Mattiello, ripensaci
Riccardo de Caria 08:03 Venerdì 18 Gennaio 2013 1
Caro Davide,
uso lo spazio della mia rubrica per farti un po' di domande "inaudite", a cui spero vorrai rispondere.
Ti ho conosciuto qualche anno fa in occasione di un mio precedente avvicinamento al mondo politico (da cui scappai a gambe levate). Eri una delle persone più vicine a quel grande uomo che è Pino Masciari, imprenditore calabrese che ebbe il coraggio di denunciare le estorsioni patite dalla 'ndrangheta, avendone la vita rovinata. Ti ho sempre stimato molto per questo e per il tuo impegno antimafia in generale. Ho visto che sei una persona del tutto perbene e in completa buona fede, e so quanto ti sei speso per questa nobile causa, rischiando molto sulla tua pelle.
C'è però qualcos'altro che non mi ha mai convinto del tuo operato, e le mie perplessità giungono al culmine ora che hai deciso di candidarti con il PD, PD che ha candidato te e non Pino: quella sì che sarebbe stata una scelta encomiabile per tutto ciò che Pino rappresenta.
La tua candidatura invece mi appare inopportuna: lo dico dichiaratamente in conflitto d'interessi, essendo candidato anch'io, in una lista che al PD si oppone risolutamente, ovvero Fare per Fermare il Declino, guidata da Oscar Giannino. Ma qui ti parlo da osservatore.
Per anni le associazioni da te fondate, o che a te fanno riferimento, hanno operato grazie a un contributo sostanziale proveniente da fondi pubblici (un'inchiesta dello Spiffero di qualche mese fa rivelò particolari da restare a bocca aperta, e non mi risulta essere stata smentita).
Un esempio su tutti è il Treno della Memoria, iniziativa encomiabile di Terra del Fuoco che almeno fino a tempi recenti si è sempre retta su centinaia di migliaia di euro erogati dagli enti pubblici. Per non parlare di Biennale Democrazia, iniziativa - consentimi - per me assai meno encomiabile: le idee liberali in cui credo io lì non hanno mai trovato spazio, mentre le tue vengono celebrate per settimane, con dibattiti e incontri con un sacco di tuoi amici, curati sempre da Acmos e con la partecipazione di un mare di esponenti della galassia a te vicina. Il tutto pagato (senza previo bando per l'iniziativa, se non m'inganno) con fondi di soggetti o pubblici, cioè di provenienza direttamente politica, o comunque istituzionali, cioè in ogni caso soggetti all'influenza della politica e dei poteri forti di Torino.
Grazie alle tue entrature con questi poteri forti, hai costruito un impero di manifestazioni come appunto Biennale Democrazia, che hanno incrementato la tua popolarità. Popolarità che si nutre anche delle tue iniziative nelle scuole. Un po' ovunque tra medie e superiori c'è stata un'iniziativa di Acmos, che ha promosso una visione del mondo che voi presentate come universale, ma che universale non è: si può avere l'antimafia nel cuore anche senza farne un tutt'uno inscindibile con le politiche economiche di ispirazione socialista cui vi rifate.
Nelle scuole (pubbliche!) voi acquisite un vantaggio competitivo pazzesco. Chi la pensa come noi ci prova a fare iniziative per presentare la sua visione del mondo, senza vendersi come maestro di morale e, da molto tempo, rinunciando a qualunque contributo pubblico anche se tramite bando. Ma credimi, esiste quasi un timore reverenziale a dire di no alle vostre iniziative extracurriculari e optare per altre. Noi, in particolare, stappiamo lo champagne se tre insegnanti all'anno ci contattano.
Questo mix di iniziative di diffusione del vostro modello a suon di contributi pubblici, e quasi monopolio sulla scuola pubblica grazie alla affinità con tanti docenti (dipendenti pubblici, cioè pagati da tutti, anche da chi la pensa diversamente), ti ha fatto accumulare un grosso patrimonio di consenso.
Il problema è che, anche se tu in totale buona fede non lo vedi (a Biennale Democrazia arrivate a insegnare ai bambini che le tasse sono bellissime!), ma dietro a queste vostre azioni c'è la violenza: la violenza che è insita in qualunque prelievo fiscale, con cui poi vengono finanziate le vostre attività così come la scuola pubblica (io vorrei poter scegliere di non pagare le tasse per finanziare le tue attività o una scuola che dà ai miei figli un'educazione che non condivido, ma se lo faccio mi mettono in galera e mi becco pure la tua predica).
Ebbene, già mi ha convinto molto poco quando questo patrimonio di consenso lo hai usato creando Benvenuti in Italia, la fondazione con cui hai apertamente inteso fare lobbying sull'elettorato, indirizzando il consenso che ti eri costruito su alcune persone da te ritenute degne, a cominciare dall'allora candidato sindaco Fassino. Già allora ci vedevo un bel cortocircuito nel tuo sostegno elettorale dichiarato a politici di un'area che aveva finanziato le iniziative grazie alle quali ti eri costruito il consenso.
Ma quando a candidarti sei tu in prima persona, a me pare che il cortocircuito sia totale: dichiari sempre le tue associazioni rigorosamente apartitiche, ma di fatto usi il consenso che ti sei costruito in quelle associazioni, anche grazie a soldi pubblici assegnati ad esse da un partito su tutti, per schierarti apertamente in quel partito.
E non un partito qualunque: una SeL, per dire, ha anche lei le sue belle entrature. Chi altri riesce a far presentare il libro del suo capolista piemontese alla Camera nelle classi quinte (le uniche che votano) di una scuola (pubblica) popolosa come l'ITIS Avogadro a un mese dalle elezioni (del resto anche in SeL c'è il vostro uomo forte Michele Curto, mentre con Ingroia fate il tris schierando Gabriella Stramaccioni)?
Il PD a Torino è sinonimo di qualche miliardo di debito, cioè di un'ipoteca sulle nuove generazioni che dici di avere tanto a cuore, visto che dedichi così tanto tempo a insegnare loro la tua visione del mondo. Il PD è sinonimo di affaire Martina; è sinonimo di concorso sui dirigenti annullato con tanto di sentenza ignorata, alla faccia della legalità a te tanto cara; è sinonimo di sponsorizzazioni per il Festival Jazz che l'assessore alla cultura ha dirottato dal bilancio del Comune a una fondazione non sottoposta agli obblighi di trasparenza degli appalti pubblici (per citare solo le cose che sono uscite: ma tante altre le dovresti conoscere, frequentando gli ambienti).
Ci sono anche tante persone perbene nel PD, alcune le conosco personalmente e sarebbero state ottimi candidati (ma naturalmente l'apparato le ha fatte fuori). Se uno cresce in quel partito e prova a cambiarlo da dentro, rispetto la sua scelta. Ma passare la vita adulta a combattere coraggiosamente i poteri forti, e poi legare il proprio nome al potere più forte che c'è a Torino, quella scelta invece non la comprendo proprio. Tu avresti voglia di spiegarmela?
Cose inaudite.



