Professionisti a 5 stelle

Nel Movimento fondato da Grillo emergono i vecchi vizi della politica tradizionale. E con le "parlamentarie" viene premiato un ceto, quello dei funzionari e staffisti

Bene, ora conosciamo chi saranno i prossimi  parlamentari  del M5S ( permanendo il “Porcellum”, come para ormai chiaro). Evidentemente,  verificando l’esiguo numero dei votanti alle “parlamentarie” grilline (pare  2.000 in tutta la Provincia di Torino), i criteri di candidatura e  di partecipazione  dell’elettorato attivo, e l’uso delle preferenze multiple ( ma non ci fu un referendum popolare che le abolì, per evitare il nascere delle cordate elettorali?) fa sorgere il dubbio che anche al comico genovese  l’attuale antidemocratica  legge elettorale  non dispiaccia. Contraddizioni in seno al popolo ?

Ma che dire poi quando tra i primi dieci candidati più votati troviamo ben tre “funzionari “ del Gruppo Consiliare Regionale del M5S. Ovvero tre soggetti , che come dicono loro, sono già oggi, nostri, di noi cittadini, dipendenti. Ovvero da noi stipendiati con i contributi che vengono elargiti dal Consiglio Regionale ai Gruppi dei Partiti. Quei contributi la cui gestione “allegra” ha portato il Consigliere del Lazio Fiorito a far visita alle patrie galere e allo scioglimento del Consiglio Regionale del Lazio, nonché di tante altre malversazioni su cui la magistratura indaga in varie parti d’ Italia, e di cui da più consessi si richiede l’abolizione.

 

Nasce, quasi, il sospetto che l’aver promosso questi “funzionari” stellati o stellari, visto l’ampio numero di preferenze ricevute , al rango di possibili parlamentari sia atto dovuto, per chi magari potrebbe in un futuro prossimo venturo, trovarsi senza uno stipendio, con buona pace di tutti i disoccupati veri, in particolare dei tanti giovani che in questo Movimento si riconoscono . Difficile quindi anche capire dove stia il merito in queste scelte.

Ma non basta. Ci risulta, anche, che la prima fra i prescelti degli amici di Grillo, tale Laura Castelli di Collegno , abbia già una certa esperienza come “funzionaria “ di partito, avendo già collaborato nelle precedente legislatura regionale nel Gruppo Consigliare di Mariano Turigliatto eletto nella lista Insieme per Bresso. Ovvero funzionaria di un gruppo politico espressione di un elettorato totalmente alternativo a quello in cui oggi milita. Evidentemente la Laura in questione non se ne è fatto  un problema , ma questo è anche un segno dei nostri tempi poco etici e rispettosi delle opinioni altrui. Oppure, anche lei, “tiene famiglia”, e allora ci si arrangia, anche perché quando si è nel post-ideologico, tutto sembra permesso.

Il professionismo della politica è uno dei temi più conflittuali intorno a cui ruota il rapporto oggi tra partiti e società civile, da cui evidentemente neppure il M5S è in grado di emanciparsi.

 

La società civile ritiene, dal mio punto di vista non a torto, che il professionismo politico rappresenta una degenerazione del sistema , in quanto  favorisce la trasformazione del ceto politico in una casta chiusa, impermeabile, spesso avulsa dalla realtà e dal sentire comune. Mentre invece la classe politica dovrebbe rappresentare, in modo dialettico, la società civile e le sue dinamiche, attraverso un ricambio partecipativo e competitivo continuo e l’osmosi delle conoscenze e delle esperienze  maturate nei rispettivi ambiti. Attraverso questo “meticciato” costruire una società più dinamica, innovativa , moderna e meritocratica. 

Ma ciò sembra, anche dopo queste “parlamentarie” un po’ farsesche,  più una utopia che un concreta possibilità.

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