Sostenere il piano Urso per l'auto

Caro direttore,
in una recente intervista l’ex sindaco Castellani parlando delle Olimpiadi 2006 non fa alcun cenno al fatto che malgrado i tanti investimenti e il grande successo l’economia torinese e piemontese continuava a crescere meno della media nazionale. Perché? Perché quanto stavamo perdendo nel settore industriale era più rilevante economicamente. Ecco un motivo per cui il settore industriale andava difeso di più. Invece amministrazioni che hanno avuto un grande appoggio dalla stampa locale non hanno mai misurato se i risultati economici erano positivi. Così la città è andata giù, ed è aumentata la disoccupazione giovanile insieme alla cassa integrazione, la nostra provincia è sempre la prima per cig ed è aumentata la povertà e il degrado delle periferie. Lo dissi per primo a un convegno a Piazza dei Mestieri e tu eri l’intelligente moderatore. Da allora le amministrazioni comunali, tutte di sinistra salvo una grillina, hanno puntato sul turismo, sugli eventi, sulla cultura, sull’aerospazio etc. Niente da fare il calo della produzione di auto non veniva assolutamente pareggiato dalle cose nuove che si mettevano in piedi.

Come sai la superbia intellettuale della gauche è molto forte. Nessuno volle rendersi conto dei numeri anche perché la stampa cittadina osannava qualsiasi sindaco si presentasse. A un giornalista che nel 2010 diceva a Chiamparino della forza di attrazione di Milano, il simpaticissimo Sergio rispose: “Faremo girare la testa a quelli di Milano”. Non andò così purtroppo. La produzione di auto calava mentre in Spagna cresceva. La Fiat su richiesta di Fassino mi scrisse spiegandomi che la mia richiesta di rilanciare il Salone dell’auto, quello vero a Torino Esposizioni, costava 700.000 euro e che non valeva la pena. Nel frattempo, venivano firmati accordi di prepensionamenti, zero scioperi etc. etc. Quando il premier Conte in visita di cortesia alla Appendino parlò di finanziare l’area di crisi qualcuno disse di non usare quel termine (area di crisi) per evitare di fare una brutta figura. Addirittura, Lo Russo nel 2022 chiese di puntare tutto sull’elettrico e il Pd in Europa votò quella decisione che ha danneggiato non poco il settore auto.

Nessuno in Parlamento si mosse quando nell’ultima Legge Finanziaria di Draghi non c’era una lira per il settore auto. Solo la mia voce fuori dal coro cambiò le cose. Siccome a differenza di altri nei sei anni in cui ho collaborato con Donat-Cattin ho visto come si governano le situazioni di crisi nei vari passaggi e siccome durante la mia esperienza al governo ho potuto seguire da vicino come si possono modificare le decisioni di Parlamento e Governo, proposi subito una Risoluzione/Mozione che finanziasse il settore. Dobbiamo dire grazie a alcuni parlamentari (Margiotta, Laus, Fregolent, Molinari) e Airaudo che si dichiararono d’accordo. Sottolineo in particolare la bravura di Molinari che trasformò la mia proposta in Mozione parlamentare che una volta calendarizzata ottenne le firme di quasi tutti i gruppi parlamentari cosicché due mesi dopo vide la luce, con mia grande soddisfazione, il Fondo Giorgetti da 8,7 miliardi. Soldi che in questo periodo hanno aiutato un po’ le vendite e che ora consentono al Ministro Urso di puntare a rialzare la produzione di auto nel nostro Paese da meno di 500.000 a 1 milione. Producendo in Italia 1 milione di veicoli l’anno l’indotto, presente nel nostro Paese, non avrebbe più convenienza a trasferirsi all’estero. È ovvio che raddoppiare la produzione riporterebbe una o due produzioni a Mirafiori. La protesta degli operai al selfie con Tavares dice che la controparte di Governo e Torino è Stellantis mentre invece oggi il sindacato non si schiera con Urso ma sta in mezzo tra Governo e Stellantis, ma stare in mezzo indebolisce l’azione del Governo. Prima Torino capisce che deve schierarsi tutta al fianco del Governo e meglio sarà.

In Europa per un futuro green occorrerà sostituire quasi 200 milioni di veicoli vecchi con mezzi nuovi ibridi. Con l’intelligenza artificiale, ma non solo, l’auto avrà un futuro, cambierà la mobilità ma la mobilità avrà sempre bisogno di mezzi di trasporto. Se vai a Cascine Viva c’è una bella azienda che lavora proprio sulla mobilità del futuro. Quale il luogo migliore per studiare la mobilità del futuro se non a Torino? Nuove auto, nuova mobilità, nuovi treni, utilizzo intelligenza artificiale, industrie dei chips, aerospazio insieme al turismo e alla cultura potranno riportare nel gruppo delle città più competitive e innovative a livello europeo. In attesa che vengano terminati la Tav e il Terzo valico che ci piazzeranno al centro di una delle aree più importanti d’Europa oltre a portarci almeno un milione di turisti stranieri in più all’anno.

*Mino Giachino. responsabile piemontese trasporti e logistica FdI

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