VERSO IL VOTO

Il Pd dice No al listone del Sì

Furia, numero uno del partito piemontese, non è convinto dell'ipotesi Chiamparino: "Meglio schierare più liste e tanti candidati". Varata la nuova segreteria: Lepri piazza tre uomini di Torino e prova a blindare la candidatura di Canalis a Palazzo Lascaris

“Si può tenere coesa una coalizione senza doversi limitare a schierare un'unica lista. Io lo dico chiaramente, ritengo utile avere più liste in campo al fianco del candidato presidente”. Nel giorno in cui diventa concreta l’ipotesi di un’unica formazione del “Sì”, dalla forte inclinazione civica, e patrocinata direttamente da Sergio Chiamparino, il segretario del Pd piemontese Paolo Furia dice la sua e lo fa dal palco dell’assemblea regionale del partito, la prima convocata dopo quella che lo ha eletto negli ultimi giorni dello scorso anno. Era rimasto coperto, finora, per capire cosa pensasse realmente il governatore, ma soprattutto per sentire il polso del partito e a questo punto ha ritenuto opportuno ribattere alle notizie filtrate da piazza Castello. “Intendiamo fare una battaglia sui contenuti e partecipare alla realizzazione della piattaforma programmatica, per questo il 9 febbraio parteciperemo all’assemblea dei comitati civici convocata da Chiamparino”.

Le riserve di Furia riguardo al listone del presidente, senza simboli di partito, derivano innanzitutto dall’opinione che “sia utile avere più candidati coinvolti nella corsa elettorale”. Inoltre “sarebbe più semplice gestire eventuali tensioni”, a partire dai tanti che rischierebbero di essere esclusi, senza contare l’eterno dilemma delle deroghe (hanno superato il limite di mandati secondo lo statuto del Pd il vicepresidente Aldo Reschigna, il numero uno di Palazzo Lascaris Nino Boeti, l'assessora Gianna Pentenero e la consigliera Angela Motta), questione che continua a bruciare sotto la cenere in attesa di emergere al momento della composizione delle liste. Non sfugge che se fosse varata la lista unica la decisione spetterebbe quasi esclusivamente a Chiamparino. Di certo l’esperimento del governatore farebbe comodo a quanti, soprattutto tra gli alleati più piccoli, “temono di andarsi a contare” e che dunque sarebbero ben disposti a “confondersi” nella folla.  

In attesa di una discussione approfondita - per Furia se ne discuterà tra febbraio e marzo - Chiamparino blandisce i dem con una lettera inviata all'assemblea: "Spero di incontrarvi numerosi per iniziare la volata lunga in vista delle elezioni di maggio - scrive Chiamparino, assente per impegni istituzionali -. Attorno al mio manifesto mi auguro sia possibile raccogliere uno schieramento vasto: il Pd, ne sono certo, sarà un pilastro della nuova coalizione che insieme vogliamo costruire". Di più non poteva dire, se non altro perché non è elegante parlare di corda in casa dell’impiccato.

Intanto oggi il segretario ha comunicato i nomi della sua squadra. Una segreteria unitaria, di cui faranno parte anche i renziani di Mauro Marino, vittorioso alle primarie ma messo all’opposizione dall’accordo tra i secondi due classificati - Furia, appunto, e Monica Canalis, premiata con l’incarico di numero due -. Confermato, come anticipato dallo Spiffero, il ruolo pesante di coordinatrice della segreteria per l’ex deputata Paola Bragantini, mentre la responsabile dell’Organizzazione sarà Ilaria Gritti, consigliera della Circoscrizione 1 di Torino, vicina al deputato cuperliano Andrea Giorgis. Dei tre componenti individuati direttamente da Furia, oltre a Gritti entrano in segreteria anche l’astigiano Michele Miravalle ed Enzo Lavolta, vicepresidente della Sala Rossa, già membro della segreteria provinciale. Stefano Lepri, main sponsor della mozione Canalis, ha scelto, invece tre uomini e tutti della provincia di Torino: Francesco Brizio, ex sindaco di Ciriè, Emanuele De Zuanne, primo cittadino di Volpiano, e Maurizio Perinetti del Canavese. Per la quota di appartenenza Marino piazza se stesso, l’ex sindaca di Alessandria Rita Rossa (area Fassino), Maria Peano (indicata da Davide Gariglio) e l’alessandrino Graziano Moro, vicino all’ex viceministro Enrico Morando.

Con tre torinesi in segreteria Lepri consolida la candidatura per uno scranno a Palazzo Lascaris di Canalis, mentre a rimanere a bocca asciutta sono stati gli orfiniani della deputata Chiara Gribaudo, apparsa particolarmente nervosa in assemblea, prima reclamando un posto in segreteria e poi nella trattativa sulla direzione. Rimangono fuori dalla spartingaia tra correnti le province di Vercelli (col capoluogo che va al voto in primavera) e di Verbania, mentre pare sovrarappresentata Alessandria, con due membri di segreteria e il tesoriere Daniele Borioli. Le donne, infine, ottengono tre posti di rilievo con Canalis, Bragantini e Gritti, ma sono in minoranza in segreteria, un rilievo al quale Furia replica con la disponibilità a “riattivare la conferenza delle donne, prevista dal nostro statuto”.