RIFORME

Piemonte riparte sull'Autonomia: "Pronti a chiedere 9 materie"

Mentre le regioni rosse e l'opposizione si preparano al referendum contro la legge Calderoli, il neo assessore Bussalino (Lega) si mette sulla scia del Veneto per ottenere il trasferimento delle deleghe senza Lep: da finanza e tributi al sistema creditizio locale

Non è passato neanche un mese dalle regionali, ma il Piemonte sull’autonomia non vuole perdere il treno. Il neoassessore delegato, il leghista Enrico Bussalino, oggi si è confrontato coi colleghi veneti, capofila del fronte che reclama maggiori poteri alle Regioni, e venerdì passerà all’azione nella prima riunione di giunta, quando verrà licenziata la lettera con la quale chiedere le prime nove materie da trasferire. Quello che ha tutte le parvenze di uno stucchevole gioco dell’oca, la maggioranza di Alberto Cirio ricomincia (quasi) daccapo. Cinque anni fa la nuova amministrazione a traino leghista aveva sbandierato il vessillo autonomista come impegno prioritario della legislatura. Era stata addirittura costituita una commissione ad hoc, poi tutto si è perso nelle nebbie in attesa della legge che, tra stop and go, alla fine è arrivata. Ora si riprende, scrivendo nuovamente al Governo.

Una lettera che il governatore del Veneto Luca Zaia ha già spedito ieri alla premier Giorgia Meloni e al ministro all’Autonomia Roberto Calderoli selezionando le 9 materie sulle quali non vanno calcolati i Lep, quei livelli essenziali di assistenza sui quali la partita interna al centrodestra tra leghisti e fratelli (che dovrebbe durare 2 anni) è appena cominciata. Il Doge non poteva trovare un modo migliore per smaltire l’incazzatura per il mancato investimento in Veneto di Silicon Box, che porterà il nuovo impianto di chip da 3,2 miliardi proprio in Piemonte. Zaia può stare tranquillo, Bussalino è già tornato a prendere ripetizioni dai cugini del Nord Est.

Così in questa disputa infinita si prova a far partire quel poco di autonomia che è già pronta nella legge approvata solo un paio di settimane fa. Per adesso i 9 temi “disponibili” sono Rapporti internazionali e con l'Ue; Commercio con l'estero; Professioni; Protezione civile; Previdenza complementare e integrativa; Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; Organizzazione della giustizia di pace.

C’è chi accelera, ma anche chi frena. La segretaria dem Elly Schlein ha deciso che è il momento di creare quel “fronte popolare” delle opposizioni contro le riforme del premierato e dell’autonomia, definite “cinico scambio” tra Lega e Fratelli d’Italia. Dopo una passerella all’Anpi bolognese in compagnia del mai troppo alleato Giuseppe Conte, ha rilasciato un’intervista dove auspica l’unità delle opposizioni contro la nuova destra, sia in Italia che in Europa. 

Al di là degli allarmismi, i democratici hanno intenzione di fare qualcosa sul serio. Non in Parlamento, ma con le cinque Regioni “rosse” che ancora governano e che bastano per chiedere un referendum sulla legge appena varata dal Parlamento. La prima a chiudere sarà la Campania dove Pd, Azione e Italia Viva si preparano a votare la richiesta di indizione del referendum abrogativo in Consiglio regionale l’otto giugno. Poi toccherà all'Emilia-Romagna, che lo farà il giorno dopo: qui c'è una certa fretta perché il governatore Stefano Bonaccini deve andare in Europa e rassegnerà le dimissioni l'11 o il 12 luglio. Il fautore dell’autonomia tra i democratici, ora convertito al fronte del no, farà giusto in tempo a vedere la sua assemblea chiedere di abrogarla, questa maledetta autonomia. Un rimpianto in meno sul volo per Bruxelles. Mancano ancora i tempi precisi, ma Toscana, Sardegna e Puglia seguiranno a stretto giro.

Ma il centrosinistra si muove anche in Piemonte. I dem locali hanno organizzato per l’11 luglio un nuovo incontro contro Autonomia differenziata e premierato guidato dal deputato e giurista Andrea Giorgis e le sue dotte disquisizioni e dal bersaniano Federico Fornaro con a sostegno, oltre alle due donne forti della sinistra dem piemontese Chiara Gribaudo e Anna Rossomando, anche il segretario piemontese Domenico Rossi. Un nuovo appuntamento dopo la piazza organizzata davanti al Municipio di Torino coi 5 Stelle il 18 giugno, sempre contro autonomia e premierato. Stavolta invece i dem saranno da soli nella sede torinese di Via Coppino.

Ma anche in Piemonte il no dei dem all’autonomia è storia recente. L’ultimo del centrosinistra a guidare il Piemonte, Sergio Chiamparino, le aveva chieste eccome le materie dell’autonomia, non tutte e 21 ma ben 13, posizione ben lontana dal “no pasaran” della sinistra attuale. Comunque sopra le 9 materie chieste da Zaia, anche se a sinistra nessuno rivendicherebbe questo primato. Ora invece sta tirando su le barricate al grido di “no alla divisione dell'Italia”. Un quadro politico che non dispiace alla segretaria Schlein che così può tenere il fronte unito da nord a sud, ma va notato che all’appuntamento torinese dell'11 luglio di bonacciniani non ce ne sarà neanche uno, tranne Rossi che comunque è un segretario di raccordo tra le due mozioni democratiche. Sarà anche per l’imbarazzo di chi ai tempi appoggiò le richieste di Chiamparino e oggi si trova sul versante opposto, costretto ad assecondare un allarmismo che al momento sembra quantomeno prematuro.

print_icon