No Tir alla canna del Frejus
21:33 Sabato 12 Ottobre 2013 8Ha debuttato oggi in Valsusa il fronte contrario al raddoppio del tunnel dell’autostrada. Un’opera che divide il movimento No Tav, i cui leader sono sospettati di aver chiuso un occhio sulle faccende Sitaf. C’era Perino ma non Plano, dipendente della società
I No Tav alla canna del Frejus. Forse per scrollarsi di dosso i sospetti di aver finora chiuso un occhio sui piani della Sitaf volti a trasformare il secondo tunnel dell’autostrada da galleria di sicurezza in percorso di transito, ha debuttato oggi in Valsusa il movimento No Tir, figlio più o meno legittimo della madre di tutte le battaglie. Un centinaio scarso di persone ha manifestato contro la seconda canna del Frejus, la galleria autostradale che collega Piemonte e Francia attraverso la A32 Torino-Bardonecchia. Il corteo, che si è svolto senza incidenti né tensioni, era diviso in due tronconi. Il primo, formato da una cinquantina di persone tra cui il leader No Tav Alberto Perino, si è avvicinato al cantiere di Bardonecchia, senza raggiungerlo. Il secondo si è diretto a Giaglione, dove si è disperso sotto la neve. Per i sindaci della zona, la maggiore sicurezza, derivante dalla separazione dei due sensi di marcia, porterebbe con sé anche un inevitabile incremento del numero di tir (e dell’inquinamento) in valle.
Il progetto è da tempo un nervo scoperto dei No Tav, i cui leader sono sospettati di aver fatto comunella con gli interessi di Sitaf, la società autostradale del gruppo Gavio, di cui, molti contestatori dell’alta velocità sono dipendenti, come il presidente della Comunità montana Sandro Plano. Ombre da cui non sarebbero immuni neppure le frange più intransigenti, come gli esponenti del centro sociale Askatasuna. Intanto, quella odierna è la prima protesta - per fortuna pacifica (e stranamente sotto tono) - contro lavori che, nella stessa montagna nella quale si temono devastazioni ambientali, hanno già scavato 7 dei 12 chilometri previsti dal progetto. Esattamente la medesima lunghezza dell’odiato tunnel geognostico della Torino-Lione.