PALAZZI ROMANI

Cancellato l'abuso d'ufficio, stretta sulle intercettazioni

La Camera approva in via definitiva il ddl Nordio con 199 sì. Con il centrodestra hanno votato a favore anche Azione e Italia Viva. Una buona notizia per sindaci e amministratori locali "che stapperanno una bottiglia". Limiti alla pubblicazione delle captazioni

La Camera ha approvato in via definitiva il ddl Nordio con 199 voti a favore, 102 voti contrari e nessun astenuto. Hanno votato a favore del progetto di legge, insieme alla maggioranza, anche i deputati di Azione e di Italia Viva. Il disegno di legge apporta modifiche sostanziali all’ordinamento giudiziario. Qualche giorno fa era stata approvata la cancellazione dell’abuso di ufficio, definito dal ministro della Giustizia Carlo Nordio un “reato evanescente, che serve soltanto a intimidire i pubblici amministratori. Su circa 5 mila procedimenti pendenti in un anno le condanne si contano sulle dita di una mano, peraltro condanne collegate con reati connessi”.

Nel provvedimento sono previsti anche limiti alla pubblicazione delle intercettazioni da parte dei giornalisti, l’aumento delle pene minime per il traffico di influenze e l’impossibilità per i pm di appellarsi alle assoluzioni per reati di “contenuta gravità”. Presente nel testo anche l’obbligo di includere nell’informazione di garanzia una “descrizione sommaria del fatto”, a oggi non prevista.

Il testo del Guardasigilli oltre ad abolire l’abuso d’ufficio (“avrà un effetto dirompente. Toglierà ai magistrati uno strumento di potere. Dovremo festeggiare e anche i sindaci stapperanno una bottiglia”, ha detto qualche giorno fa) prevede anche una stretta sulle intercettazioni che impedisce la trascrizione delle intercettazioni non rilevanti e proibisce ai giornalisti di pubblicare quelle che non sono contenute negli atti dei giudici.

Oggi in una trasmissione radiofonica il ministro della Giustizia ha ripetuto: “È una premessa sbagliata” dire che l’abolizione dell’abuso d’ufficio “sia un colpo a lotta corruzione, chi lo dice sa benissimo che l’abuso d’ufficio non ha nulla a che vedere con la corruzione” che “riguarda soldi che vengono pagati”, ha affermato a Radio24. Il reato d’abuso d’ufficio “era così evanescente che poneva sotto indagine amministratori e sindaci per le questioni più svariate e su 5mila e passa processi instaurati ogni anno, che costavano la paralisi della pubblica amministrazione e la paura della firma ma anche la carriera politica e salute personale, non c’erano mai condanne. Abbiamo liberato 5mila e passa amministratori l’anno dalla paura della firma”.

Invece, sulle intercettazioni e la loro pubblicazione “con questo provvedimento salviamo il terzo: se Tizio parla con Caio di Sempronio, almeno salviamo Sempronio che non ha niente a che fare con l'indagine – spiega ancora Nordio –. Da noi l'articolo 15 della Costituzione che tutela la riservatezza delle comunicazioni è stato stracciato e alcuni magistrati hanno intercettato persone che non erano indagate: su questo l’Europa ha fatto una sentenza umiliante per noi e la magistratura”.

Ecco il contenuto:

Via l’abuso di ufficio – Cancellazione dell’articolo 323 del codice penale, relativo all’abuso di ufficio.

Traffico di influenze – Viene limitato a condotte particolarmente gravi il traffico di influenze, di cui aumenta la pena minima, che passa da un anno a un anno e sei mesi: le relazioni del mediatore con il pubblico ufficiale devono essere utilizzate e non vantate, mentre l’utilità data o promessa in alternativa al denaro è solo economica.

Limiti per i giornalisti – Si potranno pubblicare solo le intercettazioni il cui contenuto sia “riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento”. I pm e i giudici dovranno stralciare dai brogliacci e dai loro provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini.

Appello del Pm – Sparirà per le sentenze di assoluzione che riguardano reati di “contenuta gravità” la possibilità di ricorrere in appello per l’accusa. Una strada già tentata in passato con la riforma Pecorella bocciata dalla Corte costituzionale. Potranno essere impugnate dal pm invece le assoluzioni per i reati più gravi, compresi quelli del Codice Rosso.

Custodia cautelare in carcere – Sarà un collegio di tre giudici, non più un solo magistrato, a decidere, durante le indagini, l’applicazione della custodia cautelare in carcere. E prima di esprimersi dovranno interrogare l’indagato, tranne se ricorre il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o se si tratta di reati gravi commessi con l’uso di armi.

Informazione di garanzia – L’informazione di garanzia dovrà obbligatoriamente contenere una “descrizione sommaria del fatto”, oggi non prevista. E la notificazione dovrà avvenire con modalità che tutelino l’indagato.

Processi di mafia e terrorismo – Il rischio di nullità era legato al fatto che la legge prevede che i giudici popolari non debbano avere più di 65 anni. Il ddl, con una norma di interpretazione autentica, stabilisce che il requisito anagrafico si riferisce solo al momento della nomina.

Reintroduzione del peculato per distrazione – Il nuovo reato prevede che “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, li destina ad un uso diverso da quello previsto da specifiche disposizioni di legge o da atti aventi forza di legge dai quali non residuano margini di discrezionalità e intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”.

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