RETROSCENA

Pugni alla Camera, colpo basso alla Lega. Salvini e quel golpe in atto con Vannacci

Nell'ala moderata e nordista del Carroccio cresce il sospetto di un piano per spaccare il partito. La sceneggiata con il deputato grillino, colta per alzare la tensione e frenare l'Autonomia dalla fronda nazionalista. E Crippa riscatena la bagarre

Un pugno nello sterno al deputato Cinquestelle e un colpo sotto la cintura a quella parte della Lega che ha la sua bandiera nell’autonomia, non certo in Roberto Vannacci? Mentre a Montecitorio e in tutto il mondo politico cresce la tensione per la rissa (“aggressione”, per la sinistra) scatenatasi ieri in aula e le opposizioni annunciano in giornata una “manifestazione antisquadrista”, proprio nel partito il cui deputato Igor Iezzi è indicato come colui che ha mandato con un pugno il pentastellato Leonardo Donno al pronto soccorso, si affaccia un sospetto.

Il clima è ancora troppo arroventato per poter andare oltre l’ipotesi bisbigliata che un solo tono sopra rischierebbe di provocare ulteriori sconquassi, ma tant’è. In alcuni parlamentari leghisti, quelli apertamente più vicini a Roberto Calderoli e al suo disegno di legge sull’autonomia che gli è costato ieri il tentato provocatorio omaggio del tricolore da parte di Donno, riesce difficile scacciare un’ipotesi politicamente non meno inquietante del triste spettacolo di ieri a Montecitorio. Il sospetto è che di quella messinscena con la bandiera da parte del grillino ci sia stato, nei banchi della Lega, chi ha colto al volo l’occasione per alzare (fin troppo) i toni per alzare i toni e la tensione fino al punto da affossare proprio l’autonomia e portare la Lega a dividersi, fino a spaccarsi tra nordisti autonomisti e nazionalisti vannacciani. 

In fondo, che bisogno c’era di scaraventarsi sul deputato grillini già placcato dai commessi prima che riuscisse a toccare con la bandiera Calderoli, se non l’intenzione di scatenare una gazzarra? Tant’è che, secondo più di una fonte diretta, nel gruppo della Lega più di uno e di due avrebbero preso a loro volta volentieri a ceffoni l’esagitato e violento Iezzi, così Andrea Crippa, altro fedelissimo di Matteo Salvini e della sua svolta generalista (intesa come riferita al generale Vannacci), che oggi invece di sedare gli animi ha gettato benzina sul fuoco: “La provocazione è avvenuta da parte dei deputati 5s che hanno fatto gesti ed hanno cantato Bella ciao. Se, secondo me, il gesto della Decima è un gestaccio? Per me è più un gestaccio cantare Bella ciao perché il comunismo ha portato a milioni di morti. Purtroppo, in questo parlamento esistono ancora i comunisti”. Le parole dell’attendente del Capitano vengono stigmatizzate in Aula dal vicepresidente del M5s Riccardo Ricciardi. “Leggere queste cose è una roba che non sta in cielo né in terra. È una vergogna, dovresti uscire da quest’Aula e vergognarti”, urla. Scoppia un nuovo parapiglia. I deputati di opposizione iniziano a intonare Bella ciao per poi scandire in coro “Fuori i fascisti dal Parlamento”. La seduta, ancora una volta, viene sospesa. Cui prodest?

A dar conto della sospensione dei lavori disposta oggi, proprio per la tensione ai massimi livelli e della richiesta delle minoranze di non procedere con i lavori per l’approvazione del testo sull’autonomia in attesa dei provvedimenti disciplinari, i sospetti che crescono nella parte più moderata e più lontana da spinte destrorse e nazionaliste parrebbe trovare qualche possibile appiglio. Del resto la questione Vannacci, col suo mezzo milione di preferenze ma anche con le dichiarazioni che continuano a irritare una parte consistente della Lega, è tutt’altro che placata. Lo stesso, non facile, dibattito interno sulla linea del segretario e i deludenti risultati in Europa come nelle più importanti amministrative, è nient’affatto chiuso, tantomeno sopito. 

Al di là delle dichiarazioni di Salvini, la Lega appare sempre più divisa e il solco è stato tracciato ancora più profondo proprio dalla candidatura e susseguente elezione del generale, con i suoi sempre meno contenuti ammiccamenti al fascismo e a una destra che poco, anzi nulla, ha a che spartire con la forza politica protesa verso federalismo e autonomia, altro che nazionalismo. Non solo, il segretario ormai in ticket col generale (sempre più suo ventroloquo sul fronte europeo) non fa mistero di andare proprio verso una vannaccizzazione della Lega, con messa ai margini o epurazioni per chi non intende condividera la nuova linea, partendo dai prossimi congressi regionali. 

Insomma, un partito che già mostra chiaramente due anime sempre più lontane una dall’altra, potrebbe arrivare a oltrepassare il limite proprio grazie a una o, magari, più situazioni come quella che ha stravolto e occupato completamente il dibattito politico da ieri, tanto da mettere in ombra addirittura il G7 in Puglia. E anche questo aspetto, rimarcato in maniera assai critica da esponenti di Fratelli d’Italia, sembra un altro aspetto della strategia temuta da una parte della Lega. Quasi una sorta di dispetto a Giorgia Meloni che se non è stato ordito dai facinorosi leghisti, certamente il loro atteggiamento ha comunque avuto quell’effetto su un palcoscenico internazionale. 

Ma resta, soprattutto, ciò che si sospetta in una parte della forza politica di Salvini a fornire un possibile e indicibile retroscena della rissa a Montecitorio, che sempre fonti qualificate arricchiscono di possibili ulteriori elementi. Non c’è solo Vannacci che prosegue, addirittura in crescendo, nelle sue esternazioni sempre più irritanti per chi nella Lega si è detto e non ha difficoltà a dirsi antifascista, c’è per esempio il presidente della Camera Lorenzo Fontana che espelle dall’Aula il deputato leghista Domenico Furgiuele per aver fatto il gesto della “Decima” rivolto alle opposizioni. Lo stesso simbolo su cui Vannacci ha fatto la sua campagna elettorale, sostenuto dal segretario del partito e da quella fetta della Lega (compreso Fontana) che non ha mai accennato al minimo imbarazzo per quella “X”. L’espulsione sembra un cortocircuito, forse è. O forse, come nel caso della rissa, il sospetto che qualcosa si muova dietro le apparenze potrebbe non essere affatto campato per aria.

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