SANITÀ

Infermieri, assunzioni appese al Tar

Il ricorso presentato da due concorrenti rischia di bloccare centinaia di assunzioni negli ospedali del Piemonte. Il nodo dell'apertura al pubblico delle prove orali. Azienda Zero rivendica il pieno rispetto della norme, ma non dà indicazioni certe alle Asl

Porte aperte agli infermieri, sempreché qualcuno non pensi maldestramente di chiuderle. Fuor di metafora, si gioca proprio sulla soglia della sala dove a febbraio si sono svolti gli orali del concorso cui hanno partecipato in quasi 2mila per 226 posti destinati a moltiplicarsi in fretta per la carenza i professionisti di cui il Piemonte soffre a tempo. 

Dopo che un paio di essi, esclusi dall’elenco finale, ha presentato ricorso alla giustizia amministrativa denunciando il mancato rispetto delle regole e in particolare quella che prevede la libera presenza del pubblico e quindi anche dei concorrenti alle prove orali, adesso tutte le assunzioni, quelle già avvenute e quelle in procinto di essere fatte dalle Asl così come dalle aziende ospedaliere sono appese al pronunciamento del Tar.

Ieri nel corso di una riunione in Azienda Sanitaria Zero, la struttura che ha bandito e gestito il concorso, preoccupazione si mescolava a incertezza tra i responsabili del personale delle Asl usciti dall’incontro senza un’indicazione ufficiale su come agire da oggi in avanti, ma informalmente consigliati di attendere il pronunciamento dei giudici amministrativi che ancora non si sa quando arriverà.

Poche ore prima il direttore generale della Super Asl, Adriano Leli, si era incontrato con i legali per analizzare il ricorso che rischia di bloccare e annullare tutte i nuovi ingressi degli infermieri negli ospedali piemontesi. Un incontro, quello con gli avvocati, che se sarà certamente servito per predisporre le controdeduzioni da avanzare al Tar, non pare aver prodotto quella certezza assoluta sulla condotta del concorso che era stata manifestata dal vertice di Azienda Sanitaria Zero nel momento in cui si era diffusa la notizia del ricorso, subito amplificata da tutti i sindacati e rimarcata pure dal fronte politico con una nota del vicepresidente del consiglio regionale, Daniele Valle del Pd.

Il nodo della questione, ovvero se il concorso sia stato inficiato dal mancato rispetto della norma, peraltro molto chiara, in base alla quale le prove orali dei concorsi pubblici devono essere anch’esse pubbliche, sarà sciolto soltanto dai giudici amministrativi. Nel frattempo e non si sa per quanto, mentre circolano da un lato ricostruzioni di ingressi contingentati a quattro o cinque candidati per volta nella sala, una singolare cautela per evitare che si ascoltassero le risposte alle stesse domande e dall’altro rassicurazioni sulla pieno rispetto della legge, i problemi e le conseguenze attuali e potenziali si aggrovigliano in un garbuglio, ultima cosa i cui avrebbe bisogno la sanità del Piemonte. 

C’è chi è già stato assunto e che, in caso di annullamento del concorso, rischierebbe di doversi ripresentare agli esami. C’è chi, e sono molti, dopo aver conquistato il posto sicuro in graduatoria si è già licenziato dal precedente lavoro e, sempre nella prospettiva di un ritorno alla casella di partenza, dovrà cercare di congelare quelle dimissioni laddove possibile come nel pubblico o dove tutto sarebbe più complicato come nel privato. Ma non c’è solo lo spettro di una possibile sospensiva del Tar o, peggio ancora, un successivo pronunciamento nel merito a sfavore della struttura regionale. C’è, da oggi in poi, quel limbo in cui come ammette più d’uno di essi, si trovano i direttori generali delle Asl. 

Andare avanti con le assunzioni rischiando poi le eventuali conseguenze nel caso in cui la magistratura amministrativa stoppi, anche solo provvisoriamente, gli effetti del concorso, oppure tirare il freno a mano ben sapendo che sarà poi difficile recuperare terreno in tempo per avere quel personale in più indispensabile per consentire il rispetto dei piani ferie e sopportare eventuali sovraffollamenti di pazienti nelle corsie nel periodo più caldo?

Se, come sostiene Azienda Sanitaria Zero in una nota “le prove orali si sono svolte in sale aperte al pubblico, così come prevedono le norme concorsuali” e dunque c’è l’assoluta certezza del pieno rispetto della legge è lecito chiedersi perché ai vertici delle Asl non sia stata data una precisa indicazione di continuare nelle assunzioni, evitando così di rallentare un reclutamento di cui la sanità piemontese ha bisogno assoluto. La verità, almeno a quel che appare, è che nessuno intenda dare e sottoscrivere quel via libera ai direttori generali, i quali stretti tra la necessità di personale e il rischio di incappare in conseguenze giuridiche facilmente attenderanno il pronunciamento del Tar. Se arriverà nel giro di un paio di settimane e se accoglierà la tesi della Super Asl, il rischio di conseguenze sul sistema sanitario sarebbe ridotto a zero. In caso contrario la questione potrebbe trascinarsi anche dopo le elezioni regionali e se i giudici stabilissero la sospensiva degli effetti del concorso, centinaia di infermieri si troverebbero altre porte chiuse. Quelle degli ospedali. 

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