Santo Stefano, aiutaci tu

La prima occasione per segnare la discontinuità della nuova amministrazione di Biella da quella di Gentile è la ripavimentazione ex novo di piazza Duomo, progetto che mi vede da sempre contrario, soprattutto per una questione di priorità

La buona politica dovrebbe essere  l’arte del possibile, non dell’impossibile. Io credo che per fare buona politica, quella che mette al primo posto la tutela del bene comune, bisogna ripartire con umiltà dal territorio, dalle piccole comunità, come quella biellese, dove viviamo sulla nostra pelle i danni del consociativismo che ingessa il Paese, del matrimonio politico che in vent’anni di finti pugni tra destri e sinistri ci hanno venduto come uno sposalizio impossibile, mentre in realtà le nozze tra Berlusconi e Renzi sono l’epilogo del consociativismo e furono già iscritte all’albo pretorio di Arcore dal 6 dicembre 2010, quando i due si fidanzarono nel primo incontro a villa San Martino, promettendosi continuità d’intenti nel segno del primato delle banche e del profitto sulla buona politica. Parlano i fatti.
  
Nel mio nuovo mandato di consigliere comunale di maggioranza a Biella, pur nel vincolo di lealtà che mi lega al neo sindaco Marco Cavicchioli e che rispetterò, non farò il silente testimone di quelle nozze.
 
Il mio primo vero banco  di prova sarà la ripavimentazione ex novo di piazza Duomo che mi vede da sempre contrario a quel progetto soprattutto per una questione di priorità ma dove potremmo dare, come maggioranza, anche un forte segnale di discontinuità con il servilismo di Donato Gentile, rimettendo al centro la laicità della politica.  L’ex sindaco  ha messo sul piatto più di 600.000 euro di fondi comunali per lo stravolgimento della piazza di proprietà del Capitolo Cattedrale di Santo Stefano. Cavicchioli chiede saggiamente tempo e l’illustrazione pubblica del progetto prima di decidere. Nel mentre, propongo la mia
  
Variando il progetto,  destinerei  parte di quel denaro per la manutenzione ordinaria della città con un programma di medio termine, redigendo con la giunta e le parti sociali competenti tre elenchi.
 
Nel primo si stilano i beni pubblici  da “adottare” senza interferire con gli appalti già in essere o a divenire (penso, ad esempio, alla  pulizia di fossati e cunette a parco del Bellone o della Burcina), ma la lista delle necessità fuori budget ordinario potrebbe essere implementata anche dai biellesi, magari online su apposito sito. 
 
Nel secondo elenco  si iscrivono coloro che, anche grazie al nostro patrono Santo Stefano, lavoreranno in piccole squadre d’intervento da definirsi e verranno retribuiti dal comune di Biella. Non un lavoro a tempo pieno ma almeno pillole di fiducia nel futuro a chi è in attesa di occupazione e ora si sente perduto.  
 
Nella terza lista occorre che ci iscriviamo su base volontaria proprio noi, i politici locali di ogni sensibilità, dai consiglieri comunali a salire per farci referenti e responsabili ciascuno per una squadra e un bene “adottato”, per tenerci a contatto con la realtà e  dando la disponibilità gratuita e cadenzata di un nostro piccolo ritaglio di tempo perché la situazione è grave e metterci solo la faccia non è più sufficiente, dobbiamo metterci anche le braccia. Sono a disposizione, ho già arrotolato le maniche.

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