Il Pd cuneese perde la testa Silurato il segretario renziano
Giovanni Carrieri 08:00 Sabato 26 Settembre 2015 1Defenestrato Pintus. Vince la sinistra interna capitanata dalla deputata Gribaudo e nel capoluogo della Granda il partito ripiomba nel caos. In tre anni "bruciati" 5 segretari. Resa dei conti attorno alla giunta Borgna e sulle nomine alla fondazione Crc
Rissa e dimissioni. L’assalto della sinistra Pd alla segreteria renziana di Cuneo si è chiuso con l’uscita di scena di Gerardo Pintus. Ieri sera davanti alle truppe cammellate guidate dalla parlamentare Chiara Gribaudo tutte le ipotesi di mediazione caldeggiate da Mino Taricco, capo dei seguaci del presidente del Consiglio nella Granda e condivise dal segretario regionale Davide Gariglio, sono naufragate in una resa di conti senza esclusione di colpi. Davanti ad una platea composta da una ventina di iscritti (in tutto i tesserati al Pd made in Cuneo sono circa 130) è fallito il tentativo del segretario di riportare il dibattito sulla linea politica. A Pintus che reclamava la validità della strategia che conta di ricomporre il centrosinistra locale, uscito lacerato dalle ultime amministrative, e di conseguenza il probabile ingresso nella maggioranza del sindaco Federico Borgna si è risposto con il silenzio o sottolineando una non meglio precisata necessità di rilanciare l’attività di partito.
L’abbandono di Pintus permette al Pd cuneese di battere un primato nazionale che forse incuriosirà anche Matteo Renzi: in tre anni si sono succeduti ben cinque segretari e tra questi il più longevo è stato proprio il “Professore” che ha resistito ben 20 mesi. Adesso tocca al sesto che probabilmente sarà l’assistente della Gribaudo, Federico Cavallo, sostenuto da quella parte del partito che lo ha condotto alla sconfitta elettorale e all’opposizione di una giunta di centrosinistra e di un sindaco una volta iscritto al Pd. Forse cercare i significati politici dell’ennesima faida nel Pd cuneese può rivelarsi impresa inutile. Probabilmente sono ben diversi i motivi che hanno convinto la sinistra della necessità di sostituire Pintus e sono relativi agli appetiti scatenati dalla ancora remota possibilità di ingresso nella giunta comunale e dall’imminente nomina dei tre nuovi consiglieri della ricca Fondazione della Cassa di risparmio di Cuneo che saranno scelti da Borgna la prossima primavera. L’esponente del Pd Mauro Mantelli lotta per una riconferma diventata più difficile dopo lo scontro intorno al segretario e a quel posto ambisce anche l’ex sindaco Elio Rostagno che conta di farsi designare dall’ospedale (che attende il placet dell’assessore alla Sanità Antonio Saitta). L’operazione di mandare due Pd in Fondazione ha il sapore della sfida impossibile.
Ma c’è anche chi dietro la manovra per defenestrare Pintus scorge una linea politica adesso inconfessabile. All’interno del Pd cuneese potrebbe nascondersi una fazione contraria alla ricomposizione del centrosinistra che si trasformerebbe inevitabilmente nel preventivo accordo per la riconferma del sindaco Borgna. Non ci sarebbe da stupirsi se Patrizia Manassero, adesso seduta tra gli scranni di un Senato in via di liquidazione, coltivasse il sogno di continuare una carriera politica resa precaria dalle riforme renziane candidandosi alla poltrona di primo cittadino. Le prossime settimane riveleranno se lo sgambetto al segretario-professore lo hanno fatto i suoi compagni di partito smaniosi di diventare assessori o se è stata sparata la prima cannonata contro l’ipotesi di un Borgna 2. Forse ha ragione Franco “Cicci” Revelli, una volta considerato tra i migliori intellettuali del vecchio Pci, che ieri sera uscendo dalla sede cuneese dopo essere intervenuto a difesa di Pintus ha sbottato guardando verso il cielo “questi non finiranno mai di farsi male”.