Gerbido, la fine del Comitato

La vicenda dell'organismo Locale di Controllo dell'inceneritore riassume i connotati delle tipiche situazioni gestite "all'italiana", cioè alla "carlona". Tutto ciò accade perché, al di là delle belle parole di circostanza, alle Istituzioni non interessa

Circa il funzionamento del Comitato Locale di Controllo dell’inceneritore del Gerbido, di cui fa parte anche la Città di Grugliasco, l’altro giorno ho inviato una lettera ai miei Amministratori nella quale, descrivendo la situazione attuale, ho rivolto loro anche una serie di richieste e di chiarimenti. Nello specifico: 1) il CLdC non si riunisce dal 29 gennaio 2014 (più di un anno e mezzo); 2) Il Comitato dovrebbe di norma riunirsi ogni tre mesi; 3) Il Presidente pare si sia dimesso già da qualche mese; 4) Tutti i Sindaci facenti parte del Comitato hanno ribadito, mediante interviste sul sito internet, che il Comitato debba continuare a svolgere le sue funzioni di organismo politico-tecnico di monitoraggio e di controllo “privilegiato” sulla gestione dell’impianto. Ad esempio, il Sindaco di Rivoli (Franco Dessi) afferma che “la nuova sfida è rendere ancora più diffusa e capillare l’informazione”.
 
A fronte di tutto ciò - nonché dell’impegno formale preso con i cittadini di tenere alta la guardia e l’attenzione nei confronti di un impianto industriale che impatta pesantemente sul nostro territorio - ho chiesto all’Amministrazione di Grugliasco di: a) fare chiarezza, quanto prima possibile, sulle motivazioni dell’inattività del Comitato in questi quasi ultimi 2 anni; b) attivarsi per un’immediata convocazione del Comitato; c) attivarsi, in caso di riscrittura delle regole di composizione e funzionamento del Comitato, per la riconferma della regola che prevede che le riunioni del Comitato siano in seduta pubblica e per la previsione di un question-time in cui i cittadini possano fare domande; d) valutare l’allargamento della composizione del Comitato, non solo prevedendo la partecipazione della Regione, ma anche la partecipazione di associazioni riconosciute in ambito nazionale fortemente preparate sul temi dell’incenerimento (es. Zero Waste Italy); e) richiedere la pubblicazione sul sito del Comitato dei report sintetici trimestrali e della relazione annuale elaborati da TRM.
 
Infatti, la vicenda del Comitato Locale di Controllo dell’inceneritore del Gerbido riassume i connotati delle tipiche situazioni gestite “all’italiana”, cioè alla “carlona”. Tutti i Sindaci hanno sempre detto e ridetto che il Comitato rivestiva un’importanza fondamentale per un controllo “privilegiato” dell’impianto. Mi pare, invece, che fosse solo una “foglia di fico” per spartirsi le compensazioni ambientali. E questo dubbio è diventato certezza nel momento in cui, entrato in esercizio l’inceneritore, spartite le compensazioni ambientali, eccetto il Comune di Rivalta, a nessuno interessa più partecipare ad un Comitato dove non c’è nemmeno un gettone da incassare ed al massimo c’è solo qualche animata discussione con qualche cittadino arrabbiato. E qui ritorniamo sempre al solito discorso sulla fiducia delle istituzioni che promettono e non mantengono. Possibile che solo in pochissimi ci chiediamo come mai il Comitato si sia eclissato? 
 
Tutto ciò accade perché, al di là delle belle parole di circostanza, alle Istituzioni non interessa realmente che il Comitato rimanga in vita. I Sindaci, in primis, vogliono che, di fatto, “scompaia”, perché meno si parla dell’inceneritore è meglio è per tutti, soprattutto per quelli che non l’hanno mai contrastato. Io, invece, ritengo che sia giunto il momento di cambiare marcia. Il Comitato esiste, è un organo permanente, e va difeso e potenziato. Non si può, con la scusa che qualcuno in passato abbia urlato durante una riunione, cambiare il regolamento e non prevedere più una seduta pubblica. La partecipazione del pubblico va tutelata e non eliminata. Tutti si devono adoperare affinché il Comitato, pur con tutti i suoi limiti, possa riprendere la sua attività, prevedendo controlli più incisivi ed efficaci e la partecipazione di tutti gli stakeholder (per dirla con un parolone). Inoltre, occorre lavorare alacremente affinché non si arrivi al 2034 (data di scadenza della concessione dell’inceneritore) con una situazione di percentuali di RD pressoché immutata, come si sta verificando in questi ultimi anni (parlo soprattutto della Città di Torino) e nessun impianto a freddo realizzato.
 
In questo ventennio bisogna lavorare affinché la iattura dell’inceneritore sparisca definitivamente, ed il Comitato di Controllo dovrebbe darsi come priorità anche questo aspetto, ossia come spegnere definitivamente nel 2034 l’inceneritore. Un grande economista, John Maynard Keynes, in risposta a coloro che criticavano l’applicabilità dei suoi modelli nel lungo periodo, rispondeva in modo ironico: “in the long run we are all dead” (Nel lungo periodo siamo tutti morti). Io spero che la POLITICA ed i nostri Amministratori non la pensino come il mitico Keynes.

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