VERSO IL VOTO

Comunali, centrodestra più trino che uno

Tra risse, ripicche e ricatti si cerca un accordo sugli 800 municipi al voto in Piemonte. A Vercelli la Lega pensa allo strappo: "Si vadano a schiantare". Problemi anche a Biella e Verbania. Nella cintura di Torino traballa Tragaioli a Rivoli. Domani il tavolo

A forza di star dietro al difficile campo largo giallorosso, qualcuno potrebbe pensare che il centrodestra sia d’accordo su tutto. Per carità, la partita per le regionali è già decisa da un pezzo, con la riconferma per il governatore Alberto Cirio con dietro compatte Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Ma in Piemonte, oltre alla scheda di europee e regionali, in 800 Comuni il 9 giugno si sceglierà anche un nuovo sindaco.

E qui l’unità è tutt’altro che garantita. Dunque la parola d’ordine nel centrodestra, che domani vedrà riunirsi i segretari piemontesi nella sede torinese di Fratelli d’Italia, è “armonizzare”. Facile a dirsi, difficile a farsi. I municipi scontano le fibrillazioni che vengono dal cambio al vertice nel centrodestra: dal periodo in cui la Lega faceva la parte del leone (quasi ovunque nel 2019, quando a livello regionale raccolse il 37%) al nuovo centrodestra a trazione Fratelli d'Italia.

Situazione che ha creato non pochi problemi a Vercelli. L'attuale sindaco Andrea Corsaro, che vorrebbe correre per un secondo mandato (in realtà è il quarto, ne fece già un paio vent'anni fa), è sgradito ai leghisti, che lo accusano di non aver mosso un dito di fronte alla transumanza dei consiglieri dalle file del Carroccio ai Fratelli, e sembra che a oggi ogni partito abbia il suo candidato. Nei corridoi del Consiglio piemontese un leghista grida vendetta: “Fanno bene a farli andare da soli. Che si vadano a schiantare, sei ce ne hanno fregati”.

C’è un altro capoluogo dove l’unità sembra ormai un ricordo: Verbania. Qui però il copione è diverso: Lega e Fratelli d'Italia puntano insieme su Giandomenico Albertella, mentre Forza Italia (per ora) tira dritto su Mirella Cristina, che vuole costruire una coalizione di centro. Certo, il centrodestra potrebbe comunque riunirsi al ballottaggio, ma è ancora possibile che i maggiorenti regionali impongano a uno dei due candidati il passo indietro. 

Scazzi in vista pure nella cintura torinese, dove lo schema di Vercelli si ripropone a Rivoli. Anche qui il gruppo della Lega si è assottigliato a favore del misto e di Fratelli d’Italia, situazione che ha creato non pochi grattacapi al sindaco Andrea Tragaioli, che ora vede la sua riconferma in bilico. A Chieri Lega, Fdi e forzisti puntano su Livio Vezzoso, ex presidente della Pallavolo Chieri, per sfidare l’uscente di centrosinistra Alessandro Sicchiero, ma hanno subito l’addio di Noi Moderati, che sosterrà Angelo Rubatto insieme a quattro liste civiche.

A Biella è ancora in bilico il secondo mandato di Claudio Corradino. Ufficialità che potrebbe arrivare domani, con l’arrivo in città del segretario della Lega Matteo Salvini. Chissà, forse Corradino si inginocchierà di nuovo davanti al Capitano e otterrà l’investitura, ma non c’è nulla di certo.

Nella Granda va decisamente meglio. Si vota in quattro delle sette sorelle, e la situazione è indefinita soltanto a Saluzzo, dove il centrodestra è ancora in alto mare dopo il dietrofront di Chiaffredo Peirone, avvocato di Revello che dopo aver annunciato la sua candidatura il 20 febbraio l'ha ritirata un paio di settimane dopo. “Sono mancate le condizioni”, ha spiegato in un comunicato laconico. Condizioni che ora il centrodestra dovrà ricreare un po’ ovunque. A colpi di armonia.

print_icon