GEOGRAFIA POLITICA

Vco, il manifesto della secessione

Parte la campagna referendaria per migrare in Lombardia. Zanetta: "Spiegheremo ai cittadini i vantaggi". La Regione Piemonte stanzia nuove risorse, ma per i promotori è troppo tardi: "Annunciano ora quello che non è stato fatto per anni"

La macchina della secessione è in moto, la campagna referendaria parte nella canicola di fine agosto. “Il Piemonte rischia di non avere un futuro, mentre la Lombardia, di fatto, è uno stato. E con i nuovi spazi di manovra concessi in seguito al referendum sull’autonomia può garantire ancor di più chi ne fa parte”. Sembra non avere dubbi Valter Zanetta, che oggi a Domodossola ha presentato con Luigi Spadone il manifesto che accompegnerà nei prossimi mesi la propaganda. L’ex parlamentare di Forza Italia, oggi migrato nella Lega, resta più che mai fermo sull’utilità di una migrazione del Vco dal Piemonte. Dopotutto è stato tra i più attivi promotori della consultazione popolare che si svolgerà il 21 ottobre e anche i tentativi finora adottati da Sergio Chiamparino e dal suo vice Aldo Reschigna quest’ultimo originario proprio di Verbania – di scongiurare l’addio li considera insufficienti. Anche il recente confronto alla Festa dell’Unità di Villadossola non ha fatto che registrare la distanza tra le posizioni. Da una parte il numero due della giunta regionale ha rivendicato gli stanziamenti per il piccolo territorio al confine con la Svizzera (dall’ospedale di Ornavasso ai 25 milioni messi sul piatto per la Statale 34), per contro Zanetta si è esibito in un facile controcanto: “Vogliono fare adesso quello che non è stato fatto per anni”. Zanetta parte dal principio che indipendentemente dalla volontà politica dell’attuale giunta, le precarie condizioni dei conti del Piemonte non consentono grandi spazi di manovra, mentre al di là del Lago Maggiore sembra estendersi una sorta di Eden in cui le risorse paiono essere più numerose. Se da una parte le difficoltà finanziarie del Piemonte rappresentano un dato di fatto, allo stesso modo il trattamento atteso dalla Lombardia attiene a una visione certamente ottimista.

Per convincere i verbanesi a restare, Reschigna ha stanziato 3 milioni di trasferimenti per i canoni idrici dopo che il governo regionale del centrodestra li aveva soppressi, al punto da arrivare a un contenzioso con la provincia del Vco. Tanti? Pochi? In più la Regione ha fatto sapere di aver triplicato gli investimenti negli ultimi anni, a partire dal nuovo ospedale di Ornavasso. Va da sé che in caso di “secessione” queste risorse dovrebbero essere chieste alla Lombardia. Li garantirà? “Su Ornavasso i tempi di realizzazione stanno andando molto oltre le aspettative, ci sono dei ricorsi. Io stesso contestai l’ubicazione del nuovo nosocomio – replica Zanetta -. E poi magari la Lombardia potrebbe avere delle idee diverse di come gestire la parte sanitaria”.

Per alcuni il rischio è di un salto nel buio, ma allo stesso tempo il processo sembra inarrestabile. “I nostri giovani studiano a Milano, i nostri anziani si curano in Lombardia. Ci sentiamo più vicini a loro che a Torino”. Nella popolazione sembra ormai sedimentato un senso di rivalsa nei confronti del capoluogo subalpino, basti pensare che il via libera al referendum è stato concesso da tutta l’assemblea provinciale all'unanimità. Più che una sfida tra Pd e Centrodestra, sembra essere una contesa tra periferia e centro, in gran parte innescata da quella sensazione di isolamento che lamenta non solo il Vco, ma molte altre province piemontesi, a partire da quelle del quadrante Nord (Biella e Vercelli in primis). Un tema probabilmente fin troppo sottovalutato, come dimostra anche la mancata approvazione di una legge elettorale che garantisca anche ai territori più piccoli e periferici una rappresentanza a Palazzo Lascaris.

Il turismo è un altro dei temi spinosi. Reschigna sostiene che sia da dimostrare l’assunto secondo cui il trasferimento in Lombardia possa rappresentare un valore aggiunto per lo sfruttamento congiunto delle strutture sul Lago Maggiore. Anche perché resterebbero fuori da questa operazione quei municipi (Arona, Dormelletto, Castelletto e Meina Lesa) che fanno parte della provincia di Novara. Ma su questo Zanetta ritiene probabile che “anche i novaresi ci raggiungeranno”.

Insomma, la distanza delle posizioni sembra addirittura superiore a quella che separa Torino dalla Val d'Ossola. E a chi fa notare a Zanetta che la sua posizione potrebbe essere legata a temi non solo politici ed economici ma anche personali e “di sistema”, visto la forza sul territorio di una banca e una fondazione come la Cariplo, istituto di riferimento delle province lombarde dove peraltro lavora sua figlia, la risposta è secca: “Questa è la delirante fantasia dell’onorevole Pd Enrico Borghi al quale non voglio neanche rispondere. Dico solo che bisognerebbe avere più rispetto per la Cariplo. E se poi una banca che, per definizione, ha come riferimento territoriale le province lombarde è così forte da noi, mi pare un altro segnale inequivocabile di quanto il Vco sia più vicino a Milano che a Torino”.

print_icon