AFFARI & GIUSTIZIA

Segre cornuto e mazziato (dalla giustizia): "Macché, meriterebbe un monumento"

Il protagonista del feuilleton estivo sotto indagine per un'ipotesi di omesso versamento di Iva e di ritenute. Il consulente di parte lo scagiona ricordando il suo lavoro a favore della Savio, società finita all'ex compagna Seymandi. Grane anche per la Directa Sim

È nelle maglie della magistratura ma meriterebbe un “monumento paragonabile solo a quello che a Caprera hanno eretto per Garibaldi”. A tributare un simile riconoscimento a Massimo Segre è il consulente tecnico della difesa, testimoniando in tribunale a Torino al processo che vede il noto commercialista torinese sotto accusa per un’ipotesi di omesso versamento di Iva e di ritenute. L’esperto ne ha parlato a proposito del lavoro di Segre a favore della Savio Thesan, società produttrice di apparecchi di ventilazione che nel 2020 chiese il concordato preventivo: sono proprio i creditori della Savio, a suo giudizio, che “dovrebbero costruirgli un monumento” anche per “l’impegno che ha profuso per mandare avanti l’azienda”.

Segre, che di Savio Thesan fu presidente del Cda da luglio del 2018 al maggio del 2020, nell’estate dello scorso anno diventò il protagonista di una vicenda di cronaca rosa che ebbe una vastissima diffusione mediatica quando lasciò la fidanzata, Cristina Seymandi, nel corso di un’affollata festa con gli amici che era stata organizzata, originariamente, per annunciare il matrimonio con lei; il video con il discorso del commercialista diventò rapidamente virale sul web e sugli organi di informazione. L’anno precedente la stessa Seymandi aveva rilevato la Savio, beneficiando di un contributo di Finpiemonte.

Intanto, la procura di Torino ha prorogato le indagini preliminari su Directa Sim, società presieduta proprio da Segre. Sotto la lente dei magistrati, che indagano per abusivismo bancario e finanziario e falso in bilancio, lo schema che ha trasformato una Sim che fornisce servizi di trading in una sorta di piccola banca centrale: raccoglieva liquidità da banche in salute e forniva la stessa liquidità a istituti di credito che avevano difficoltà ad approvvigionarsi tramite i canali bancari tradizionali. Tra gli indagati, oltre al presidente Segre, anche l’ex co-amministratore delegato, Giancarlo Marino, che aveva le deleghe operative per quest’attività ed è indagato anche per le ipotesi di reato relative all’infedeltà patrimoniale.

Lo schema svelato dalle indagini era complesso: da un lato, banche e società finanziarie solide aprivano un conto di trading presso Directa Sim e depositavano lì la liquidità in eccesso, per la quale veniva riconosciuto un interesse. Dall’altro, la stessa liquidità veniva girata in deposito ad altre banche con bassa qualità del credito. Un meccanismo di cui si erano già accorti nel 2021 gli ispettori di Banca d’Italia. Da qui la richiesta di una serie di correttivi e una sanzione modesta: solo 30 mila euro. Ma quanto fatto da Directa dopo la multa non ha soddisfatto Via Nazionale che nel 2023 ha trasmesso la relazione alla Consob e alla procura di Torino. Così il 27 giugno del 2023 la Guardia di Finanza, coordinata dal pm torinese Mario Bendoni, si è presentata alla porta della Sim per acquisire la documentazione sullo schema segnalato da Bankitalia. Successivamente ha acquisito i documenti anche presso le banche e le società finanziarie che partecipavano a questo schema, suddivise in depositanti e depositarie. Tra le prime, che parcheggiavano la liquidità, figurano Banco Azzoaglio, il Banco fiorentino, la Banca delle Alpi marittime, Credito Fondiario, Palladio Holding, la Fondazione Mps e Fides spa. Tra le seconde, che ricevevano la liquidità, la Popolare di Bari, Carige, Banca Progetto, Banca Sistema, Illimity, Solution Bank, Banca Regionale di Sviluppo (incorporata nel 2023 in Banca di Credito Popolare). Nessuna delle banche citate è coinvolta nelle indagini.

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