GRANA PADANA

Salvini "grazia" Bossi, purghe in arrivo per i bossiani

Al Consiglio federale odierno nessun provvedimento di espulsione per il Senatur ma vengono espulsi l'ex segretario lombardo Grimoldi e il veneto Michieletto. Il capitato elogia il generale Vannacci e (stra)parla di buon risultato per la Lega

Umberto Bossi non sarà espulso dalla Lega. Matteo Salvini non ha alcuna intenzione di offrire il destro agli attacchi interni ed esterni al partito e, almeno per il momento, fa buon viso a cattivo gioco. Nonostante alla vigilia si fosse diffusa la convinzione che nel Consiglio federale odierno sarebbero stati presi provvedimenti drastici nei confronti del Senatur la linea imposta è stata quella di far raffreddare la questione. Anche per non dare ulteriore forza a quella fronda interna ma soprattutto agli attacchi esterni che mirano a mettere in discussione la leadership del Capitano. Da qui la decisione di soprassedere, preferendo sottolineare gli aspetti positivi delle ultime prove elettorali.

Nel corso della discussione durata tre ore in una sala di Montecitorio il segretario “ha evidenziato i 550 sindaci del partito attualmente in carica, anche grazie ai ballottaggi appena conclusi. È stata anche l’occasione per ringraziare tutti i candidati e gli eletti – riporta una nota – con particolare riferimento alle Europee: numerosi interventi hanno sottolineato il prezioso apporto del generale Roberto Vannacci”. Si ricorda poi che “la Lega è già impegnata in vista delle elezioni regionali in Umbria e in Emilia-Romagna, con l’obiettivo di vincere” e che nella riunione “sono emersi i dati aggiornati degli iscritti che crescono da Nord a Sud”.

Insomma, nonostante la discussa dichiarazione, per cui Bossi avrebbe esortato nel suo collegio a votare Forza Italia e in modo particolare il candidato Marco Reguzzoni, che tanto fece infuriare alcuni fedelissimi del capitano, al momento non ci saranno purghe. Diverso il caso che riguarda l’ex segretario del partito lombardo Paolo Grimoldi, sollevato da alcuni nel conclave leghista, verso cui è stata avviata la procedura di espulsione, assieme al consigliere regionale del Veneto Gabriele Michieletto. Cautela, insomma, come peraltro aveva suggerito Luca Zaia. Il governatore del Veneto, infatti, aveva spiegato come: “Bossi non ha dichiarato nulla. Non ha smentito le indiscrezioni, ma neanche ha confermato quanto è stato diffuso sui giornali”. Ragione per cui non ci sarebbero i presupposti per mettere alla porta quello che, ancora oggi, resta un simbolo indiscusso all’interno di quel mondo.

“Bossi mi ha chiamato per complimentarsi per l’approvazione dell'Autonomia”, ha rivelato Roberto Calderoli nel corso del consiglio federale, sottolineando il plauso del vecchio capo del Carroccio per il provvedimento approvato in Parlamento. Per il vertice del partito, riunito per valutare i risultati elettorali delle ultime europee e dei ballottaggi appena terminati, resta però chiaro che situazioni di conflitto interne non favoriscono il partito, soprattutto in occasione di tornate elettorali. Per il capogruppo in Senato, Massimiliano Romeo “occorre litigare meno in Lega”, come avrebbe detto nel suo intervento. Qualcuno ha poi sottolineato che il sorpasso subito da Forza Italia è stato anche un riflesso delle diatribe interne. A intervenire tutti i dirigenti presenti e quelli collegati via zoom, con i responsabili regionali pronti a fare il punto anche in vista delle prossime scadenze elettorali.

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