DISCORDIA ISTITUZIONALE

Askatasuna, cortile bene comune. Il palazzo occupato no

Lo Russo approva il patto per la gestione degli spazi del centro sociale, ma dopo la norma della Regione è costretto a tenere fuori l'immobile. Gli assessori del centrodestra Ricca e Marrone gongolano: "Soddisfatti della decisione". Si prepara la battaglia legale

Stefano Lo Russo tira dritto, ma solo in apparenza. Il Comune di Torino ha approvato questa mattina, in giunta, il patto di collaborazione per la riqualificazione dello stabile di corso Regina Margherita 47, il covo dell’antagonismo cittadino, immobile occupato da trent’anni e trasformato nel centro sociale Askatasuna. Nel provvedimento, però, non si parla dell’immobile, bensì del giardino sottostante e dell'area esterna al complesso.

Il progetto originario prevedeva la gestione condivisa come bene comune degli spazi al piano terra e del giardino. Con il sopralluogo del 15 febbraio era partito il tavolo tecnico di coprogettazione, ma nel patto di collaborazione approvato oggi l’intervento risulta circoscritto al solo spazio esterno “per dare continuità alle attività di aggregazione socio-culturali ed educative” dell’asilo nido. Il tutto mentre proseguono le “verifiche tecniche e strutturali” sullo stabile.

La decisione del Comune di escludere l’immobile dal patto appena approvato sembra direttamente collegata alla legge approvata la settimana scorsa in Regione che vieta alle amministrazioni di classificare come beni comuni gli stabili oggetto di occupazioni nei cinque anni precedenti. È la Legge anti-Aska, che per ammissione dello stesso promotore, l’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, è stata presentata e votata proprio per stoppare il percorso intrapreso dalla giunta di centrosinistra. Sulla legittimità della norma restano dei dubbi, i legulei di Palazzo civico stanno approfondendo, ma intanto il primo cittadino ha deciso di votarsi alla prudenza.

Così la battaglia politica ora rischia di diventare anche legale. “Queste questioni non si affrontano in punta di diritto ma nella sostanza, la Regione ha deciso di mettere la discussione su un piano formale e non politico, non ne capisco le ragioni” commenta il sindaco Lo Russo che, di fronte al rischio di veder rallentato, se non addirittura bloccato, il suo progetto non nasconde l’insofferenza verso l’iniziativa assunta dalla Regione, anche se non tale da mettere in discussione il clima di concordia istituzionale instaurato con il governatore Alberto Cirio.

“Apprendiamo con soddisfazione la decisione della giunta di Torino di escludere il palazzo del centro sociale Askatasuna dal percorso di coprogettazione, limitando quest’ultimo al giardino già condiviso con l’asilo” gongolano in una nota Marrone e il collega leghista Fabrizio Ricca in una dei loro non frequenti momenti d’armonia. “Confidiamo – aggiungono – che la sospensione della collaborazione sull’immobile diventi poi uno stralcio definitivo, restando ferma altrimenti la volontà della giunta regionale di pretendere l’applicazione del comma anti occupazioni della nuova legge regionale sui beni comuni in ogni sede opportuna, Tar compreso”. Tra due settimane lo stesso Ricca ha fissato un sopralluogo nell’immobile per capire “cosa realmente accade all’interno” e “per verificare che non continui ad essere esercizio abusivo di somministrazione e spettacoli da parte degli antagonisti”.

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