PACIFINTI

Ostaggio di estremisti e untorelli, bufera sull'Università di Torino

Dal Senato accademico al Senato della Repubblica. Diventa un caso la decisione dell'Ateneo, sotto minaccia dei collettivi pro Hamas, di interrompere le collaborazioni scientifiche con Israele. La censura di Meloni, pilatismo del Pd. Geuna rettore Travicello

“Considero preoccupante che il Senato accademico dell’Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un’occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi”. Le parole della premier Giorgia Meloni riassumono lo sconcerto che la decisione assunta ieri dall’Ateneo subalpino di non partecipare al bando del Ministero per lo scambio con gli Atenei israeliani sta suscitando nel mondo politico e nell’opinione pubblica. Unico a tacere, al momento, è Stefano Geuna, sempre più rettore Travicello, incapace di dare una linea di governo e sempre più in balia degli eventi e ostaggio di frange rumorose ed estremiste.

La questione è stata oggetto stamattina del dibattito nell’Aula di Palazzo Madama. Il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo ha definito la decisione “un fatto grave e increscioso”. “È una decisione che segue altri fatti preoccupanti, come la lettera di 1.400 accademici contro la cooperazione universitaria con Israele, in sostanza un vero boicottaggio. È un comportamento figlio di un’ondata di antisemitismo, dimenticando che lo scambio è portatore di pace. Dove è finito il dialogo?”. L’esponente del Carroccio ha quindi chiesto che la Commissione speciale sull’odio, presieduta da Liliana Segre, “mandi una lettera che stigmatizzi il comportamento dell’Università” e che “il governo prenda una posizione chiara”.

Critiche sono arrivate anche da Silvia Fregolent (Italia Viva), che ha ricordato come Torino “ha visto la deportazione di tantissimi ebrei, è città antifascista, è la città di Primo Levi, Natalia Ginsburg”. Quindi la decisione dell’Ateneo “è una violenza nei confronti della storia di Torino. La scelta è uno schiaffo alla storia della mia città. È una scelta contro la scienza e la ricerca”. Maurizio Gasparri (Forza Italia), ha sostenuto che “c’è un antisemitismo di ritorno”, testimoniato da una serie di episodi di intolleranza. “È giusto che il Senato sottolinei quanto sta avvenendo”, ha aggiunto.

Dal campo largo giungono segnali ambigui se non di aperta condivisione. Per conto del Pd Simona Malpezzi ha messo in guardia l’Aula da episodi di censura “verso una decisione, opinabile, che può piacere o non piacere, ma che è stata presa da una Università nella sua autonomia”. Come se la vicenda possa essere rubricabile a mera vicenda procedurale e non interpelli invece diritti e la funzione stessa dell’istituzione accademica: “Attenzioni a non porci noi a fare la censura a scelte fatte democraticamente”. E quanto alla richiesta di Romeo alla Commissione sull’Odio, Malpezzi ha ammonito: “attenzione che ogni scelta non condivisa sia stigmatizzata allo stesso modo”. Non stupisce, sotto questa luce sinistra, l’atteggiamento dei 5 Stelle: “Non capisco perché siamo qui a commentare una decisione di un Senato accademico fatta in autonomia e democraticamente. L’ingerenza della politica nell'autonomia dell’insegnamento, ancora vigente, è pericolosa. frutto che la politica continua ad alzare i toni, compreso questo intervento fuori luogo”, ha affermato Alessandra Maiorino di M5s.

“Dietro il giustificazionismo di 5 Stelle e Avs e il pilatismo del Pd c’è un atteggiamento manicheo che non aiuta in alcun modo la soluzione, ma vuole sfruttare per miopi fini di consenso un dramma”, afferma Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia viva. “Dopo le Università chiuse a chi è di religione ebraica, dopo l’apologia della terrorista rossa morta fatta da una docente maître à penser dei buoni salotti tv, ora arriva anche l’applauso alla censura e al boicottaggio culturale. Del resto, grillini e sinistra radicale sono le stesse forze politiche che nella Torino dell’irruzione accademica, in questi anni hanno giustificato di tutto su No Tav, centri sociali e anarchici e relativi metodi. Solo che – aggiunge Borghi – una volta esisteva un Pd che non si accodava, ma al contrario teneva il punto”. Come ha fatto ieri una coraggiosa docente, che ha detto: “Sono contraria ai boicottaggi accademici perché, con l’esclusione dei progetti bellici, le collaborazioni scientifiche e gli scambi tra studenti sono un elemento portatore di pace”. Si chiama Susanna Terracini. Ed è discendente di un uomo politico, Umberto, che fu tra i fondatori dell’Ordine Nuovo, del Partito Comunista Italiano, segretario della giunta provvisoria di governo della Repubblica partigiana della Val d’Ossola, presidente dell’Assemblea Costituente e co-firmatario della nostra Costituzione. “Ecco, forse la sinistra tra la rincorsa agli untorelli e la riscoperta delle proprie origini, farebbe forse bene a scegliere la seconda strada se vuole davvero costruire un’alternativa politica a questa destra, anziché rafforzarla con un balbettante e spiazzante chiacchiericcio subalterno”.

Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha invece negato che la decisione del Senato accademico sia stata presa “democraticamente”, vista la presenza minacciosa dei collettivi che ha imposto nei fatti la decisione. “C’è stata una irruzione di un gruppo di studenti durante la seduta del Senato accademico. Non è stato un voto democratico, non si decide sotto occupazione”. Malan ha quindi chiesto che ci sia una nuova delibera dell’Ateneo. Per il gruppo delle Autonomie Luigi Spagnolli ha osservato che benché valga il principio dell’autonomia delle Università, “ma siamo in un sistema Paese e la decisione di Torino è lontana dalla direzione presa dal Paese”.

La decisione del Senato accademico dell’Università di Torino è gravissima e inquietante e ci riporta ad un passato lontano che non avremmo mai voluto rivivere”, aveva annotato ieri, a caldo, Stefano Parisi, presidente dell'associazione Setteottobre, nata per contrastare il negazionismo, le falsificazioni, l'odio antisemita. “Colpire il mondo dell’università e della ricerca di Israele che è all’avanguardia nel mondo ed impedire la collaborazione con un ateneo importante come quello di Torino che potrebbe portare ricadute positive per il nostro Paese è l’ennesima dimostrazione del clima di odio antisemita che dal 7 ottobre sta montando con furia in Italia. Chiediamo a tutte le istituzioni ed in particolare al ministro per l’Università e la ricerca, alla Crui e alla società civile di impegnarsi e di intervenire per bloccare una deriva allarmante e intollerabile per una democrazia liberale”.

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