TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd Piemonte in balia delle correnti

Da Palazzo Civico a Lascaris. Dopo le regionali cambiano gli assetti e tra le componenti riparte la faida. Pentenero guiderà la pattuglia dem in Regione, Canalis favorita per la vicepresidenza. Ma in Comune i bonacciniani non vogliono Crema

Il fuoco della polemica è rimasto sotto la cenere il tempo della campagna elettorale, pronto a ravvivarsi ora, dopo la sconfitta più bruciante che il centrosinistra abbia subito in Piemonte. Il Pd resta una polveriera e lo dimostrano le parole di Gianna Pentenero all’indomani della Caporetto, quando ha puntato il dito contro il suo partito, colpevole di non averci creduto abbastanza. “Ci avesse creduto non avrebbe candidato lei” è la risposta piccata che arriva dall’area Bonaccini tanto per dare l’idea del clima che si respira. A buttare un po’ di benzina ci si è messa anche Chiara Gribaudo, vicepresidente del partito nazionale, vicina a Schlein ma neanche tanto, che chiede un congresso e mette il segretario piemontese Mimmo Rossi nel mirino. “Sono cambiati gli equilibri” dice, ma su questo la componente che fa riferimento alla numero due del Senato Anna Rossomando non la segue: “A noi Rossi sta benissimo” taglia corto Nadia Conticelli, appena eletta in Regione. Ecco lo scenario sullo sfondo delle trattative che dovranno portare ai nuovi assetti nel parlamentino piemontese e in Sala Rossa, dove le dimissioni di Conticelli aprono la discussione sul nuovo capogruppo.

La formazione dem decretata dalle urne conta otto consiglieri di area Schlein (compreso il cuneese Mauro Calderoni che dopo aver sostenuto Stefano Bonaccini ha pronunciato la sua pubblica abiura) e cinque di comprovata fede bonacciniana. Pentenero ha già prenotato per sé la carica di capogruppo, che nella passata amministrazione fu di Raffaele Gallo, e nessuno pare intenzionato a negargliela, resta la vicepresidenza del Consiglio, che nella seconda parte della legislatura ha occupato Daniele Valle. Ed è in questa trattativa che s’inserisce quella per la successione di Conticelli in Sala Rossa. Lei è pronta a passare il testimone a Pierino Crema, area Cuperlo, quella che sul carro della segretaria multigender ci è salita in corsa, a pochi metri dall’arrivo. Ma il passaggio non è così scontato. Qui la maggioranza dei bonacciniani è schiacciante, ancor di più ora che al posto di Conticelli entrerà Valentino Magazzù, lorussiano di ferro. Si fanno i nomi di Luca Pidello (sostenitore di Valle) e Vincenzo Camarda (cattodem vicino a Monica Canalis). Sarebbe una forzatura dopo che già la poltrona in giunta che fu di Pentenero è stata affidata a un tecnico, ma allo stesso tempo legittima.

“Comune e Regione si tengono” dicono dall’area Schlein lasciando intendere che se si forza a Palazzo Civico si può forzare anche in Regione dove la loro componente ha i numeri per giocare all’asso pigliatutto. Una soluzione di compromesso risponde al nome di Claudio Cerrato, vicino all’ex assessore Enzo Lavolta, che in queste regionali si è tenuto equidistante dai due schieramenti promuovendo il ticket Valle-Conticelli. A dare le carte in via Alfieri sarà Mimmo Rossi, nella doppia veste di segretario e consigliere regionale. A lui spetta il compito di trovare una quadra, salvaguardando tutti gli equilibri. Un passaggio stretto laddove ormai i rapporti sono deteriorati, le ambizioni tante e le poltrone poche, quanti i voti raggranellati alle ultime elezioni. Tra i nomi che circolano per la vicepresidenza c’è quello di Canalis, forte delle 10mila preferenze conquistate, ma anche di Valle, appena dietro di lei nella lista di Torino. Sempre che si scelga la via unitaria.

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