ACCADEMIA

Giurisprudenza detta legge sul rettore. Geuna di nuovo bocciato sullo Statuto

Dai giuristi ancora parere negativo alla riforma scritta dal Magnifico uscente, mentre parte la corsa alla sua successione: testa a testa tra il direttore Caterina e la vicerettrice Scomparin. Ma da Chimica potrebbero arrivare delle sorprese

Un’ovazione ha accompagnato questa mattina Raffaele Caterina, nel suo ultimo Consiglio di dipartimento da direttore. Il tributo dei colleghi di Giurisprudenza è la cesura tra un mandato che si chiude e uno che potrebbe aprirsi. Il giurista torinese è, infatti, tra coloro che “studiano” da rettore in vista delle elezioni del prossimo anno.

È un testimone che scotta quello di Stefano Geuna, basti pensare ai dodici mesi appena trascorsi, tra polemiche, occupazioni e vere e proprie sconfessioni. L’ultima arriva proprio da Giurisprudenza, dove all’unanimità i docenti si sono espressi contro la proposta di revisione dello statuto riscritta dal Magnifico di via Verdi dopo la bocciatura già rimediata alla fine dello scorso anno, quando per evitare lo scontro in cda, ritirò il testo con la promessa di ripresentarlo sotto una nuova veste. Evidentemente, però, le modifiche hanno soddisfatto pochi. Non solo Giurisprudenza, infatti, ha dato parere contrario, l’altolà è arrivato nei giorni scorsi anche dal dipartimento di Culture, politica e società (Cps), Matematica, Veterinaria, Filosofia e Scienze dell’educazione, Studi umanistici, Economia e statistica, Psicologia. E anche dal Consiglio degli studenti. Il rischio che la riforma debba tornare definitivamente in un cassetto è sempre più alto mentre il rettore pare ormai possa contare quasi esclusivamente sui dipartimenti di Medicina, di cui è espressione.

Anche alcuni suoi vicerettori, complice la campagna elettorale alle porte, paiono avergli voltato le spalle. È il caso per esempio di Laura Scomparin, che questa mattina non è intervenuta a favore della proposta di Geuna e ha acconsentito che il parere contrario del suo dipartimento fosse all’unanimità. Anche Scomparin risulta tra coloro che hanno fatto un passo avanti, non ufficiale, per la candidatura al vertice dell’ateneo torinese. Come Caterina fa parte di Giurisprudenza e non è un caso: basti rammentare quella prassi, diventata tradizione, che prevede un’alternanza tra medici e giuristi al vertice dell’ateneo. A giudicare dalle sensazioni di qualche insider, i legulei, al momento, sono schierati per la maggior parte con Caterina, ma gli appoggi di Scomparin – allieva di Giovanni Conso, uno degli ultimi maestri dell'Accademia subalpina, ministro e presidente della Corte Costituzionale, prima di finire sotto l'ala dell’ex rettore Gianmaria Ajani – sono trasversali e si estendono ben al di là del dipartimento d’appartenenza e pure dell’università, come dimostra il suo invito alla Festa dell’Unità di Torino, dove di fatto ha lanciato la candidatura. Ad ascoltarla, in quell’occasione, c’erano altri due vicerettori, Alessandro Zennaro (Psicologia) e Giuseppe Di Giuda (Management). Un segnale di attenzione? O forse addirittura di aperto sostegno? Chissà. Quel che appare certo è che, se Caterina può contare sulla fitta e consolidata rete di Comunione e liberazione (proprio come la collega Anna Poggi, presidente della Fondazione Crt), la collega naviga con disinvoltura tra le correnti del Pd.

Scomparin, tuttavia, non è l’unica donna che si sta muovendo, anzi più avanti nelle trattative c’è un’atra vicerettrice, Cristina Prandi, docente di Chimica, sostenuta da buona parte dei dipartimenti scientifici e da quell’area della sinistra più identitaria che fa riferimento allo storico Vincenzo Ferrone (la sinistra delle fondazione bancarie, diciamo).