ALLA CORTE

Cirio passa l'esame sui conti, ma tarocca (un po') la pagella

I magistrati contabili promuovono la Regione sul Pnrr e riconoscono che pure su Finpiemonte ha "cambiato passo". Ma al governatore, tornato nella sua ex dimora, non basta e "vende" un elogio che non c'è. Peccato veniale in campagna elettorale

Promosso a pieni voti, ma la lode se l’è inventata. Può proseguire tranquillo la campagna elettorale il governatore Alberto Cirio: la Corte dei Conti apprezza la gestione della sua giunta. L’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 è stata anche l’occasione per un breve tuffo nel passato: i magistrati contabili hanno preso casa in piazza Castello 165. proprio in quelli che fino a qualche mese fa erano uffici del presidente del Piemonte.

Nella relazione del procuratore generale Quirino Lorelli arriva il riconoscimento che tutti i governatori d’Italia anelano, quello sul Pnrr: “Tutte le sei missioni registrano discrete performance e gli interventi non avviati sono in numero esiguo rispetto a quelli avviati e in corso”. Certo, sul Piano il procuratore ha messo in guardia dai forti rischi di sperpero. Ma parlava alle autorità tutte, non alla Regione Piemonte in particolare: “A me interessa che i soldi di cui abbiamo la gestione diretta vengano spesi bene”, ha commentato Cirio con un sorriso.

Un altro complimento, che stupisce forse anche di più, Cirio lo incassa sull’attività di Finpiemonte, sul quale il procuratore Lorelli ha riconosciuto “un radicale cambio di passo” rispetto al passato, quando la revoca dei contributi pubblici alle aziende “inadempienti gli obblighi” avveniva “con eccessivo ritardo”, mentre ora le revoche arrivano “puntualmente”, cosa che aiuta la procura nel perseguire gli imprenditori colti in fallo.

Insomma, tutto bene per Cirio che può ostentare una (finta) nostalgia per la vecchia sede di piazza Castello (il grattacielo è ben più comodo per chi, come lui, arriva da Alba), rievocare i tempi andati e bearsi di aver mantenuto nell’alveo “pubblico” la casa in centro, come ama chiamarla. È così galvanizzato che ringrazia anche per per i complimenti che non ha ricevuto, ovvero quelli sulla gestione del debito della Regione: “Questo fa piacere, insieme alle dichiarazioni del presidente della Corte, sezione del Piemonte, che in conclusione ha riconosciuto il permanere della buona gestione finanziaria di una Regione che continua pagare i debiti del passato: noi paghiamo 540 milioni di euro all'anno di debiti, ma li continuiamo a pagare, e questo è molto apprezzato da chi come me proviene da una terra, il Piemonte e le nostre campagne, dove il valore del rispetto dei conti è fondamentale per sentirsi la coscienza a posto".

Peccato che nelle tre relazioni esposte questa mattina di apprezzamenti chiari sulla gestione del debito non ve ne siano. Per carità, che l’annosa questione del debito piemontese sia stata affrontata è un fatto sancito recentemente anche da Moody’s, l’agenzia di rating che ha rivisto al rialzo il giudizio sul Piemonte, un unicum tra le regioni italiane. Ma i magistrati contabili stavolta si erano astenuti da apprezzamenti diretti.

Nel 2023 i procedimenti gestiti dal Procura della Corte dei Conti del Piemonte sono stati 5.232, “un numero costante seppur modesta crescita rispetto a quello dell’anno precedente”. Le denunce e le segnalazioni di possibile danno sono state 1.309, in riduzione rispetto alle 1.468 del 2022 e alle 1860 del 2021. Sempre lo scorso anno, sono state disposte 1.033 archiviazioni a fronte delle 1.068 del 2022, gli importi delle richieste risarcitorie notificati nel 2023 ammontano a 99,98 milioni a fronte dei 54,28 milioni del 2022, quasi raddoppiati, dunque, e pari a otto volte l’importo del 2021. Le citazioni depositate sono state complessivamente 81, pari al 7,63% di tutte quelle depositate in Italia, con 242 convenuti in giudizio, tra persone fisiche e giuridiche. Infine, l’importo complessivo delle cifre richieste a titolo risarcitorio ha raggiunto nel 2023 i 55,74 milioni di euro mentre a livello nazionale ammonta a 439, 21 mln, il che significa, sottolinea la relazione, '”che solo in Piemonte vengono richiesti ben il 12,69% del totale nazionale dei danni erariali contestati”.

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