Benetton, addio senza rimpianti

Il gruppo di Ponzano esce da Caselle e Palombelli lascia la poltrona di amministratoire delegato di Sagat. Con l'arrivo del fondo F2i di Gamberale per l'aeroporto di Torino si apre una nuova stagione. Auguri

Con la vendita del 23% delle azioni di SAGAT al fondo F2i (ed il restante 1,5% a Tecnoinvesti-menti), la società Sintonia, del gruppo Benetton, esce del tutto dalla compagine azionaria di Caselle. E con loro lascia TRN anche l’amministratore delegato Fausto Palombelli, che prima di diventare AD è stato dal 2003 al 2011 Direttore Generale con delega allo sviluppo traffico.

 

Non ci mancheranno. Con loro abbiamo vissuto il periodo più buio dell’aeroporto, precipitato alla fine del 2012 al quattordicesimo posto nella classifica degli scali italiani per numero di passeggeri, superato quest’anno anche da aeroporti di città dal peso economico di gran lunga inferiore a quello di Torino, quali Bari e Cagliari. Con loro abbiamo visto tutti i freni a mano tirati sulle ipotesi di investimenti per lo sviluppo del traffico, che ci si augura vengano presto rilasciati per poter risalire la china.

 

Nessuna politica significativa è stata portata avanti in quest’ultimo decennio, se non una strategia finalizzata a minimizzare gli investimenti e a massimizzare i profitti, che inizia a mostrare i propri limiti anche agli occhi dell’investitore puro dalla fine del 2011 (soli 3,5 milioni di utile netto) e che risulta ormai incapace di reggere la concorrenza di aeroporti dalla gestione più dinamica.

 

Il nostro aeroporto ha ormai un socio di maggioranza assoluta, il fondo F2i, che detiene circa il 51% delle azioni di SAGAT. A loro va il nostro augurio di buon lavoro, nella speranza che si riesca a risollevare lo scalo, riportandolo a numeri più consoni alle necessità di Torino e della Regione; FlyTorino auspica che, come accaduto in altre realtà italiane, si riesca a coniugare le esigenze di redditività dell’investimento del nuovo socio con quelle di sviluppo traffico dei cittadini e delle aziende piemontesi e che il fondo F2i presenti un proprio piano industriale degli investimenti aeroportuali dal quale si possano evincere le linee guida di gestione delle strutture acquisite.

 

Ci auguriamo altresì che il Comune di Torino possa correttamente indirizzare la politica di gestione di SAGAT in modo più oculato, pur in considerazione del fatto che allo stato attuale esso si ritrova con una quota societaria ridotta al 10%. Nella proposta di privatizzazione della Giunta comunale si affermava espressamente che SAGAT non era più considerata un asset strategico; FlyTorino spera che questa affermazione riguardi il Comune in qualità di azionista, ma che l’Ente pubblico, in veste istituzionale, possa spingere per l’effettuazione di investimenti sul traffico che tutti considerano vitali per risalire la china e possa fare valere nei confronti della nuova proprietà le linee guida per la modifica del patti parasociali proposte da FlyTorino che migliaia di cittadini avevano sottoscritto nel corso del 2011.

Per il momento buon lavoro alla nuova proprietà ed al nuovo AD Daniel John Winteler.

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