il governatore uscente del centrodestra. "Se c’è una linea moderata e liberale, non ci devono stare i candidati con la celtica o che fanno il saluto romano"

Azione al ralenti. Il traguardo è definito ma prima di comunicare con i sacri crismi dell’ufficialità il sostegno al governatore uscente del Piemonte, Alberto Cirio, va preparato il terreno, anche per limitare gli inevitabili contraccolpi: Parlare di scissione è un’iperbole ma di certo il drappello di dirigenti (molti nel frattempo diventati ex) che guardano più volentieri al centrosinistra è sul piede dii guerra e attende a scatenare la sarabanda. E così, a dispetto di una scelta in verità già maturata, Carlo Calenda abbozza: “Non abbiamo preso ancora la decisione”, afferma l’ex ministro a margine della presentazione del suo libro a Milano. Lo fa soprattutto per mettere a tacere i malumori interni dopo le parole di Osvaldo Napoli, con il quale raccontano sia piuttosto arrabbiato (“Che bisogno c’è di continuare ad agitare tutti?”), nonostante abbia fatto affermazioni non dissimili da quelle espresse da Matteo Richetti.

“Noi riteniamo Cirio un moderato e per noi la cosa importante è cercare di riunire le aree liberali, popolari, riformiste e socialdemocratiche”, ha aggiunto rivelando che “Cirio è una persona che s’ispira molto al lavoro di Gobetti, quindi figuriamoci”. Sorbole, questa sì che è davvero una sorpresa, i più ignoravano che il Gran Albese avesse nell'autore della Rivoluzione liberale il proprio nume, quindi comprendiamo il travaglio del Churchill dei Parioli, un patimento il cui esito lo stesso Calenda aveva già rivelato poco tempo fa a Massimo Giuntoli, l’ex presidente dell’Ordine degli architetti torinesi, candidato (non eletto) alle scorse Politiche, che la fronda interna guidata da Cristina Peddis immaginava come candidato governatore del Terzo Polo: “Andiamo su Cirio”, gli aveva detto chiudendo ogni discorso.

Oggi però era il giorno del mezzo passo indietro: “Non è una decisione che è stata presa e chiusa – ha dichiarato –. Io voglio vedere i programmi e voglio vedere i candidati, perché se c’è una linea moderata e liberale, addirittura liberale-gobettiana, allora non ci devono stare i candidati con la celtica o che fanno il saluto romano, perché Gobetti non lo avrebbe accettato. Questa – ha concluso – è una cosa che non è verificata”. Appuntamento alla prossima dichiarazione.

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