REGIONALI

Lega, quattro in ballo per due posti. Ricca (quasi) fuori dalla giunta Cirio

Dopo la batosta delle urne Molinari alle prese con la prossima squadra di governo del Piemonte. In pole Marnati e Bussalino. Tanti i trombati eccellenti da ripescare. Un difficile gioco a incastri che scontenterà molti. Carosso potrebbe fare il capogruppo, Preioni il sottosegretario

Da primo a quarto partito della coalizione. È una Lega ferita e in disarmo quella che nei prossimi giorni si presenterà al tavolo delle trattative con gli alleati per stabilire l’assetto del Cirio bis. Ci sono undici assessori da spartire, due posti da sottosegretario e poi gli incastri con il listino e i supplenti per salvare tutti i salvabili. Basti pensare che a oggi una decina tra consiglieri e assessori dell’amministrazione passata non risultano confermati. Effetti collaterali di un partito passato dal 37 al 9 per cento.  A tirare le fila è Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera e numero uno in Piemonte, diviso tra le beghe nazionali e quelle locali, mentre Matteo Salvini resta nel mirino dopo la scoppola rimediata alle europee nonostante la candidatura – invisa a buona parte della sua prima linea al Nord – del generale Roberto Vannacci.

Molinari ha davanti i numeri dei consensi raccolti dal partito in ogni provincia e sul taccuino le preferenze dei vari candidati: difficile far quadrare i conti, tra le più o meno legittime aspirazioni e l’esigenza di assicuare, per quanto possibile, la massima rappresentanza ai territori. Da Novara a Cuneo, passando ovviamente per Torino, la provincia che ha fatto registrare il risultato più deludente, diventando una sorta di zavorra per tutto il partito. C’è chi come Fabio Carosso ad Asti ha preso 4.500 preferenze portando la Lega a ottenere il miglior risultato in tutta la regione (13,6%); chi come Alberto Preioni è arrivato a 2.200 voti e anche nel suo Vco il partito veleggia a due cifre (12,8%). Il primo, vicepresidente uscente, entrerà in Consiglio grazie alla candidatura nel listino e ha buoni titoli per rivendicare un ruolo da assessore, il secondo fa il tifo per lui se non altro perché la sua “chiamata” in giunta libererebbe per lui, ex capogruppo, uno scranno da “supplente” a Palazzo Lascaris. In alternativa, per il ras del Verbano si parla anche di un posto da sottosegretario. Tutto dipenderà dalle trattative in corso e da quello che chiederanno gli altri partiti a partire dall’incontro tra i vertici in programma venerdì con Alberto Cirio.

Certo, se cinque anni fa la Lega fece la voce grossa, questa volta dovrà acconciarsi con quel che rimane. Dopo Asti è Alessandria il territorio in cui il Carroccio è andato meglio (13,24%): e qui in corsa c’era anche il presidente della Provincia Enrico Bussalino eletto con 4.348 voti di preferenza, battendo due assessori uscenti, Marco Protopapa e Vittoria Poggio. È un fedelissimo di Molinari ed è nota la sua intenzione di portarlo in giunta: “Se conosco il Mol è l’unico blindato” si sbilancia un dirigente leghista. Un modo anche per recuperare Protopapa che in fondo il suo l’ha fatto racimolando oltre 3mila voti. Ma la coperta è corta e se copri i piedi resta scoperta la testa, si sa. Un altro assessore rimasto fuori è Matteo Marnati, che rappresenta il blocco di Novara con Massimo Giordano e il sindaco Alessandro Canelli pronti a tutto per continuare ad avere una rappresentanza in Regione. Cirio potrebbe ripescarlo come assessore esterno in quota Lega.

A oggi c’è chi è pronto a scommettere sulla coppia Bussalino-Marnati, ma ancora i giochi sono solo all’inizio. Le province che in questo schema rischiano di restare fuori sono Torino e Cuneo, le due più grandi e popolose ma anche quelle in cui la Lega ha preso batoste. In particolare nel capoluogo, dov’è rimasta a una cifra: 6,8%. Un buon argomento da usare per ridimensionare le aspettative di Fabrizio Ricca, primo eletto (dei soli due ad avercela fatta) con 3.600 preferenze. Di certo il suo nome in questo momento è quello che circola meno, nonostante una parte del mondo sportivo, a partire dal presidente del Coni Stefano Mossino, l’abbia sostenuto e faccia il tifo per lui. Il premio di consolazione sarebbe il posto da capogruppo, ma anche quello non è scontato se Carosso dovesse perdere l’assessorato. E siamo solo all’inizio.

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