FINANZA & POTERI

Acri, Palenzona benedice Azzone (ma l'assalto è solo rimandato)

Il Camionista di Tortona si ferma un giro e, costretto dall'asse Guzzetti-Profumo, dà il suo placet al presidente di Cariplo per la guida dell'associazione tra le fondazioni. Il mandato però è di solo un anno, quindi... Nei giochi su Cdp Miccichè in calo

Avrà il sigillo dell’unanimità l’elezione alla presidenza di Acri di Giovanni Azzone. E pure la benedizione di Fabrizio Palenzona, fino a pochi giorni fa suo concorrente nella corsa verso la guida della potente associazione che riunisce le fondazioni di origine bancaria. Un viatico, quello di Furbizio nei confronti del presidente di Cariplo, che potrebbe tuttavia durare poco. Giusto un anno, perché sarà questa la durata del mandato che verrà conferito all’ex rettore del Politecnico di Milano. Il motivo sta nelle dimissioni anticipate che l’attuale numero uno di Acri, Francesco Profumo, ha rassegnato dalla Compagnia di San Paolo (per garantirsi il periodo di freezing necessario per aspirare, nel 2025, alla presidente di Intesa Sanpaolo) e di conseguenza il contestuale abbandono della poltrona ereditata dal monarca della finanza bianca lombarda Giuseppe Guzzetti.

Contrariamente a quanto ritenuto da molti (e a molti fino a oggi sottaciuto), quello che si prepara per Azzone sarà un mandato assai breve, dodici mesi alla scadenza dei quali si dovrà tornare a votare. Quasi una sorta di “interim”, sia pure suggellato non da prassi, ma da una vera e propria incoronazione. Elezione che fino a pochissimo tempo fa era stata preceduta da una corsa a due, Azzone appunto e il presidente della Fondazione Crt che proprio l’approdo a quella carica aveva perseguito con determinazione, lasciando sul terreno l’ex numero uno Giovanni Quaglia, anche e soprattutto per spianarsi la strada verso il vertice di Acri. Un obiettivo che per Big Fabrizio potrebbe essere solo rimandato di un anno. Nel frattempo il “camionista di Tortona” da avversario si è tramutato in sostenitore di Azzone, tanto da averlo invitato, come a riconoscerlo già presidente, alla prossima riunione del raggruppamento di 15 fondazioni del Nord Ovest in programma a Torino per il prossimo 15 febbraio.

Un endorsement clamoroso, quanto di peso quello di Palenzona che con il suo passo indietro porta a compattare tutte le 86 fondazioni bancarie sull’uomo che tra i suoi padrini annovera lo stesso Guzzetti, ma non solo. A schierarsi a favore del professore del Polimi è stato proprio Profumo che con una mossa a sorpresa (e per nulla gradita) aveva messo un ostacolo grande come una casa davanti alla pur non comune stazza di Big Fabrizio. Una sorta di imboscata con la notizia del patto segreto che imporrebbe alla Compagnia di San Paolo di votare il candidato di Cariplo fatta trapelare suscitando la reazione del numero uno di Crt, con tutto quel ne è conseguito. Certo, Palenzona avrebbe potuto contare su una nutrita serie di fondazioni minori da contrapporre come numero di associati a quello della consistenza patrimoniale che sta, soprattutto, proprio in Cariplo, Compagnia insieme a CariFirenze e alcune altre. Ma la prospettiva di uno stallo alla messicana era ben chiara e giungere a uno scontro non era eventualità da mettere in conto. Così l’accordo unanime su Azzone rende anche più rapida la sua nomina, prevista nella riunione del consiglio di Acri il prossimo 21 febbraio, nonostante le dimissioni di Profumo dalla Compagnia di San Paolo e conseguentemente quelle dall’associazione decorrano dal giorno successivo. Un modo elegante e accorto per evitare di lasciare vacante anche solo per 24 ore la poltrona e affidarla a uno dei vice. 

Anche in questa velocizzazione delle procedure Palenzona può ben vantare il suo fattivo apporto dato dalla sua decisione non solo di farsi da parte in quella che poteva essere una contesa, ma ancor di più per essere tra coloro che imporranno la corona sul capo di Azzone. Il cui regno, tuttavia, sarà l’esatto opposto di quello che furono gli oltre 18 anni di Guzzetti. E se alcuni, oggi, danno per scontata la riconferma del presidente di Cariplo dopo un anno di mandato, meglio essere prudenti: ciò che vale oggi potrebbe non valere tra dodici mesi. Soprattutto per Furbizio, il politico divenuto banchiere (e molto altro ancora) che non ha dimenticato gli insegnamenti ricevuti da giovane democristiano, tra cui quello di saper attendere il momento opportuno e, possibilmente, costruirlo.

Difficile immaginare una rinuncia definitiva a quell’obiettivo per cui ha combattuto e vinto il duello contro l’ex amico Quaglia al fine di conquistare la cassaforte torinese, trampolino per un lancio verso Acri che potrebbe essere soltanto rimandato. Tanto più se si considera l’importanza dell’ex regno di Guzzetti in non poche nomine di grande rilevanza, incominciando da Cassa Depositi e Prestiti per la cui presidenza sembrano calare precipitosamente le azioni di Gaetano Miccichè, facendosi sempre più solida la posizione di Giovanni Gorno Tempini e più che probabile una sua riconferma. E anche in questo caso c’è chi, per capire, suggerisce di guardare ancora una volta al grande vecchio della finanza bianca lombarda.

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