GIALLOROSSI

"Quadro desolante, il Pd non faccia lo struzzo". Appendino (come Conte) strapazza i Dem

L'ex sindaca finge fair play ma mette il dito nella piaga: "Che ci fossero dei problemi politici irrisolti all'interno del partito torinese penso fosse una cosa nota a tutti". E lascia intendere che per questi motivi si è opposta al campo largo in Piemonte

“Non spetta a me, spetta a Elly Schlein decidere cosa fare del Partito Democratico, ma che ci fossero dei problemi politici ad oggi attualmente irrisolti all’interno del Pd torinese penso fosse una cosa nota a tutti”. Misura le parole, Chiara Appendino, dichiara di non voler entrare nelle vicende giudiziarie, ma come ha fatto Giuseppe Conte su Bari anche per l’ex sindaca di Torino sono fatti che pesano nei rapporti tra le due forze di opposizione al centrodestra, sia a livello nazionale, al governo di Giorgia Meloni, sia a quello regionale della giunta di Alberto Cirio. “È chiaro che leggendo i giornali, di quelle telefonate, quelle parole, emerge un quadro desolante della politica e mi auguro che non si voglia delegare questo alla magistratura e nascondere la testa sotto la sabbia”, aggiunge la parlamentare che oggi nella sua veste di vicepresidente del M5s ha benedetto l’incoronazione di Sarah Disabato, attuale capogruppo a Palazzo Lascaris, alla presidenza del Piemonte.

“L’indagine non ci riguarda e non ci vogliamo entrare – ribadisce –, ma ripeto che emerge un quadro desolante della politica e credo che questo, peraltro, allontani le persone in un momento in cui invece abbiamo bisogno di un avvicinamento e di una maggior fiducia nelle istituzioni”. Appendino, che al campo largo in Piemonte non ha mai creduto e che, anzi, ha posto ostacoli al tavolo delle trattive, sembra voler indicare in quanto sta emergendo a proposito del “Sistema Gallo”, in quell’intreccio tra politica e clientele, una delle ragioni che l’hanno indotta a mettersi di traverso all’accordo con il Pd.

Del resto, agli occhi di Appendino centrodestra e centrosinistra portano in egual misura il peso delle responsabilità, almeno nel governo della Regione: “Non è pensabile che a un Piemonte malato la ricetta giusta la dia chi è stato causa di questo male”. Al punto che, come ha ricordato in più occasioni, diventa difficile scorgere “molte differenze tra Lo Russo e Cirio”, puntando il dito contro quella concordia istituzionale tra il sindaco Pd e il governatore di Forza Italia.

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