GIUSTIZIA

Gratis ai concerti, ma niente Bigliettopoli per magistrati, finanzieri e alti papaveri

Alla fine del tanto strombazzato processo si discute di quattro biglietti in croce. Il giudice respinge la richiesta di allargare gli accertamenti alla sfilza di vip che hanno usufruito degli omaggi. Assolto "perché il fatto non sussiste" l'ex assessore Lavolta

Niente domande su magistrati, giornalisti, carabinieri e finanzieri che chiedevano e ottenevano biglietti omaggio per i concerti. Il tribunale di Torino, alla ripresa del processo per la cosiddetta “Bigliettopoli”, che vede al centro l’ex patron di Set Up Live, Giulio Muttoni, stoppa l’avvocato difensore, Fabrizio Siggia, che nel corso della testimonianza di uno degli ufficiali della polizia giudiziaria che svolsero le indagini avrebbe voluto estendere il campo degli accertamenti. “Il tema è estraneo al capo di imputazione”, ha detto il presidente, Paolo Gallo. In quel momento si stava parlando dell’episodio di una funzionaria della prefettura che, secondo le accuse, ricevette due biglietti per il concerto di Tiziano Ferro, secondo l’accusa in cambio dell’interessamento per una pratica in materia di sicurezza. “Se questa è corruzione – ha sottolineato Siggia – allora le domande su altre persone che avevano biglietti omaggio devono essere legittime. Diversamente si limita il diritto alla difesa”.

Sarà pure, come ha replicato il giudice, che “il capo di imputazione è molto preciso e ciò che succede nel resto del mondo non è in questo processo”, ma accertare il contesto nel quale alti ufficiali delle forze dell’ordine, vertici della Prefettura, dirigenti dell’Ufficio delle entrate e della Siae periodicamente chiedevano e ottenevano ticket gratuiti di concerti e spettacoli avrebbe potuto fare piena luce su una condotta talmente generalizzata e apparentemente consuetudinaria da rendere difficile scorgere il nesso di una reciproca utilità delittuosa. A meno di non considerare corrotti o corruttibili le decine e decine di autorità civili, militari e giudiziarie che per anni hanno usufruito di questi omaggi.

E la lista è lunga, dal non ancora sindaco Stefano Lo Russo ai generali della Guardia di Finanza Raffaele Ditroia e Luigi Vinciguerra, dai pari grado dell’Arma Pasquale Lavacca e Antonio De Vita, ai dirigenti di polizia Sergio Molino, oggi questore di Alessandria, e Alberto Bonzano. Per non dire del viceprefetto Roberto Dosio, responsabile della vigilanza locali pubblico spettacolo, la cui segreteria nella mail di richiesta di tre ingressi (“per lui, sua moglie e la figlia”) al concerto de Il Volo ci tiene a sottolineare la presenza dell’alto funzionario al “sopralluogo di domani”. E che dire colonnello della Gdf Omar Salvini, oggi comandante provinciale di Imperia, che addirittura baratta 4 biglietti per Shakira con 7 posti in tribuna d’onore della Juventus? Postilla divertente: Salvini all’epoca sovrintendeva alle azioni di contrasto al bagarinaggio. Scorrendo la lista si scopre così che i poliziotti andavano pazzi per Jovanotti (32 biglietti in una botta sola), stravedevano per Madonna (20 biglietti), ma non disdegnavano Baglioni, Vasco Rossi e Gigi D’Alessio. Il cantautore napoletano piace anche all’ex pm Raffaele Guariniello, mentre la sua ex collega Anna Maria Loreto ha usufruito di un ingresso cadeau per il concerto di Renga del 17 maggio 2017, a suo dire su invito “di una carissima amica di lunga data, che in forza della propria collocazione lavorativa in azienda aveva a disposizione dei biglietti” e di non aver quindi “mai richiesto biglietti omaggio dal signor Muttoni né dalla società”. La “carissima amica” era una dipendente di Parcolimpico e ad autorizzare i ticket era Muttoni. Di gusti più rock il suo predecessore alla guida della procura di Torino, Armando Spataro, che ha ottenuto due biglietti per il concerto dei Red Hot Chili Peppers riservati e messi in carico al patron Muttoni, anche se il magistrato afferma di averli poi pagati di tasca sua.

Insomma, mezza città che conta(va) di riffa o di raffa con Muttoni ci aveva a che fare. Come e perché non potranno raccontarlo, il giudice Gallo ha stabilito che sarebbe irrilevante. “La conclusione – commenta Siggia – è che non si può parlare di altre categorie che avevano i biglietti”. Il legale ha comunque fatto presente al testimone che sulla questione dei tagliandi in omaggio esistono delle linee guida tracciate da una circolare della Siae.

Il processo “Bigliettopoli” si riferisce a episodi avvenuti negli anni Dieci. Una parte del procedimento è stata trasferita a Roma per competenza territoriale. Al netto degli inciampi, tra i più eclatanti le intercettazioni abusive ai danni dell’allora parlamentare Stefano Esposito, degli 80 capi d’accusa originari è già stata dichiarata la prescrizione per 23 con sentenza di proscioglimento parziale o totale per una decina di imputati. Così come finisce in anticipo con una assoluzione il processo per Enzo Lavolta, ex assessore comunale a Torino per il Pd: “perché il fatto non sussiste”. Lavolta era stato chiamato in causa per una presunta ipotesi di corruzione elettorale. Alla fine, la tanto strombazzata Bigliettopoli si riduce a quattro omaggi in croce. Un lungo processo, “troppo lungo” come ha ammesso lo stesso pubblico ministero Gianfranco Colace, fondato su basi così solide da svanire come una bolla di sapone.

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