La (finta) mano di Fassino a Chiamparino
16:01 Martedì 24 Settembre 2013 3Cosa ha spinto il sindaco a chiedere la seduta segreta sullo scandalo Csea? Un autogoal, dopo che tutto il materiale della commissione d'indagine è già stato diffuso? Macché, un modo per attirare l'attenzione dei media sul suo predecessore
A prima vista è un atto a tutela del suo predecessore, un argine alla "melma" di sospetti e insinuazioni che lambiscono la vecchia amministrazione, il tentativo di sottrarre Sergio Chiamparino e il suo ex vicesindaco, Tom Dealessandri alla gogna pubbica. Eppure, la decisione assunta da Piero Fassino di far svolgere a porte chiuse la discussione sulla relazione finale della Commissione d'indagine sul caso Csea, non è proprio un aiuto fraterno, giacché lungi dal proteggere i "capri" individuati dal tribunale della Sala Rossa. Anzi, ha avuto l'effetto di attirare, con maggiore morbosità, l'attenzione dei media e di quanti ritengono che in quelle pagine vi siano contenute verità "scottanti" e compromettenti, in grado di macchiare la reputazione politica dell'ex sindaco più amato d'Italia e di gettare ombre pesanti sul decennio trascorso al piano nobile di Palazzo Civico. Secondo alcuni, la mossa va inquadrata nell'ambito dei rapporti, in crescente freddezza, tra i due, sui quali le intenzioni manifestate da Chiamparino di voler correre alle prossime Regionali hanno avuto l'effetto di far scendere ulteriormente la temperatura. Fassino, insomma, non ha alcuna intenzione di avere a pochi metri un contraltare politico, per di più dotato di superiore carisma in città e, se eletto, pure con una cassa che rispetto alla sua sembra un forziere di Creso. Da qui, raccontano, i colpo di mano odierno. Vero? Verosimile.
Intanto in un'aula con ampi settori vuoti (Movimento 5 stelle, Lega Nord, Fratelli d'Italia, Progett'Azione e Alleanza per Torino, hanno abbandonato i lavori dopo la relazione di Enzo Liardo per protesta contro la decisione di proseguire a porte chiuse), è proseguita la discussione. Questo in sintesi il dibattito in Consiglio:
Giovanni Maria Ferraris (Presidente Consiglio comunale): A tutela del consiglio comunale e di una discussione massimamente aperta e libera dei consiglieri e delle persone indicate e indicabili. Ma nulla contro di voi e la vostra dignità. La storia dirà o no se avevo ragione
Michele Paolino (Pd): Il Pd ha lavorato per la verità, non per apparire sui giornali. Al contrario di chi si è venduto per un prezzo che verrà pagato non oggi ma fra sei mesi. Un danno non a Chiamparino o a Tom Dealessandri, ma ai lavoratori e ai ragazzi di Csea.
Marco Muzzarelli (Pd): Tutti dicevano che il Consorzio Csea dopo un certo tempo aveva perso la sua visione strategica. Più impegnato a produrre la formazione che non alla qualità della formazione. L’obiettivo era produrre corsi come fossero macchine che andavano per strada. Perché produrre corsi era la modalità con cui il consorzio produceva denaro per poter fare altri investimenti e azioni strategiche. E tutto questo a nostro parere legato a esagerata centralizzazione dell’attività formativa.
Comunicato stampa Lega Nord: Oggi la Lega Nord ha issato uno striscione sulla facciata del Comune di Torino, e ha realizzato un presidio in piazza Palazzo di Città, per sottolineare l’enorme gravità e la vergogna rappresentata dallo scandalo Csea e da chi ha permesso che tale situazione accadesse. Sullo striscione era scritto “Chiamparino Vergogna” per ricordare ai torinesi che il Consorzio nel quale sono stati bruciati circa 40 milioni di euro di soldi pubblici ha prosperato e compiuto la sua attività per la maggior parte sotto a una precisa amministrazione comunale: quella guidata da Sergio Chiamaprino, attuale presidente della Fondazione San Paolo. “La vicenda Csea è l’emblema della cattiva gestione di dieci anni di amministrazione Chiamparino, per la quale la Città e i torinesi stanno pagando un prezzo altissimo. Stiamo svendendo il nostro patrimonio per coprire i buchi di bilancio lasciati dalla giunta di quel Chiamparino che oggi avrebbe l’ardire di volersi proporre per nuovi incarichi di responsabilità pubblica. Scandali come questo sono tanto più vergognosi e odiosi perché riguardano una realtà che avrebbe dovuto aiutare i giovani a trovare un lavoro che invece è stata trasformata in un’idrovora utile a soddisfare interessi personali e sudditanze” ha detto il segretario cittadino della Lega Nord Elena Maccanti, presente al presidio.
Laura Onofri (Pd): Disagio per tutto quello che è successo dalla relazione in poi. Dalla fuga di notizie alla surreale seduta di oggi. Ma credo che anche questo può servire, perché credo che se i consiglieri e il sindaco avessero assistito a una sola di quelle commissioni oggi capirebbero il nostro disagio e capirebbero che forse si deve intervenire perché i cittadini oggi sono più consapevoli e noi siamo qui per tutelarli. Queste pesanti difficoltà finanziarie erano incompatibili con il carattere di un ente di formazione che avrebbe naturalmente dovuto chiudere i suoi bilanci in pareggio e non giustificabili con ritardi pagamenti pubblica amministrazione. Sempre nel 2008 il collegio sindacale fa breve e generica menzione circa i costi relativi a esercizi precedenti non rilevati e compensati da sopravenienze attive per debiti rilevatisi inesistenti, tale affermazione fa sorgere forti dubbi circa l’attendibilità dei precedenti bilanci. Dal maggio 2009 al 20 ottobre 2011 dai verbali delle riunioni del consiglio di amministrazione l’unica cosa che viene rilevata è la nomina degli ad, sempre quelli, rinominati, e il conferimento dei relativi poteri. E una delibera che autorizza Perone (l’ex amministratore del consorzio ndr) a stipulare un contratto di finanziamento chirografario con la Banca Sella. E se si pensa a una società come Csea fa stupisce che in questo arco di tempo le uniche deliberazioni siano state queste. La responsabilità di Csea sta nell’aver gettato discredito in tutta le formazione che invece nel contesto del sistema piemontese è considerata una delle migliori azioni di politiche attive del lavoro. Sta nell’aver deluso tanti allievi che vedevano in Csea un’opportunità per inserirsi nel mondo del lavoro. Sottraendo proprio a loro delle risorse. Sta infine nell’aver ancora una volta disilluso i cittadini quelli che ancora credono ed hanno fiducia nelle istituzioni. Dobbiamo lavorare molto per recuperare questa fiducia.
Andrea Tronzano (Pdl): Lunga testimonianza di vicinanza ai consiglieri Paolino e Muzzarelli. Poi “Vedo nell’intervento della collega Onofri che si scarica la responsabilità su altri, cioè su quello che è stato il passato (Chiamparino, Dealessandri, ecc). Questa amministrazione ha fatto tutto quello che poteva, le interrogazioni, le interpellanze, le denunce... siamo stati bravissimi. Questo è l’errore che continuate a fare. Ma in realtà non è così. Ma se noi occupiamo tutte le istituzioni attraverso persone sempre via via che decrescono di competenze ma rispondono solo alla tessera o ai benefici che danno alla propria parte politica distruggiamo Torino. Torino oggi è distrutta. Vuol dire che non siamo nella città del Bengodi. Se vogliamo fare buona opposizione dobbiamo cambiare queste cose. Poi un’altra questione: due pesi due misure. Noi chiediamo al Pd di non far decadere Berlusconi e poi pretendiamo di far decadere Dealessandri. Io non ci sto".
Com. stampa del capogruppo di Fratelli d'Italia Maurizio Marrone: Non sono io a sostenere l'esistenza di profili di responsabilità diretta dell'ex Sindaco Chiamparino nel crack CSEA, ma la Relazione della Commissione d'indagine sottoscritta anche dai consiglieri del PD. Non solo Chiamparino ha nominato e confermato per dieci anni gli amministratori designati in nome della Città di Torino nel cda di CSEA, non solo li ha individuati in base alla più becera logica di lottizzazione partitica (uno a DS/CGIL, uno alla Margherita, uno ai Verdi), non solo ha tollerato che contraessero consulenze pagate da CSEA in barba al regolamento contro i conflitti di interesse, ma non ha vigilato in alcun modo sull'espletamento del loro mandato: infatti le relazioni annuali che la legge impone agli amministratori nominati dagli enti locali nei cda delle partecipate ed indirizzate al Sindaco sarebbero "finite in qualche archivio senza che nessuno se ne curasse, o, addirittura sono state perse, ammesso che siano state effettivamente inviate".
Ma dalla Relazione non emerge solo culpa in eligendo e in vigilando: molte segnalazioni su quanto avveniva in CSEA già nel 2007 sarebbero state "firmate apertamente dai dipendenti, tra cui anche diversi delegati sindacali, ed erano state poste formalmente in diversi modi, tra cui lettere al Sindaco", quindi Chiamparino, che evidentemente sapeva e ha concorso nel dissesto del consorzio con una omissione, che, a sentire la Relazione della Commissione e non il sottoscritto, sarebbe consapevole. Tutti elementi che anche la Procura di Torino dovrà prendere in considerazione. Chiediamo con forza, quindi, un passo indietro di Chiamparino e Dealessandri dalle pensioni dorate che si sono fatte ricavare dal Comune in Compagnia di San Paolo e Iren.
CONSIGLIO SOSPESO pare a causa del fatto che, nonostante la seduta a porte chiuse, il dibattito trapeli all'esterno.
Lo Spiffero era certo che la seduta odierna del Consiglio non avrebbe aggiunto nulla rispetto a quanto già trapelato. La pubblicazione di stralci degli interventi è stata tuttavia la dimostrazione plastica della velleità di una decisione probabilmente del tutto fuori luogo.
Alla ripresa dei lavori interviene il capogruppo di Sel Michele Curto, che non smentendo la sua fama di fustigatore, attacca veemente - rivolgendosi al sindaco - l'amministrazione precente. Nel suo intervento, l'esponente vendoliano ripercorre le fasi salienti della vicenda Csea e alla fine chiede la testa dell'ex vice sindaco Tom Dealessandri, appena nominato dalla Città ai vertici di Iren.
Moderati sul piede di guerra Il leader dei Moderati, Giacomo Portas, seconda forza della coalizione copia Letta e annuncia: "Non abbiamo scritto Jo Condor e non ci stiamo a fare da parafulmine delle divisioni interne la centrosinistra". E comunica di aver scritto a Fassino per richiedere la convocazione "urgente" di una riunione di maggioranza.
LE PAROLE DI FASSINO Al termine della discussione e prima della votazione delle mozioni chiude il dibattito il sindaco Piero Fassino. Una relazione di pochi minuti la sua, nella quale però assume una posizione netta su quanto emerso dalla relazione della commissione d’indagine. Chiede che venga fatta “Piena luce su tutta la vicenda”. Rivendica l’avvicendamento tempestivo dei membri del cda del consorzio sotto la sua amministrazione e l’accelerazione sulla messa in liquidazione dello Csea. Poi le considerazioni dal punto di vista politico più significative: “Dalla relazione – dice Fassino - emerge superficialità, spregiudicatezza, assenza di trasparenza, irregolarità amministrative, contabile e un’azione di vigilanza quantomeno insufficiente del collegio sindacale e anche dell’autorità politica”. Appunto, “anche dell’autorità politica”: per la prima volta Piero Fassino punta apertamente il dito contro il suo predecessore, Chiamparino, e il vice Dealessandri, da poco nominato in Iren.
Fassino conclude con l’intento di dare incarico “al direttore generale e all'assessore alle partecipate di verificare quanto la vicenda Csea abbia agito sugli interessi della città e quali azioni di tutela questi interessi sollecitano e poi di operare un monitoraggio e una verifica sul sistema delle partecipate cittadine per essere messi nella condizione che nessuna altra partecipata sia in condizioni simili. Sulla base di questi atti, ritengo utile la trasmissione della relazione agli organi della giustizia amministrativa - Corte Conti - e alla Procura della Repubblica”.
La mozione di minoranza presentata dal presidente della commissione Enzo Liardo (Pdl), Vittorio Bertola (M5s) e Roberto Carbonero (Lega Nord), che “tra le altre cose ricordava le responsabilità di Chiamparino, sfiduciava il vicesindaco Dealessandri e chiedeva di aprire azioni di responsabilità contro i dirigenti e i rappresentanti della Città, e che in teoria doveva essere respinta con ampio scarto”, è stata respinta con un solo voto di scarto (15-16); nella maggioranza ci sono stati molti franchi tiratori, “ma alla fine nel complesso non hanno avuto il coraggio di chiedere conto ai loro ex capi coinvolti nello scandalo”, scrive Bertola su facebook. In ultimo Sel ritira le mozioni di sfiducia a Dealessandri e sottoscrive la mozione della maggioranza.
MANCA IL NUMERO LEGALE, TUTTI A CASA. Una giornata iniziata male è finita peggio. La maggioranza non è riuscita ad approvare alcun documento a causa delle assenze. Si riprende lunedì prossimo. Complimenti.