PALAZZO CIVICO

Stangata Tari, i sindacati battono i pugni. "Adesso basta col metodo Lo Russo"

Il sindaco di Torino fa e disfa senza consultare nessuno. L'aumento della tassa rifiuti appreso a cose fatte. Le assessore Foglietta e Nardelli costrette a fare ammenda all'incontro con Cgil, Cisl e Uil. E meno male che il primo cittadino voleva "ridare centralità ai corpi intermedi"

“Il sindaco ci deve consultare”. L’aumento della Tari non è che l’ennesimo episodio e ora, oltre che il provvedimento nel merito, i sindacati contestano quello che sta diventando il “metodo Lo Russo”, quello del così è se vi pare. I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, convocati ieri a Palazzo Civico per discutere l’ultimo aumento delle tariffe varato dall’amministrazione di centrosinistra hanno definito “inconsueto” e “poco corretto” il metodo adottato dal primo cittadino che, all’indomani delle elezioni, ha comunicato la gabella già approvata in giunta e pronta a diventare esecutiva. “Con amministrazioni di ogni colorazione politica la materia era stata oggetto di confronto preventivo, mentre l’attuale giunta non ha istituito alcun tavolo di discussione e il sindacato ne è venuto a conoscenza dai media”.

Ad ascoltare il sermone dei rappresentanti dei lavoratori, giunti a palazzo assieme alle rispettive categorie dei pensionati, c’erano le assessore Gabriella Nardelli e Chiara Foglietta, alle quali è toccato il compito di abbozzare di fronte alle lamentele che arrivavano dall’altra parte del tavolo. Nessuno spazio per modificare le delibere, hanno confermato entrambe. E dire che era stato proprio il sindaco, nel suo discorso d’insediamento, a manifestare l’intenzione di “ridare centralità ai corpi intermedi”, gli stessi che ora ne contestano il modus operandi prima ancora che le scelte. Non gli avrà ridato centralità ma li ha serrati in un fronte unito (ce l'hanno tutti con lui). Un metodo, per i maligni più consono a un direttore generale che a un sindaco, che prevede di preparare le delibere nel riserbo più assoluto per poi presentarle a giochi fatti, quando il margine per le modifiche è prossimo allo zero.

A voler usare una metafora bellica, più che l’accerchiamento il sindaco procede per blitz. Lo fa sulle nomine e sulle principali scelte strategiche della città. Dal bilancio all’istituzionalizzazione di Askatasuna: e così Torino non discute, prende atto. In questo caso di un inasprimento del 7% della tassa sui rifiuti per maggiori entrate pari a 15 milioni. Il sindaco lo ha comunicato in maggioranza, domani andrà in commissione e mercoledì è atteso il voto della delibera in Sala Rossa.

Quella dei sindacati non è che l’ultima di una serie di levate di scudi. Dalla presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa al numero uno di Confesercenti Giancarlo Banchieri, altri due che ieri hanno incontrato l’assessora al Bilancio per farsi dire che no, non c’erano margini di trattativa. “Ci dica l’amministrazione se vogliono i negozi aperti o chiusi: oggi non si capisce” ha sbottato Coppa. Cgil, Cisl e Uil chiedono l’immediato “ripristino di corrette relazioni” tra Comune e sindacati; Nardelli e Foglietta “hanno ammesso l’errore nel sottovalutare il confronto preventivo con le parti sociali”.

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