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Giustizia lenta, anche la riforma. Costa: Così si ricomincia daccapo

Approvato in Consiglio dei ministri il disegno di legge costituzionale. Ipotesi sorteggio anche per la componente laica del Csm. Esulta Nordio: "Provvedimento epocale". Per il deputato piemontese però si rischia di non arrivare in tempo entro il 2027

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale sulla Giustizia. “È un provvedimento epocale”, esulta il guardasigilli Carlo Nordio.Ma al netto dei toni trionfali e dell’applauso con cui a Palazzo Chigi è stato il via libera al testo, la riforma se mai vedrà la luce avrà tempi lunghi. “La scelta del governo di presentare un suo ddl dopo un anno e mezzo che il Parlamento lavora sulla separazione delle carriere avrà un effetto dilatorio – sottolinea Enrico Costa, deputato di Azione –. Alla Camera è infatti depositata una proposta di legge di iniziativa popolare, sulla quale si sono tenute 35 audizioni, che ben avrebbe potuto rappresentare la base di partenza. Ora bisognerà ricominciare da zero e si rischia di non avere la riforma approvata per gennaio 2027, quando scadrà l’attuale Csm”. Per l’ex viceministro alla Giustizia “purtroppo è evidente che è proprio il governo a voler rallentare la separazione delle carriere per lasciare spazio al premierato”. Altra riforma con il freno a mano tirato. “Nel merito – aggiunge Costa – valuteremo con attenzione il testo del governo. Se sarà in linea con la nostra proposta voteremo a favore. Se fosse annacquato o indebolito, proveremo a correggerlo. Ci sono due paletti non aggirabili per una seria separazione delle carriere: concorsi separati per giudici e Pm, due Csm, non due sezioni di un unico Csm. Senza questi punti essenziali non è una vera separazione delle carriere”.

“Questo provvedimento epocale si articola su tre principi fondamentali: il primo è la separazione carriere, che attua il principio fondamentale del processo accusatorio voluto da Vassalli, gli altri sono la composizione e l'elezione del Csm”, ha spiegato Nordio in conferenza stampa. “La separazione delle carriere non è soltanto una ottemperanza politica nei confronti dell’elettorato che ci ha dato il mandato di attuare questa riforma, e al quale elettorato abbiamo l’obbligo di rispondere in questo modo, ma è anche una ragione tecnica, strutturale e dogmatica giuridica perché un processo accusatorio come quello che ha voluto Vassalli non può reggere sulle fondamenta di una Costituzione che era stata scritta quando era vigente invece il processo inquisitorio voluto da Mussolini. Quindi una ragione tecnica e una ragione politica”, ha dichiarato il ministro della Giustizia.

“Il secondo punto della riforma è la composizione ed elezione del Consiglio superiore della magistratura: questo organo di autogoverno della magistratura in questi ultimi anni, non solo a detta mia o altri esponenti della maggioranza ma di moltissimi magistrati, non ha dato buona prova di sé e scandali come quelli di Palamara o di altri hanno eccitato le varie proteste” che non hanno portato a “rimedi a quelli della degenerazione correntizia – ha aggiunto Nordio –. Interrompere questo legame” che “ha portato a tutta una serie di anomalie è stato il nostro compito principale, attraverso il sorteggio”. Il pm resterà indipendente dall’esecutivo. “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, ed è composta dalla magistratura della carriera giudicante e da quella della carriera requirente”, ha aggiunto il guardasigilli, leggendo l’incipit della riforma. “Abbiamo dato rilevanza costituzionale anche al fatto che la magistratura requirente è, deve essere e resterà indipendente da qualsiasi interferenza del potere esecutivo, da qualsiasi pressione di altri organismi, gode e godrà delle stesse garanzie di indipendenza della magistratura giudicante”.

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