Spira il vento del Nord

La Lega non ci sta al governo Monti: un commissariamento imposto dal sistema finanziario europeo. Staremo all'opposizione guardando negli occhi i nostri elettori

Troppe volte, in questi tre anni e mezzo di governo, ci siamo sentiti dire qualsiasi cosa, che ci eravamo seduti, che non avevamo mantenuto le promesse, che avevamo tradito le attese. Eppure noi, con la nostra pattuglia di parlamentari, una traccia l'avevamo segnata grazie al Federalismo, in parte attuato dal nostro Capo Umberto Bossi e grazie all'ottimo lavoro dei nostri Ministri Maroni e Calderoli. Un lavoro certosino, sognato dopo anni di battaglie tra la gente per convincere che l'unico Movimento riformista a difesa dei cittadini eravamo noi, solo noi, quel Movimento che ovunque ha amministrato dalle Regioni, alle Province, fino ai Comuni ha saputo dare una svolta radicale al suo territorio.


Un buon lavoro che forse prima fra tutti ha intuito il poco Onorevole Gianfranco Fini, Presidente della Camera sub judice (non doveva dimettersi un minuto dopo Berlusconi?), che cogliendo la palla al balzo, relativa alle critiche su sue presunte abitazioni all'estero e gossip di donne di ex Presidenti di squadre di Calcio (Gaucci ndr) ha fondato un suo partito, strappato un pugno di parlamentari al Popolo delle Libertà e reso incerta la maggioranza di questo Governo. E così, dopo un anno in cui, molti onorevoli per "caso", hanno cambiato rapidamente casacca, vendendonsi al miglior offerente, rendendo impossibile la prosecuzione di questo Governo, ora ci troviamo nella più paradossale delle situazioni: un Presidente della Repubblica, dal passato fortemente comunista, tira fuori dal cilindro un amico dei poteri forti, quel Mario Monti tanto gradito dalla Bce, riuscendo a radunare intorno a lui praticamente tutti i partiti spaziando per tutto l'arco costituzionale.


Sogno o son desto? La Lega non ci sta, quella Lega che molti hanno cercato di dipingere come al capolinea, divisa da fantomatici scontri interni ma sempre unita sotto l'egida di Umberto Bossi e i suoi luogotenenti Maroni e Calderoli. La nostra Lega dice No al pseudo commissariamento imposto dal sistema finanziario europeo, la nostra Lega non reputa Mario Monti uno scienziato della finanza (Monti chi??? l'advisor di Goldman Sachs?), la nostra Lega non accetta pastrocchi tecnici che vedono un miracolato, alla guida di un governo nazionale, senza aver partecipato alle elezioni politiche del 2008. La Lega andrà all'opposizione,senza imbarazzi, guardando dritto negli occhi i suoi elettori, anche quelli che l'avevano accusata di immobilismo, quegli stessi che tra poco capiranno che non eravamo a Roma a scaldare una poltrona ma a difenderli dall'aumento dell'età pensionabile, dall'introduzione della patrimoniale e dal ripristino dell'Ici, tutte misure che già ipotizza un nuovo governo Monti. Quella Lega che con la sua onestà, i suoi esponenti sempre presenti sul loro territorio, saprà ricompattarsi e dare un segnale sempre piu' chiaro al suo Nord: gli unici a fare i vostri interessi siamo noi!

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