VERSO IL VOTO

Niente Monviso, Fassino vuole la Mole

La lista "civica" avrà come simbolo l'emblema di Torino e nessun richiamo alla formazione regionale. Del resto lo stesso Chiamparino sembra essersi disinnamorato del progetto. Stop ai riciclati. Il comitato elettorale nelle mani di Meo e Cuntrò

Piero Fassino scende dal Monviso e sale… sulla Mole. Che al contrario del suo dirimpettaio in Regione, il sindaco non sia un appassionato di scarpinate in montagna e alle cime innevate preferisca le spiagge assolate è cosa risaputa e così anche nel simbolo della lista civica che sosterrà la sua ricandidatura non vuole la vetta che dà i natali al Po. E in mancanza del mare, ché altrimenti Torino sarebbe una piccola Bari, opta per il monumento dell’Antonelli.  I creativi della campagna elettorale sono già all’opera e per le ultime direttive e, chissà, osservare le prime bozze, i responsabili della formazione civica, a partire dal consigliere regionale Mario Giaccone, saranno all’inizio della settimana prossima negli uffici di Valerio Saffirio, dell’agenzia Stylum, responsabile della comunicazione.

 

Sbiadisce, così, il marchio con cui Sergio Chiamparino ha dato l’assalto al piano nobile di piazza Castello. Quel Monviso che avrebbe dovuto presentarsi nelle urne come simbolo di una rete di liste civiche, federate a livello regionale e pronte a sostenere i candidati di centrosinistra, è ormai solo un pallido ricordo di un progetto che appartiene al passato e a cui neanche lo stesso governatore crede più come nei mesi scorsi. Come spesso gli capita, Chiamparino ha smorzato di molto l’entusiasmo iniziale e il solo pensiero di vedersi intestare un disegno politico da condividere con qualcun altro che non sia il fido Carlo Bongiovanni gli fa venire l’orticaria. D’altra parte la “lista del farmacista”, come negli ambienti Pd viene sprezzantemente chiamata la formazione di Giaccone, non può ridursi né alla sommatoria di esponenti degli ordini professionali (peraltro quello degli Psicologi, Alessandro Lombardo, gli è già stato soffiato da Mimmo Portas) né al dare asilo a politici in cerca di posti (“Se tutto ‘sto ambaradan serve a far candidare D’Acri non ha senso”, ragionava ieri uno dei soggetti coinvolti nell’iniziativa).

 

Sotto la Mole dovranno radunarsi i tre che, su fronti diversi, stanno cercando di mettere insieme idee e soprattutto candidati: il già citato Giaccone, Pino De Michele, depositario del logo di Alleanza per Torino, e l’ex imprenditore, oggi manager pubblico, Davide Canavesio, a cui è demandato il compito di scouting nel demi-monde della borghesia cittadina. Operazione tutt’altro che semplice, anche perché il memento di Fassino è stato categorico: non dovrà essere una lista per riciclare personale politico (per quello, si sa, ci sono appunto i Moderati), ma piuttosto un contenitore in grado di ospitare pezzi rappresentativi della società torinese, dalle professioni alle imprese, dalle associazioni ai comitati spontanei di quartiere; coinvolgendo mondi tradizionalmente disinteressati alla politica, come lo sport o la cultura. In questo senso potrebbe trovare la strada sbarrata anche lo stesso Marco D’Acri, ex assessore provinciale al Bilancio in quota Italia dei Valori, oggi dirigente presso il Comune di Beinasco, consigliere di amministrazione in Eurofidi e responsabile dei conti nella prima squadra che amministra Leini dopo il commissariamento per mafia. E lo stesso dicasi per i consiglieri comunali uscenti Piera Levi Montalcini e Giuseppe Sbriglio.

 

Intanto, come previsto, dopo l’annuncio della sua ricandidatura, Fassino ha impresso un’accelerata a tutta la macchina elettorale. Ha già individuato i responsabili del suo Comitato: si tratta dell’ex sindaco di Moncalieri Roberta Meo (peraltro già arruolata come coordinatore della segreteria in Città Metropolitana) e Gioacchino Cuntrò, che sarà il braccio operativo sul campo. I due si stanno muovendo anche per individuare la sede del quartier generale che sarà inaugurato dopo le feste natalizie e che potrebbe essere collocato nei quartieri Vanchiglia o San Salvario, per marcare ulteriormente l’attenzione prioritaria alle periferie.

 

Simboli, candidati e sedi. Sarà comunque  Fassino in persona ad avere l’ultima parola su tutto, anche nella composizione della lista Pd. Al momento l’ordine è di candidare tutti gli assessori che mirano a confermare la propria poltrona in giunta, quasi tutti i consiglieri uscenti dovrebbero ritentare l’avventura elettorale, con la sola esclusione certa di Cuntrò e Domenica Genisio, mentre è ancora sospeso il destino di Giusi La Ganga, Alessandro Altamura e Lucia Centillo. L’obiettivo è quello di riuscire a portare nella futura Sala Rossa una pattuglia più disciplinata di quella uscente. In questo panorama e con il nuovo sistema elettorale che prevede la doppia preferenza di genere, c’è chi ha giocato d’anticipo ed è pronto a schierare una coppia solidissima. Si tratta dell’ex consigliere provinciale Roberto Cavaglià e della numero due del Sermig Monica Canalis, già membro della segreteria regionale di Davide Gariglio e responsabile della scuola di formazione politica del partito. Il matrimonio – elettorale s’intende – è stato benedetto dal senatore Stefano Lepri, tra i leader dell’area popolare piemontese. Tanto per restare in ambito cattolico, il consigliere regionale Daniele Valle lancerà nella mischia un’altra promessa del vivaio democratico, Maria Elena Tufaro, giovane coordinatrice di commissione alla Circoscrizione IX e potrebbe affiancarla a uno o più dei tre candidati di più stretta osservanza “garigliana”, come Domenico Mangone, Guido Alunno e Marco Muzzarelli. I Giovani Turchi sosterranno Daniela Todarello, anche lei in una giunta circoscrizionale, precisamente alla VI. Sarà “accoppiata” probabilmente con l’assessore uscente Enzo Lavolta, in un quadro che per risolvere ogni problema ai vertici della corrente dovrebbe garantire due presidenze di Circoscrizione a Claudio Cerrato (IV) e Luca Cassiani (V). E se il presidente di Palazzo Lascaris Mauro Laus pare deciso a puntare tutto su Mimmo Carretta (cui potrebbe affiancarsi Maria Grazia Grippo) per portarlo in giunta a suon di preferenze, il capogruppo Michele Paolino, con lo stesso obiettivo lavora a un asse con Federica Scanderebech che lui stesso ha traghettato dalla formazione di famiglia al gruppo democratico. Se, come pare, l'assessore Stefano Gallo, non si ricandiderà per assumere un incarico di prestigio all'ospedale Molinette, la famiglia potrebbe puntare allora sulla coppia formata dall'ex consigliere provinciale Michele Paolo Pastore e dalla segretaria del circolo della Circoscrizione III Francesca Troise. Infine gli ex civatiani scommettono sulla coppia “arcobaleno” formata dal presidente di Acmos Andrea Sacco e Chiara Foglietta, tra i leader del movimento Torino Pride.