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Tff, il "blu carpet" mancato: sarà un festival più di Base

Presentata a Villa Miani a Roma la 42esima edizione della rassegna cinematografica di Torino, la prima diretta dal regista e attore nato sotto la Mole. Meno pellicole e tutte inedite. Apertura "internazionale" al Regio con il tappeto rosso "ma avrei voluto i colori della città"

Guarda avanti recuperando il passato, almeno nello spirito, il Tff Torino Film Festival targato Giulio Base. Un’edizione, la 42esima, che il regista torinese, da quest’anno direttore artistico, ha voluto caratterizzata da una linea editoriale più semplice – con meno film e la proiezione in apertura di un grande film internazionale – recuperando le sue radici. “Mi piacerebbe un festival che tornasse allo spirito della sua nascita quando era il Festival del Cinema Giovane: il cinema è giovane, è un’arte giovane – ha spiegato Base nello splendido scenario di Villa Miani a Roma –. C’è stato un bando per un nuovo direttore a cui si chiedeva un cambiamento. Il mio progetto è piaciuto. Eccolo, con alcune migliorie nel rispetto della tradizione del Tff. La mia nomina mi ha riempito di gioia e non ho nessuna voglia di tradire lo spirito di questa manifestazione che sarà ancora cinefila e autoriale”.

C’è stato spazio anche per un amarcord famigliare nelle parole di Base. “I miei genitori sono emigrati a Torino con le valigie di cartone a fine anni '50. Mio padre ha venduto per dieci anni noccioline e coca cola in un cinema di Napoli. Aveva 9 anni, era il primo di 5 fratelli rimasti orfani, lui era diventato il capofamiglia. Gli stessi film venivano proiettati più volte, così li conosceva benissimo, conosceva alla perfezione gli attori. Ha capito che il cinema era un modo d formarsi. Gli devo molto e oggi sono orgoglioso anche per questo di dirigere il Torino Film Festival”. Una storia di riscatto che passa anche per il cinema. “Voglio restituire a Torino tutto l’amore che i miei hanno avuto dalla città. Mio padre napoletano e mia mamma molisana si sono conosciuti nel 1960 a Torino, dove si erano trasferiti pochi anni prima, in un locale che si chiamava Hollywood in corso Regina Margherita, vicino a Borgo Dora e non si sono più lasciati. Io e mio fratello abbiamo vissuto a Torino nell’epoca in cui i meridionali venivano chiamati terroni. I miei sono molto legati a Torino perché qui hanno creato la famiglia e hanno trovato il benessere e mi hanno trasferito questo amore. Io voglio ringraziare Torino e i torinesi. Il mio Festival sarà internazionale, ma manterrà un’anima torinese”.

La rassegna presenta numerose novità rispetto. Su tutte, la decisione di portare al Torino in concorso solo pellicole inedite. Inoltre, a differenza degli anni scorsi, la sezione documentari e quella cortometraggi vedrà in concorso insieme opere italiane e straniere. Ci sarà un opening con un film, “speriamo un grande film, magari in anteprima mondiale”, con una spiccata presenza di star il 22 novembre al Teatro Regio. Dal 23 novembre, poi, inizia il festival. “Punterò sull’alta qualità di film, ma con semplicità di fruizione. Molti critici – ha continuato – parlano spesso di eccesso di film in tutte le rassegne festivaliere. Per cui col team già presente che ho trovato abbiamo studiato un programma agile, chiaro, in modo che tutti possano trovare un Tff leggero, accogliente e da godere”. Da 180 e passa film delle scorse edizioni si passerà a un massimo di 120 opere. Una sezione nuova chiamata “Zibaldone”, uno spazio libero ed eterogeneo di film e video con 24 titoli e che avrà un premio del pubblico. Seguono due sezioni senza premi: fuori concorso con 16 titoli con menu di film inclusivi e popolari. Infine, la retrospettiva di Marlon Brando con 24 titoli. “Io sono ossessionato e un grande esperto di Brando e sono felice di poter proporre questa retrospettiva”, conclude. Tre titoli di questa retrospettiva saranno resi accessibili alle persone con disabilità sensoriali e cognitive.

Da cineasta, Base ritiene importante presentare le produzioni local, italiane, accanto a quelle internazionali. “Per questo ho pensato di mettere insieme nelle sezioni documentari e in quelle cortometraggi opere italiane e straniere. Forse ne avrò di meno rispetto alle sezioni scorse dedicate solo a opere di casa nostra, ma avranno un respiro internazionale e farà solo bene agli autori”. Una manifestazione meno provinciale e più glamour? Una falsa dicotomia, pare voler dire Base, seguendo un modello originale, “torinese” si potrebbe azzardare. “Nel mio programma c’era la volontà di uscire fuori dalla retorica del tappeto rosso, ne volevo uno blu bordato d’oro, i colori della città di Torino. Visto però che il giorno dopo c’è l’apertura della stagione lirica al Teatro Regio, invece, ci troviamo già il tappeto rosso, per cui l’apertura del festival avverrà il 22 novembre al Teatro Regio e ci sarà un red carpet”.

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