Lo schema di gioco del centrosinistra

La decisione di spostare ad ottobre la tornata delle elezioni amministrative riapre i giochi in molte città. Per i dem, allo spostamento della data del voto, si è aggiunto il cambio della guardia avvenuto in via Nazareno. Letta non ha modificato la linea politica dei dem per quanto riguarda il rapporto con il M5s. L’obiettivo rimane quello di consolidare anche in periferia il rapporto tra Pd, Leu e 5Stelle nel quadro di un rafforzamento del centrosinistra.

È del tutto naturale però che il nuovo segretario dem voglia verificare lo stato dei vari dossier. È avvenuto a Roma dove Letta ha chiesto a Gualtieri di sospendere l’ufficializzazione della sua candidatura, immagino per tentare di svelenire i rapporti con Calenda. È verosimilmente che la stessa cosa succeda a Torino dove il candidato su cui ci si sarebbe per orientare non è certamente il più adatto ad intercettare il voto dell’elettorato 5 stelle. A Roma, dove la ricandidatura della Raggi appare scontata, la situazione suggerisce di individuare un candidato in grado di andare al ballottaggio e di intercettare il voto dei 5 Stelle al secondo turno.

A Torino lo schema di gioco dovrebbe essere lo stesso; almeno questo è ciò che emerge da una dichiarazione congiunta di Carretta e Furia, rispettivamente segretari provinciale e regionale del Pd. La presa di posizione è la risposta alla proposta della sindaca uscente Appendino, nient’affatto scontata all’interno del Movimento, di realizzare una alleanza organica sin da primo turno; proposta che pare avere spiazzato il gruppo dirigente dem.

Intendiamoci: in questi cinque anni Pd e M5s in Consiglio se le sono date in tutte le occasioni possibili e non si può certo dire che la città di Torino sia stata ben amministrata. È opinione di chi scrive che la decisione della Appendino di non ricandidarsi avrebbe potuto aprire una fase nuova che avrebbe dovuto concretizzarsi nella ricerca di un candidato in grado di rappresentare un minimo comune denominatore e rendere possibile un confronto programmatico sul futuro della città. Ma tutti i candidati che avrebbero potuto avere questa caratteristica, a partire dal rettore del Politecnico sono stati costretti o hanno deciso di abbandonare. Oggi il candidato più accreditato e Stefano Lo Russo, capogruppo dem in Consiglio Comunale anche se rimangono in pista sia Gianna Pentenero che Enzo Lavolta.

In questa situazione ho la netta la sensazione che non sia sufficiente avanzare la subordinata di un accordo con il M5s al secondo turno, perché posto che questa possa essere le scelta bisognerebbe contestualmente domandarsi se Stefano Lo Russo sia il candidato ideale un tale schema di gioco e cioè in candidato in grado, in primo luogo, di andare al ballottaggio e, in secondo luogo, qualora questo avvenisse, di intercettare i voti necessari, compresi quelli dei 5 Stelle, per vincere.

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