ECONOMIA DOMESTICA

Industria, Piemonte in affanno

Nei primi tre mesi dell'anno la produzione industriale della regione cala dello 0,4%. Bene solo l’industria alimentare, soffrono il comparto auto e la filiera tessile. La ricerca di Unioncamere

Il Piemonte non ha iniziato bene il 2019. È ancora in calo nei primi tre mesi dell’anno la produzione industriale (-0,4% rispetto allo stesso periodo del 2018). Peggiorano anche ordinativi, fatturato e grado di utilizzo degli impianti. Bene solo l’industria alimentare e il sud del Piemonte, soffrono il comparto auto e la filiera tessile. È il quadro che emerge dalla 190ª indagine congiunturale sull’industria manifatturiera realizzata da Unioncamere in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Unicredit. L’indagine ha coinvolto 1.732 imprese industriali piemontesi, con oltre 108mila addetti e circa 62 miliardi di euro di fatturato. “È un Piemonte in affanno, che segna un’ulteriore battuta d’arresto” commenta il presidente di Unioncamere, Vincenzo Ilotte, che chiede alla nuova giunta regionale di accelerare sui fondi europei. “Su circa 1 miliardo il Piemonte ha speso 200 milioni, vogliamo che questa percentuale salga all’80 per cento”.

Il dato della produzione manifatturiera del Piemonte, tuttavia, è migliore di quello italiano (-0,8 per cento), mentre è peggiore rispetto a Lombardia (+0,9%) e Veneto (+1,5%). I cali di intensità maggiore riguardano mezzi di trasporto (-2,3%), industrie elettriche ed elettroniche (-2,8%) filiera tessile (-5,0%). La flessione più significativa viene registrata dalle micro imprese (0-9 addetti), per le quali il calo produttivo si attesta all’1,2%. Le aziende di piccole dimensioni (10-49 addetti) registrano una flessione dello 0,4%, mentre è stabile l’andamento delle medie imprese (50-249 addetti), la cui produzione segna una variazione sostanzialmente nulla (+0,1%). Ancora con il segno meno, invece, il risultato delle realtà di grandi dimensioni (oltre 249 addetti) che manifestano una flessione produttiva di mezzo punto percentuale. “Le aziende non investono e questo desta preoccupazione. È un’economia statica, che stenta, anche se va sottolineato il record dei distretti piemontesi che nel 2018 hanno raggiunto il massimo storico di export, pari a oltre 9 miliardi di euro con una crescita del 5,4% rispetto all'anno precedente. Sono dati importanti perché le pmi che esportano si distinguono, rispetto a quelle con bassa vocazione internazionale, per maggiore produttività, capacità di generare cassa e reddito", commenta Cristina Balbo, responsabile Direzione Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo. "La nostra attività di erogazione del credito alle imprese - osserva Fabrizio Simonini, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit - in riferimento al primo trimestre 2019 ha registrato un significativo andamento positivo, con un aumento a due cifre, in confronto allo stesso periodo dell'anno precedente”.

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